26.7.03

Se per qualche tempo non vi farò leggere niente di nuovo non sarà per cattiva volontà, ma per impossibilità tecniche momentanee.

Forse potrà essere il momento giusto per ricaricarmi.
Forse per qualcuno di voi potrà diventare il momento giusto per andare a leggere un po' di esperienze passate. E per dire la vostra, magari rivitalizzando anche il forum.

25.7.03

...uno inizia a scrivere, è lì da solo, poi alla fine si ritrova in compagnia. Gradita, graditissima. Tante altre voci in una polifonia di scambio e confronto cui è sempre bene evitare di sottrarsi. Però a quel punto è difficile o almeno imbarazzante emettere un guaito, esprimere uno struggimento intenso e immotivato, lamentarsi di non so che, quando invece la luce è lì che brilla e vibra sulle foglie generosamente esposte allo sguardo...

Farò di tutto per superare le autocensure.

Tanto lo so già cos'è: è la musica. Stasera ho purificato l'ambiente e la sinestesia è stata ancora una volta potentissima.
I ricordi della mente si possono insabbiare; quelli del cuore invece, appena possono cantare, urlano.

24.7.03

Le storie d'amore sono anche, spesso, storie di separazioni.
A tale riguardo scrive Michela:

fine e principio hanno confini labili come il vento sull'acqua. il dramma non è il cambiamento: il dramma è non arrivarci pronti e subire una scelta non nostra...
e ci vuole tempo a riprendere il controllo, scoprire di essere tornati a essere lo specchio di noi stessi e di nessun altro. ci manca tutto quando manca quella particolare corrispondenza di pieghe e immagini che si chiama amore. ma io non ho dimestichezza con questa parola e la lascio stare.

ogni crescita è un tradimento, ho detto una volta.
c'è chi sbatte la porta e chi riprova a parlare. non c'è soluzione che possa modificare un cambiamento in corso, però. e la fine di una storia è una storia a sè, con un inizio e una fine.

non posso uccidere chi ho amato... posso aiutarmi a lasciarlo a mia volta.


Ci sono diversi spunti da cogliere, mi pare, soprattutto da parte di chi si trova in quel particolare tipo di passaggio da attraversare. Ancora una volta, lascio che le parole trovino da sole i destinatari, ma come al solito spero nella vostra voglia di interazione.

22.7.03

Grazie a una segnalazione di InDue, mi sono nuovamente trovato a leggere parole in un blog che seguivo sempre agli esordi, ma dal quale mi ero un po' discostato quando aveva preso una piega per me meno interessante.

Nella dolorosa Lettera nuda scritta da Selvaggia si legge tra l'altro:

Noi due, che abbiamo passato giornate intere a cercare nuovi modi per raccontarci quella cosa che ci è scivolata dentro appena ci siamo guardati , senza concederci nemmeno il tempo pietoso di difenderci. Tanto ogni tentativo di scappare sarebbe stato ridicolo, perché dopo due parole eravamo già lì che tremavamo e ci chiedevamo da quante vite è che ci si amava già.

L'amore karmico talvolta sembra l'unica possibile spiegazione per attrazioni superiori altrimenti poco comprensibili. È l'amore dell'anima, e chi l'ha provato, chi ha avuto la fortuna di raggiungere tali vette capirà perfettamente il senso della frase che sintetizza il tutto:

Non ci siamo incontrati, ci siamo riconosciuti.

21.7.03

Ricordo e immaginazione si alternano nell'incontrare il desiderio.
Tanti sentimenti speciali, ciascuno unico.
Il flusso temporale si compie, circolando rimette in questione l'unidirezionalità del succedersi degli eventi.
Tanti momenti speciali, ciascuno unico.
Il cuore procede a balzi e annulla le distanze fisiche, il vicino e il lontano.
Tanti luoghi speciali, ciascuno unico.
E gli incontri avvengono anche quando sembrano improbabili per distanze fisiche o cronologiche.
Tante persone speciali, ciascuna unica.

