28.4.03

Esce fuori Escher

L'altra sera un dialogo (incredibilmente dal vivo) con la principessa radiosa ci ha più volte portati a uno scambio di ruoli rispetto all'atteggiamento iniziale di un anno e mezzo fa, per cui stavolta era lei a porre dubbi e io ad affermare una fede acquisita nella realtà immateriale e nella convinzione che niente succede a caso.
Ora, io so bene che lei, splendida commistione e punto d'incontro tra terreno e ultraterreno, si trova a un livello di consapevolezza spirituale piuttosto elevato. Forse proprio per questo l'episodio mi ha ispirato una intuizione notturna, scarabocchiata su un fogliaccio: che la visione della realtà evolva in modo quantistico, a scatti discontinui.
L'immagine che può rendere l'idea di tale meccanismo cognitivo è quella dell'interpretazione fornita dal nostro cervello alle figure di Escher. Contemplando certi paradossi logici, la considerazione di una delle due immagini possibili fa scattare alternativamente uno o l'altro modo di vedere. Analogamente, ogni passo in avanti nell'evoluzione personale può portare a un ribaltamento della visione cerebrale e così la realtà potrà sembrare di volta in volta caotica o ordinata (però a un grado superiore) a mano a mano che si procede nella conoscenza, o per meglio dire, nella consapevolezza.

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