29.10.06

L'ora in più di sonno mi ha portato in sogno una persona, o meglio una telefonata: stavo scendendo delle scale per entrare in un cinema (potrei forse identificare la sala, ma non è importante) mentre le parlavo al cellulare. Ero un po' inquieto sul credito a disposizione, sapendo che l'interlocutrice si trova oltreoceano; non ricordo i termini esatti della conversazione, ma grossomodo ricalcavano gli scambi avvenuti tramite chat di G-Mail, il "tutto bene" di chi si è appena trasferito e riprende i contatti.
A proposito di contatti, mi pare proprio che in due anni di frequentazione telematica, dopo esserci visti una volta di persona, tra noi non ci siano mai stati dialoghi telefonici, sebbene di recente ci fossimo raccontati le rispettive vicende sentimentali (pur con qualche riservatezza sull'identità delle persone coinvolte), speculari per diversi aspetti evolutivi.

Stamane, accendendo il telefonino, sono rimasto sorpreso nel trovare un suo sms, che dice:

[.fermo sotto la polvere d'incenso il fuoco deciso continua a bruciare.]

Mi accorgo di non essere ancora uscito dall'arco di tempo che scocca frecce incendiarie. Dovrei forse disporre i carri a cerchio e asserragliarmi?

25.10.06

Quando ieri sera (il 23) ho mosso le mani intorno a una persona (un'avvenente cantante) che mi aveva chiesto di farle passare il mal di testa, l'immediatezza del risultato conseguito è stata sorprendente. In effetti, mi ero prestato senza esitazioni, ma anche senza aspettative: non contavo di riuscire nell'intento specifico, ma sapevo che non avrei fatto del male e che qualcosa in prospettiva si sarebbe smosso se mi fossi lasciato guidare dall'istinto dei gesti. Così ho percorso itinerari non direttamente riconducibili al malessere dichiarato, ma non me ne sono preoccupato ed è andata bene.

Ciò che mi colpisce in seconda battuta è però un'altra cosa, una novità per me: in altre occasioni mi era sembrato di aiutare a scaricare polarità negative, infiammazioni che poi si trasferivano in forma di bruciori nelle mie mani (specialmente la sinistra) comportando quasi un'urgenza di raffreddamento (tramite il contatto con metalli freddi o meglio ancora con l'acqua); stavolta invece non ho avuto la sensazione di togliere, ma di dare qualcosa e alla fine mi sono perfino baciato i polpastrelli... come se si trattasse di un riequilibrio, un riassestamento simbolico in un mondo nel quale non solo nulla si crea e nulla si distrugge, ma in cui, almeno ogni tanto, non occorre gettar via scorie contaminando l'aria per ritrovare il proprio benessere o per innescare in altri i processi che li porteranno a riconquistarlo.

11.10.06

- Se era lei il tuo destino tornerà, vero?
- Riguardo al destino, sono convinto che molto dipenda da ciò che noi intendiamo costruire, è una questione di scelte.
- È curioso. Il destino non può essere una scelta.
- Il destino è la meta ultima, ma i percorsi per arrivarci sono quasi infiniti; per questo è conciliabile con l'idea di libero arbitrio, per come l'avverto io.
- Quindi per te non c'è nulla di impossibile.
- Aspettarsi che qualcosa arrivi dall'esterno per deciderci è sbagliato (non dico dal punto di vista etico, ma semplicemente che non funziona).

9.10.06

...il sale!
L'ultima volta avevo dimenticato il sale grosso, simbolo per eccellenza della purificazione (e per associazione con l'acqua di mare, di rinascita). Stavolta invece, insieme all'incenso e alla mirra ho bruciato anche cloruro di sodio e il giretto per le stanze è stato più soddisfacente.
Per la musica, sono tornato al mio vecchio amore.
Per l'amore, sono proiettato a quel che sarà. Di quel che sarà non ho idea, ma cerco di vibrare centrato per ripristinare la funzionalità "fiducia" a sostenere il sorriso, tornato insieme al respiro dopo l'autobattesimo musicale al concerto dell'altra sera.
La musica smuove, muove e commuove, la musica è potente e funziona. Per quanto risulti spesso devastante dal punto di vista emotivo, sa anche essere benefica e terapeutica.

4.10.06

primo: respirare

ho letto di un mantra semplice semplice e lo sto applicando
(dire e fare insieme, come l'inchino di Estha)
un monaco buddista lo definisce "una preghiera di gratitudine legata al respiro"

comunque sia, è così:

Inspirando sorrido,
espirando mi distendo.
Questo è un momento meraviglioso.


Perché non vengano meno la voglia e la speranza di stare bene,
almeno un po', almeno per un po'.

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P.S.: sebbene la lacrimazione a singulti sia controindicata, nemmeno quella esclude la necessità di reagire, raccogliersi, ritrovarsi, riaprirsi. Forza e coraggio, dunque.