La reazione alla coercizione è quasi sempre la ribellione.
Succede con le regole troppo rigide, ma anche con gli svaghi: l'imposizione di certe letture porta all'avversione per determinati autori o addirittura per i libri in generale, e il più delle volte prima di riscoprirli deve passare molto molto tempo.
Una cosa analoga avviene nell'ambito spirituale. Mi sono già espresso sulla mia esperienza con la religione cattolica [v. 29.8.02 :::] e ho modo di vedere per converso che cosa succede se i bambini vengono lasciati liberi da imposizioni, se non vengono assillati da ritualità incomprensibili o bombardati di precetti assurdi.
Quello che noto è lo sviluppo di un forte senso di spiritualità, che li porta a vedere l'invisibile, a cercare la multidimensionalità, a incontrare la multisensorialità.
Questo generalmente avviene attraverso il gioco, e delicatissimo è il compito dell'adulto nel cercare di carpire per capire, ma senza invadere e soprattutto senza distruggere quel tipo di interazione che evidentemente fa parte della nostra natura di esseri umani, ma che una volta cresciuti (anagraficamente) dimentichiamo o seppelliamo sotto una coltre di pregiudizi e autolimitazioni.
Ecco dunque un motivo in più per dare spazio al bambino che è in noi.
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