4.11.02

Cercare le affinità essenziali anche in mezzo a palesi differenze è utile per accelerare il nostro processo di evoluzione interiore.

Ci può aiutare a capire meglio quella parte non oggettivamente asseribile di noi stessi, quella che concorre a comporre e far esistere la sfera comprendente carne, ossa, chimica corporea, elettricità, ma anche aura, luce, anima... Insomma, il nostro io intero, fatto di corpo ed essenza.
Ci può anche aiutare a procedere, perché è bello sapere di non camminare da soli lungo sentieri che sembrano inesplorati e che invece rivelano la presenza delle tracce di chi ci ha preceduto.

Alle volte si gode dell'immensa fortuna di incontrarsi personalmente, di percorrere insieme un tratto... e l'unica fatica è quella di rendersi conto che, per quanto indimenticabile, una volta passato è passato. Ma è come la meraviglia delle comete, che anche dopo essersi allontanate alla vista, continuano a brillare nel nostro sguardo.

Altre volte, se ne siamo capaci, si può apprezzare un messaggio da captare e decriptare anche a distanza, pur se l'incontro avviene "solo" telematicamente (il nostro surrogato per un altro avverbio che la specie umana ha troppo trascurato: telepaticamente).

Apprezzamento che esprimo pubblicamente per molte delle pagine scritte da mariemarion.

Ne voglio citare un brano:
In ogni caso ognuno di noi da diecimila anni cerca di superare il dolore del distacco attraverso la speranza che di là... di là...
Di là è pace, non me l'hanno raccontato i preti né i buddisti. L'ho vista io, l'ho sentita io quella pace. E' una pace senza la luce luminosa che raccontano tutti. Qualcosa che non si può raccontare perché è fuori dal nostro umano atteggiamento mentale, qualcosa per cui le parole debbono essere ancora inventate. Per convenzione possiamo definirla pace ma è di più. Non è felicità, non è gioia, non è niente di umano. E'... io non so dirlo. E' e basta. Ma quando mi sono destata dal sonno ipnotico alla ricerca di vite passate un dolore furente e mai sentito s'è abbattuto nel mio cuore che voleva tornare indietro, a quel sentiero di foglie rossastre che saliva, saliva verso chissà dove , non lo saprò mai. Adesso sento che sto provando di nuovo quel senso sconosciuto di una pace sconosciuta, e le canzoni della mia giovinezza non mi fanno più male. Tutto è lontano, ricordi belli, ricordi maledetti, persone che non ci sono più.

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