Fu un viaggio lunghissimo, che sembrava non dovesse finire mai. Di giorno avanzavano al riparo della cortina di uccelli e la sera si fermavano nelle oasi incontrate cammin facendo. A volte capitava loro di non trovare oasi anche per due o tre notti consecutive. Allora si stendevano in mezzo al deserto, sempre protetti dagli uccelli che si disponevano tutto intorno in modo da formare una capanna, e lì, prima di addormentarsi, si sfamavano con i datteri che avevano sempre l'accortezza di portarsi dietro.
[...]
Una mattina svegliandosi trovarono che gli uccelli erano spariti. Davanti ai loro sguardi attoniti, le mura di Gerusalemme splendevano al sole. Naamah sfiorò con un dito una guancia di Salomone raccogliendo una lacrima:
- Tu stai piangendo - disse.
- Ho il sole negli occhi.
(da Gli uomini del libro, di Giacoma Limentani)
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