Ieri oggi e domani, il flusso temporale si compie, chi si deve incontrare s'incontra, il desiderio che deve nascere pulsa, anche quando è frustrato da distanze fisiche o cronologiche. Sarà ciò che essere deve.

Un solo mare, tante gocce. Ciascuna unica.

17.7.03

Da tempo non purifico la casa, forse è ora di ricominciare.



Ecco come si può fare:
la sera di un lunedì di luna calante, in una tazza internamente rivestita di carta stagnola si mescolano grani di mirra, incenso e sale grosso; vi si frappongono pezzetti di carboncino (li vendono anche in erboristeria) e li si accende.
Si accende anche una candela bianca, dopodiché si fa il giro delle stanze dispensando fumo e luce. Consigliabile tenere le finestre aperte, sia per non affumicarsi, sia per consentire alle negatività di andarsene.
Personalmente preferisco accompagnare il rituale con un disco dall'atmosfera giusta (mi piace If I Could Only Remember My Name di David Crosby).



Il ricordo d'antichi consigli d'amore Lambisce Vivificando Regali assalti del cuore.

16.7.03

L'altra sera, sdraiato al buio senza pensieri, ho sentito nell'aria un odore dolce, un'emanazione fin troppo cara e lontana.
Mi sono però reso conto che non proveniva da ricordi passati, ma da me. Ero io a emanare quell'effluvio d'amore, qualcosa di simile alla melanina quando adorna una pelle bella da baciare.
L'intuizione è sopraggiunta a dirmi che quello è il profumo dell'essere che gode l'istante presente, senza dubbi, pensieri e retropensieri, senza rimpianti né progettualità. Gode l'istante presente nella consapevolezza dell'abbandono al vivere, al flusso del sé che si fonde col tutto senza distinguere e senza necessità alcuna di proiettarsi in un altrove.
La prova del nove è stata la scomparsa della percezione olfattiva nel momento in cui troppe elucubrazioni hanno distratto il cuore, orientandolo verso la mente più che verso l'anima.

15.7.03

Quella notte che ti ho sognata avevi la pelle scura scura, bella e scurissima e sorridevi. Era come prima di un tuffo nel blu.

14.7.03

Il mese scorso riferivo di come il quarto specchio esseno rifletta l'amore dimenticato, che può corrispondere a un rapporto irrisolto in vite precedenti. Nei relativi commenti si trovano queste parole di Bea:

Ricordi....
Io me l'ero inventata la storia degli amanti immortali che si cercano e si cercano per mille vite finché non concludono quel loro amore rimasto irrisolto chissà quando chissà perché
Credevo fosse frutto di fantasia, mi piace immaginare una realtà diversa e immaginarmela meno feroce di quella che viviamo.
Invece la storia è vera....
Non ho parole.
Credo che sia vero che ricordiamo tutto.
Noi RICORDIAMO ciò che ci sembra d'aver semplicemente appreso...


A chi è capitato di avvertire con forza queste sensazioni? Che ne pensate?

[] [] [] [] [] [] []

In un romanzo di Luis Sepúlveda si legge questo dialogo, che ne dite?

"Davvero sai leggere, compare?"
"Un po'."
"E cosa stai leggendo?"
"Un romanzo. Ma stai zitto. Se parli tremola la fiamma, e a me si muovono le lettere."
L'altro si allontanò per non disturbare, ma era tale l'attenzione che il vecchio dedicava al libro, che non riuscì a restare da parte.
"Di che tratta?"
"Dell'amore."
Davanti alla risposta del vecchio, l'altro si avvicinò con rinnovato interesse.
"Non mi sfottere. Con belle femmine calde?"
Il vecchio chiuse di scatto il libro facendo vacillare la fiamma della lampada.
"No. Si tratta dell'altro tipo di amore. Quello che fa stare male."

