10.11.03

Eppure sarebbe così semplice. Vivere, dico. Avremmo tutto quel che ci serve già a disposizione, quando stiamo bene e quando stiamo male. Per godere o per guarire. Cinque sensi per assaporare la vita, abbeverarsi di immagini, udire incanti, vedere palpiti, toccare sorrisi. E un altro paio di sensi per lasciarsi andare al flusso cosmico, agli scambi energetici tra noi e gli altri, per sentire il bene che possiamo farci vicendevolmente. Dico sul serio. Partiamo dagli esempi allora.

Qualche sera fa un'amica è venuta qui a cena e mi ha chiesto un massaggio per alleviare i dolori che dalla cervicale le scendevano fino alle braccia. Dopo un momento di esitazione, ho deciso di seguire l'istinto, rinunciando a impastarle muscoli per sciogliere nodi fisici e ho cominciato a lasciar andare le mani, a sfioramento. Anziché le proteste che prevedevo per la "mancata prestazione", ho avvertito in lei un rilassamento generale, che alla fine si è tradotto nello scioglimento di molte sue tensioni muscolari. Era come se si fosse riaccesa internamente.
Ha poi ricambiato, regalandomi grande beneficio e contentezza, più o meno con gli stessi "metodi" (virgolette d'obbligo, in quanto non si tratta di procedure codificate come possono essere quelle del reiki). Mi ha fatto piacere constatare che queste cose così poco definibili funzionano o possono funzionare anche tra "persone qualsiasi".

Non abbiamo bisogno di guru, ognuno di noi ha dentro un diamante ed essenzialmente è luce.

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