27.3.03

...messaggio che inizialmente mi diede altri "pensieri"...

Quali?

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Sarà la stanchezza in sé, sarà che la stanchezza abbatte ogni resistenza, sarà che a un certo punto non si torna più indietro e per questo hanno inventato l'espressione "punto di non ritorno", sarà per chissàcosa, comunque sia, quel motore di frigorifero che più volte [vedi 9.7.02 :::] mi è capitato di avvertire più o meno all'altezza del "terzo occhio", ora e da un paio di giorni si fa sentire con frequenza sempre maggiore. In questo istante però mi sta prendendo piuttosto nella zona del chakra superiore, quello che dovrebbe trovarsi sopra il cranio, credo in corrispondenza della "fontanella" ossea che ultima si chiude a proteggere il nostro cervellino neonato.

Insomma, prima o poi dovrò pur tenere conto di quelle parole recenti e già antiche, che però la mia buona memoria insinua all'attenzione con la forza dell'istinto che tutto rende presente. Sarà lei a portarti là dove devi andare. Queste le parole che mi dissero o le dissero... ho appena affermato di avere buona memoria e invece ora il dettaglio non lo ricordo, ma forse questo succede quando l'essenziale è il messaggio, non il mezzo usato per recapitarcelo.
Già un'altra volta ero incorso in questa sorta di amnesia: quando con un flash, mentre pedalavo in bici ebbi netta la sensazione che con lei avrei dovuto condividere qualcosa di più grande di me e inaspettato, un compito non necessariamente piacevole, ma doveroso e imprescindibile.

Dunque quella Procedura (o scambio) cui abbiamo accennato s'ha da fare.

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...volgare quotidiana routine...

Credo che di questa facciano parte anche tante quisquilie di cui nella condizione di innamorato mi disinteresserei totalmente, adattandomi felice a situazioni apparentemente opposte tra loro (l'ordine o il disordine, il lavoro o l'ozio, la folla di impegni o l'isolamento) per il semplice fatto che ne avverto l'assoluta marginalità. Non è questione di pigrizia o di eccessiva cedevolezza: si tratta di riconoscere a istinto ciò che importa veramente e ciò che invece suona all'orecchio profondo come una caterva di stronzate.

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