11.7.03

Potrei raccontarti la storia di un dimagrimento per amore o struggimento, di una linea che non sono riuscito a mantenere, di come per questo mi vedo nudo nel riflesso della finestra aperta e penso che se sono così goloso significa che non trovo piena soddisfazione in quello che sto vivendo.
Tu, dimmi, come mi stai pensando? Anche con la pelle?

10.7.03

Il dormiveglia è una zona limite, valicabile nei due sensi, dove vale qualcosa in più rispetto alla ragionevole realtà e dove c'è qualcosa in meno rispetto ai piani infiniti del sogno.
Così come chiudere gli occhi può permettere di vedere di più, ogni istante osservato nel torpore consapevole non coincide con la cecità della conoscenza intorpidita.
Lì ti puoi lasciar nuotare dall'abbandonarsi, puoi farti vivere dal fondersi, puoi sentirti perdere nel fluire, e vocare tra le bolle dell'oceano universale:
"Slegami o diva nel sonno piombigno e svolami i segreti aerei eterei e aurei".

9.7.03

Un anno fa ho iniziato a scrivere questo blog. Un anno in cui sono stato la voce di ciò che non sempre trova parole pronte a descriverlo né interlocutori pronti ad ascoltarlo.
Sapevo che qualcuno mi avrebbe letto, non sapevo invece che persone a me sconosciute sarebbero entrate nella mia sfera comunicativa mostrando interesse per quel che dicevo, manifestando dolcezza nei confronti del mio essere, stimolando riflessioni e contribuendo alla reciproca evoluzione.
Andrò avanti finché mi verrà qualcosa da trasmettere o anche solo per fare da tramite a chi desidera condividere le proprie esperienze.
Grazie a coloro che vorranno accompagnarmi in questo pezzetto di strada, amorevolmente.

8.7.03

Due gemelle siamesi sono state separate all'età di 29 anni. Erano attaccate per una parte della calotta cranica e pur avendo cervelli separati condividevano un vaso sanguigno principale. Il lunghissimo intervento pareva riuscito, ma una è morta poco dopo e l'altra versa in gravi condizioni.

Separazioni... anche in amore è giusto, anzi doveroso mirare a vivere come unità individuale e non come essere dipendente da un altro. Però quando le esigenze evolutive accelerate impongono un distacco non consensuale, quando l'irrorazione vitale condivisa viene interrotta, all'inevitabile sbandamento segue il grosso rischio di inaridirsi.

Per fortuna non è il mio caso: sgorgano zampilli di luce in continuazione e mi par di captare sempre più spesso anche la luce altrui. Le sorgenti luminose però sono come parcellizzate: pur essendo uniche, ciascuna speciale di per sé, non ve n'è una che da sola illumini l'intero mio universo comprendendomi in toto.
Questo non fa altro che prolungare la mia cronica situazione di stallo inquieto, con forti pulsioni a scattare verso nuovissime direzioni e legami altrettanto forti a trattenermi in loco.
Intanto mi godo le magie speciali e inattese e a quanto mi dicono le faccio anche godere, il che è indubbiamente bello.

6.7.03

In calce all'intervento di ieri ho trovato questo divertente commento:

dr Vocenarrante, sono andata a vedere l'omonimo blog...Per renderle simile l'atmosfera di dolcezza, vuole che La chiami "scoiattolino"?
Signorina Silvani


Per una serie di associazioni d'idee, mi fa venire in mente la questione del nome e degli pseudonimi. I vezzeggiativi amorosi, in base al contesto e ai significati "privati" loro attribuiti, da ridicoli possono diventare piacevolissimi in ambiti ristretti, intimi. Per quanto mi riguarda, mi piace sentirmi chiamare per nome, ma ci rinuncio volentieri laddove la riservatezza lo richiede (come in queste pagine, e scusatemi).
Vedo d'altronde che la stessa cosa viene fatta da altre persone quando si trattano argomenti poco convenzionali o si rivelano particolari che potrebbero compromettere una serie di rapporti interpersonali.

