16.4.06

Ricordo quelle sgorgate da un Om collettivo ad aprile 2002 nel dojo di Valeria in Umbria (io che manco sapevo cosa fosse, un dojo). Talmente copiose da servire a lavarmi la faccia, in una sorta di autobattesimo di rinascita e apertura totale.

Già prima d'allora mi avevano insegnato di come siano, le lacrime, segno di un ulteriore canale che si rende pervio.

Oggi diluiscono la cromia dell'iride nel colore del vento, mentre si rivelano utili come dopobarba. Poi si riparte: ad ascoltare, a parlare, a guardare, a sorridere. A vivere.

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