14.12.06

Juditta scrive della Paura e dell'Amore. Leggo e so che ha ragione: anche senza entrare nel dettaglio dei meccanismi da lei enumerati, so che ha ragione sul carburante del Vivere.

Mi dicevano a quella seduta di guardare al mio femminile (anche tu, fallico essere, hai un tuo femminile, che ti credi), che è un lato sempre troppo vuoto non solo in noi maschi, ma spesso anche nelle donne.

Mutare atteggiamento è cosa più da intuire che altro, certo difficile da razionalizzare: si tratta, credo, di ridurre la barriera osmotica tra gli emisferi per procedere verso una percezione più unitaria del mondo e una realizzazione dell'unità del sé.

Per un momento, prolungato e piacevole, mi sono osservato osservare lasciando fluire, cogliendo qualcosa in tutte le persone sconosciute che affollano vie, marciapiedi, negozi e tram: considerando, per esempio, che tutti quei volti sono stati bambini, tutti quegli occhi hanno attraversato analoghi stupori, patito simili timori, incendiato medesimi furori.

Un distacco benevolo, come seguendo l'ondeggiare dell'erba alta nei campi, o del grano se proprio di buon umore. Poi capita che qualcuno o qualcosa ti irriti: tu cerca e ritrova il respiro, magari in risposta scaturirà una risata incredula anziché la solita bestemmia. Che è già un primo passo a distanziarsi dalla Paura (legata all'aggressione, al controllo, all'ansia), un passo in più verso l'Amore, il miglior piacevole carburante per ogni variopinto vortice di luce incarnato.

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