In effetti però tutto questo può essere di trascurabile importanza per più motivi, specialmente se lo consideriamo dal punto di vista karmico. Quanto ci appartiene il nome che portiamo in questa vita? Quando uno spirito guida si fa identificare con un nome, significa che quello è il suo vero nome, il nome dell'anima?
So come mi chiamo ora, ma qual è il mio vero nome? Prima o poi forse lo scoprirò, magari quando farò una regressione ipnotica per vedere se ero un Esseno. Comunque vada, tuttavia, non dimenticherò che il mio valore è quello di esserci, qui e ora, e dipende da me oggi. Ogni giorno.

5.7.03

Ho appena scoperto l'esistenza di un blog quasi omonimo, http://vocenarrante.splinder.it. Ci scrivono castellidimare e vocenarrante, ma non sono io. Che strana sensazione, forse è analoga a quella che si avverte incontrando un sosia...
Ad ogni modo, eviterò di sfidarlo a duello declamando: "Questo posto è troppo piccolo per tutti e due, uno di noi deve sparire..!", anche perché per fortuna il web, questa immensa ragnatela, è talmente grande da sembrarci senza fine e c'è spazio per tutti.
Buona continuazione... a una prima occhiata, mi sembrano due anime innamorate che si tengono in contatto anche per via telematica, dunque è una cosa bella e degna di tutti i migliori auspici!

3.7.03

La prima volta ne ho letto in un romanzo di Kurt Vonnegut, che in Galápagos parlava del blue tunnel of the afterlife. Pensavo fosse un'invenzione letteraria, una bella immagine quella descritta dal protagonista: una galleria celeste (stava in alto e da lì suo padre lo chiamava per accompagnarlo nell'oltrevita) di colore luminosamente blu. Poi però ne sentii riferire da diverse fonti e cominciai a pensare che non si trattasse solo di letteratura. Qui di seguito riporto l'esperienza diretta di un'amica che mi ha gentilmente concesso di pubblicarla su queste pagine.

