Ci sono giorni in cui l'unica via d'uscita sembra essere il distacco. Perché il distacco non sia perdita di sé, ma un ritrovarsi, lo chiamiamo meditazione: sviluppare la capacità di ascoltare, di ascoltarsi, lasciando scorrere via tutto il brutto e riscoprendo l'essenzialità. Giungendo a capire cosa conta davvero e cosa è inutile oberante sovrastruttura. Illuminandosi nell'intuizione dello splendore che è in noi, sempre, anche nei momenti apparentemente più bui.
Il bello di tutto ciò è che non c'è bisogno di nulla, null'altro che noi stessi, per riunirci all'energia universale che ci pervade sotto l'armatura nella quale troppo spesso ci imprigioniamo. Non ci sarebbe bisogno nemmeno del sito che vado a (ri)segnalare, ma lo faccio perché siamo on-line e perché mi piace esteticamente questo Esperimento di cyber meditazione sui Chakra.
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