24.9.02

Piccole gratificazioni, piccoli passi:
tavolta ne abbiamo bisogno, quasi sempre sono utili.

Ieri ho accompagnato all'ospedale un'amica con la schiena bloccata. Dopo la visita con la prevedibile e quasi plenoastica diagnosi (lombosciatalgia) si è sparata un'iniezione di cortisone. Su questo non ho niente da dire: non sono affatto contro il pronto intervento se serve a lenire il dolore riducendo l'infiammazione. Purché si sappia che se non ne vengono rimosse le cause più profonde che l'hanno originato, quel dolore prima o poi si ripresenterà. Non intendo riferirmi solo alle cause di natura meccanica (postura errata, sovraccarichi, colpi d'aria), che sono il tramite materiale, ma a quelle che attengono alla nostra sfera più essenziale. Esempio tratto da una recentissima esperienza personale: l'altro giorno, per alleviare il mio solito dolore alla spalla destra, ho chiesto a un amico di praticarmi un po' di shiatsu. Risultato: la contrattura spariva da un punto e compariva in un altro, quasi a sottolineare la natura più psicologica (o sentimentale, o spirituale) di quel mio sintomo.
Ieri mi sono offerto di fare una procedura alla mia amica, ma lei ha rifiutato: non per scetticismo, ma per paura (sue parole). Non ho certo voluto forzare la sua volontà (il libero arbitrio c'è e deve essere sacro, altrimenti che sfizio ci sarebbe a vivere?) e ho acconsentito a porle le mani a diretto contatto con l'area dolente, la zona lombare. Mi ha detto di trarre una sensazione piacevole dal calore che sentiva pervaderla (tutto ciò prima dell'iniezione), poi me ne sono andato.
Oggi l'ho rivista: sta molto meglio fisicamente (e tte credo, dopo la puntura!), ma ciò che mi ha colpito è stato il suo ringraziamento per averle "lasciato un senso di pace e di grande serenità".
Piccole gratificazioni, piccoli passi, pace e serenità.

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