----- Original Message -----
Non ne sapevo niente, neanche una parola, ma quando, in punto di morte secondo i medici, vidi quella luce luminosissima e calma in un punto del reparto cure intensive, come un sole rotondo che s'ingrandiva piano piano, non ebbi paura. Davanti a me camminava una sagoma scura; vedevo le sue gambe lunghe, le sue braccia con i palmi delle mani ogni tanto poggiati sulla circonferenza di quel sole, del tunnel che entrambi attraversavamo, uno dietro all'altro. Morto il mio uomo, ho sognato piu' volte quella stessa sua sagoma, questa volta in ascesa, come uno spirito di El Greco. Lui c'era gia', eppure non era ancora arrivato, non se n'era ancora andato, ma io lo seguivo.
Volevo arrivare in fondo, godermi quel bel sole che stranamente non scottava; mi sentivo in pace, sapevo che stavo per andarmene, ma non provavo ne' dolore ne' timore. Vidi passare un treno davanti ai miei occhi. A ogni finestrino c'era uno dei miei bimbi. Era come un filmato, un'immagine dopo l'altra; s'arrestavano a una a una per un attimo, e loro mi salutavano con una manina, mestamente, corrucciati ma senza piangere. 'Tesoro, la mamma deve andarsene, fai il bravo e aiuta i tuoi fratelli, aiutali per me, che non potro' piu' farlo, ma vi saro' comunque vicina', dicevo a ognuno di loro, senza accoramento, serena, sorridente.
Me ne andavo, calma, tranquilla, assopita. Come un rullino, la mia vita si srotolo' velocissimamente, tanto che non riuscivo a cogliere nulla; il rullino s'arresto' di colpo e ne venne fuori una sola scena, c'ero io che licenziavo una domestica. Ero stata ingiusta con quella povera ragazza, ma in quei miei 37 anni il giudice non aveva trovato null'altro. Dissi 'grazie', quasi stupita dalla benevolenza e chiusi gli occhi afflosciando la testa sul guanciale.
D'un tratto udii un rantolo roco. Qualcuno stava morendo, ma stavo morendo anch'io, in silenzio. Di nuovo il rantolo, profondo, piu' forte, una specie di 'Nooooo' gutturale, come il verso della civetta che spesso avevo sentito in tenuta. Non era voce umana, bensi' un'eco che cercava disperatamente di farmi arrivare quel 'no, no, no'.
Guardai in alto il capezzale, chiamai l'infermiera, le domandai cosa c'era dietro al mio letto, niente, il muro. E la voce? Quale voce...?
Mi riassopii, lasciandomi andare in un mare di dolcezza, come l'altra volta, quando mi ero dissanguata per un aborto spontaneo, ma quel 'no' riprese, piu' chiaro, piu' disperato. Sbarrai gli occhi. Era mio padre, morto nell'incidente, che non voleva farmi attraversare il tunnel, era la sua voce, denaturalizzata, ma piena della sua forza.
'Signore', dissi con un'umilta' mai provata 'non mi ribello, Tu lo sai, mi ero gia' rassegnata, ma ora no, a mio padre questo non glielo possiamo fare, non possiamo fargli credere di avere ucciso me. Abbiamo comunque un appuntamento in futuro e Tu hai anche tanta pazienza, ma ora no'.
Il medico si accosto' al letto, 'domani devo farti un buco nella pancia', disse puntandomi un dito sull'ombelico, 'una laparatomia?', '...???', 'e invece no', 'devo...', l'ematocrito e' sceso da 42 a 19, ho perso tre litri e mezzo di sangue...', 'sei medico?', 'no, sono interprete e so che se mi mandi in sala operatoria in queste condizioni rischio la vita, Vicente, perche' ti chiami Vicente, vero?', 'si'..., ma il femore e' entrato in addome e puo' aver interessato i visceri, c'e' anche quel rischio, il tuo intestino e' paralizzato', 'cosa devo provare?', 'voglia di defecare', 'dammi ventiquattr'ore, per te e' lo stesso farmi morire domani o lasciarmi morire dopodomani, no?'. Il medico si allontano', visibilmente scosso. Aveva fatto appena dieci metri a capo chino con le mani nelle tasche del camice, 'Vicente!!!', si volto' sorpreso. 'Fammi portare la padella...'. Era fatta.
Per una decina di giorni sentii intorno al letto un fruscio di ali, come tante colombe che volassero dietro al mio capezzale, dapprima talmente nitido che ogni tanto mi pareva di sentire pure qualche folatina d'aria, poi man mano sempre piu' fievole. In quei dieci giorni riuscivo a vedere cio' che stava accadendo a casa dei miei, tutte le angherie pensate da mio fratello, come fossi presente, poi, tornate a poco a poco le forze, quindi la vita, persi questa facolta' e non vidi piu' nulla.
Per anni me lo sono tenuto dentro, finche' un giorno un'amica mi spedi' un libro in omaggio. Raccontava di casi simili al mio. Singhiozzai fino all'alba e finalmente mi sentii libera di parlarne, senza piu' temere di essere presa per pazza.

