25.1.07

M'assopisco e sento che allunghi mani e voce per toccarmi l'anima. Di soprassalto mi ripiglio, nel torpore mi risveglio, vedi comprendimi non è che non voglio, ma sto tutto in subbuglio, per il mio cuore è un maglio se d'irrealtà si schiaccia. Ti vedo viso e faccia, fin troppo ci cincischia quel soffio tuo distante, lungi da me, di voluttuosa velleitarietà. Sapermi percepito fin dal tuo profondo è bello e confortante di per sé, ma scontra e cozza duro sull'io, pestando e spiaccicando l'ali al tribolato volo d'un coleottero deluso.

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