19.8.02

L'olfatto, l'astrale e l'evoluzione cellulare

Tempo fa scrivevo per la principessa radiosa: "Ti sento. Percepisco fisicamente il tuo odore anche a distanza di tempo e di spazio. Le fragranze che hanno contraddistinto le migliaia di istanti condivisi continuano a farsi presenti avvolgendomi sensi e anima."
Quando parlai alla mia ex maestra di canto di queste sensazioni lei mi rispose molto tranquillamente: "Succede perché ce l'hai ancora nell'astrale. Se vuoi ti insegno un modo per liberartene." Le fui grato di questa informazione (come della sua spiegazione del "sogno vigile", ma quella è un'altra storia), però decisi che non avrei compiuto passi in tale direzione, lasciando che le presenze nel cuore e nei sensi continuassero a manifestarsi anche laddove avessero comportato il dolore del vuoto e del rimpianto.
Non ne sono pentito e ho avuto modo di osservare che in un certo qual modo questa particolare espressione del senso dell'olfatto costituisce un trait d'union tra corporeo e invisibile, un aggancio che permette di innalzarsi senza perdere contatto con la spettacolare bellezza dello splendore terreno.
Più recentemente mi è sembrato di poter cogliere un'intuizione, collegata a informazioni sull'evoluzione cellulare ricevute tra una seduta e l'altra: in parte le emanazioni da me avvertite come intenso ricordo o stupendo legame provengono da me stesso e sono dovute ai cambiamenti intercorsi nella mia persona a livello cellulare. A quanto pare, le energie essenziali agiscono a livello veramente profondo.
Per quanto ciò sia verbalizzabile, direi che si tratta di un'evoluzione legata alla consapevolezza di essere costituito anche da vortici di luce, che accelerano un divenire foriero di ulteriori mutazioni profonde, a innescare una sintonia a frequenze elevate che mi pone in comunicazione anche sensoriale con dolci creature, compresa colei che ho avuto la fortuna di lambire anima e corpo.

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