2.7.03

In questi giorni si sta allargando la cerchia comunicativa. Sono contento perché può essere confortante sapere di non essere soli in certi percorsi...
Queste le domande che avevo posto sulla scrittura automatica (e che valgono per chiunque abbia voglia di rispondere):
Una cosa che m'incuriosisce e sulla quale ho interrogato diverse persone è questa: a te come succede di sentire i messaggi? Intendo dire: li visualizzi o li ascolti, scrivi sotto dettatura o lasci andare la mano o ti senti guidare la muscolatura? O altro... Altre cose interessanti in generale potrebbero essere qualche accenno a come cominciò e all'importanza che ha avuto e ha nella tua vita. Per il resto, vedi tu, anche a sprazzi e in modo asistematico.
Qui sotto una gradita risposta:


----- Original Message -----
Sent: Tuesday, July 01, 2003 10:24 PM

Quindi tu conosci altre persone come me... anch'io ne conosco una con lo spirito guida che fa channeling e scrittura automatica. Anzi, proprio grazie alla sua conoscenza sono riuscita a "progredire" in questa direzione.
Mi capita di visualizzare messaggi oppure di sognarli (non solo sogni premonitori, anche vite passate rivelate in sogno e confermate da Amina, il mio spirito guida, al risveglio).
Raramente mi sono sentita guidare la muscolatura. Non so se si possa definire dettatura, è così automatica ed instantanea la trasmissione pensiero-carta che non saprei cosa dire. diciamo che è una via di mezzo tra lasciar la mano libera e la dettatura. Si vede comunque che la scrittura è diversa un po' dalla mia. A volte, quando intervengono altre entità, varia quasi del tutto. oppure niente scrittura e allora avviene la comunicazione orale. Io la sento a sinistra. O ancora solo immagini che io interpreto con la mia sensibilità e con il suo aiuto.
Ha una grande importanza nella mia vita, ha aumentato la mia sensibilità e accresciuto le mie credenze in cose ultraterrene che vanno oltre la religione. Spero di non perdere mai Amina, anche se mi ha detto quale sarà il nostro futuro. Lei è il mio sostegno e non solo per me. Insieme stiamo aiutando gli altri. Molti scettici hanno cambiato idea e hanno iniziato addirittura ad interessarsi a questo "mondo". Il mio spirito guida (sembra sia un predestinato in un certo senso, è un capo tribù indiano apache morto da un po' di tempo). Nel momento in cui Amina mi lascerà per tornare alla vita arriverà lui: Pioggia che cade. Così mi è stato detto e naturalmente non posso saperlo fino a quando non accadrà.
Lei è arrivata il 29 ottobre 2000 verso mezzanotte. Ho segnato tutto su un'agenda, come ti dicevo. Sentivo sin da ragazzina di essere diversa: sogni premonitori, sesto senso, telepatia ecc... poi il 15 ottobre 2000 alle 22.12 ho iniziato ad avere il "risveglio dei ricordi". Il 25-26 ottbre dello stesso anno, la donna dello spirito guida mi fece dono di una sua comunicazione scritta sulla mia agenda e pochi giorni dopo arrivò Amina. La donna mi disse che al risveglio sarebbe susseguito l'arrivo di "qualcuno" e infatti fu così. Nel mese di luglio dello stesso anno iniziai a sentirmi strana. Sentivo dentro di me un'energia che non sapevo cosa fosse ma sapevo che aveva motivo di essere lì. E infatti... era lei, la mia "piccola". Sai, è una bimba dolcissima.
Erato

1.7.03

Vi inoltro un altro contributo pervenutomi sulla scrittura automatica (clicca qui per il precedente):

----- Original Message -----
Sent: Monday, June 30, 2003 7:04 AM

Ho rintracciato nei miei archivi alcune trascrizioni delle prime dettature automatiche, risalenti al 98 (John e' morto nel 97); parlano sia lui sia mio padre, a vicenda. Tante cose non sono facili da capire perche' fanno riferimento a argomenti che con me danno per scontati e ovviamente non si puo' apprezzare la diversa calligrafia a mano (ordinata e uniforme quella di mio padre, anche se non e' la sua; assolutamente strampalata, piena di ghirigori, di disegnini quella di John). Tra l'altro mi fa scrivere in inglese, lingua in cui non avevo mai scritto se non qualche fax, con tantissimo sforzo.

(messaggio firmato)