26.2.03

Un racconto trovato in rete (di un manifestante "disobbediente" alla stazione di Fornovo):

vedo i carabinieri piangere! Non “i carabinieri”, a dire il vero, ma tre; anzi, di due vedo solo gli occhi lucidi e rossi. Solo di uno vedo le lacrime. Ma la faccia è dolente, per tutti, e chiaro il loro sentirsi delle merde quali sono. Non so con quale forza gli urlo in faccia, ma forse me ne danno loro, per una volta, coi loro volti. Il primo, quello proprio di fronte a me, un ragazzo, soprattutto in due momenti: quando gli urlo che facendo quello che fa sta affermando che la vita di una persona, compresa la sua, vale meno di qualche pezzo di carta, denaro, documenti; meno di qualche goccia di petrolio, nel momento in cui dico, “altro che Totò, manco uomini o caporali, manco caporali siete, uomini o portafogli?”… (si sa, in certi momenti la retorica ci sta pure). L’altro momento quando, fra i cori che invitano a disertare, urlo “mi avete appena ammazzato di botte [poi, rivolto a lui], ma se passi di qui ti abbraccio!”. L’ho visto piangere, lacrimare, ma non è passato. Nessuno di loro l’ha fatto. Ma anche gli altri due di fronte a me li ho visti soffrire e ne ho visto gli occhi arrossati e l’espressione triste davvero quando gli ho detto che la notte, nonostante tutte le botte, sarei stato meglio di loro. Nonostante sia stato davvero male, continuo a pensarlo. Sarò stupido, ma credo che pure loro, per quel poco che m’hanno ascoltato, abbiano sentito lo stesso. Non sono tanto illuso da sperare che cambino abbastanza, ma quella scintilla d’umanità che ho visto brillare è stata tanto, per me.

Nulla voglio aggiungere, solo rileggere queste parole: quella scintilla d’umanità che ho visto brillare è stata tanto, per me.

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