29.8.02

La religione alla quale fui educato da piccolo è quella cattolica: il crocifisso, le preghiere, la messa, la Madonna, i santi, e ancora: il peccato, peccato mortale, la confessione, la comunione, i dogmi. Soprattutto i dogmi: ogni cosa era codificata e rigidamente imposta; inoltre, grazie ai vari "misteri della fede", se la cavavano senza bisogno, talvolta senza possibilità, di discutere alcunché.
La ribellione avvenne in coincidenza dell'età puberale, quando la scoperta del sesso (più che altro, dell'autoerotismo) si andò a scontrare con un muro, in quanto tali pratiche erano avversate e relegate nell'orto dei tabù dalla Chiesa e dalle sue figure di riferimento. Le imposizioni, come tutto il resto, probabilmente intendevano essere contigue all'ambito spirituale, ma nella realtà dei fatti l'evoluzione interiore dell'individuo veniva trascurata a beneficio del cieco rispetto preteso per una serie di norme comportamentali che nella fattispecie andavano a cozzare contro le nascenti pulsioni protoadolescenziali.
E così era più che prevedibile che nel ragazzo che ero io si sviluppasse l'avversione e che l'ostilità ingenerasse poi un pregiudizio negativo nei confronti della religione tout court. Bisogna considerare che è normale, addirittura fisiologico per l'adolescente ribellarsi all'ordine costituito per trovare con l'opposizione una propria identità, ma come avrebbe detto Totò: "qui si esaggera!".
Infatti l'allontanamento fu talmente deciso che per me anche il solo fatto di rimettere piede in chiesa non era nemmeno da prendere in considerazione. Soltanto dopo anni e anni l'animosità si spense e ricominciai a considerare i luoghi di culto con rispetto, sebbene continuassi a non frequentarli.
Oggi, dopo un'apertura alla spiritualità, sento di potermi riavvicinare senza pericolo anche alla religiosità, ma con animo diverso, evitando esclusività e dogmatismi.
Prendendo il lato buono di ogni cosa, come credo sia giusto.
E così, se sento di voler recitare una preghiera di quelle che m'insegnarono da piccino, lo faccio senza vergognarmi di fronte a me stesso. Anzi, devo dire che l'Angelo Custode mi piace... sarà perché in fondo lo considero uno spirito guida un po' speciale?

26.8.02

A proposito di telepatia, intesa nel senso etimologico del "sentire a distanza", credo che molte persone possano affermare di avere vissuto esperienze almeno episodiche in questo senso (se volete raccontarle, basta fare clic su "vuoi commentare?" o su "scrivimi").
Vero è che talora risulta difficile discriminare tra autosuggestione e realtà, però ogniqualvolta esista la possibilità di confrontare l'accaduto parlandone con l'altra persona o le altre persone coinvolte ne potremo avere inequivocabile conferma.

Personalmente, nell'ultimo anno più volte ho avuto modo di verificare ciò che avevo sentito o di confermare quanto sentito da altri per me: in un'occasione fu la principessa radiosa a comunicarmi affetto e conforto con un sms, perché a distanza e in un periodo in cui non ci si teneva più fisicamente in contatto aveva indovinato un mio particolare stato d'animo con meno di un quarto d'ora di scarto; un altro episodio attestato legato a lei fu una delle volte in cui pensandola avvertii una forte vibrazione più o meno all'altezza della fronte (nella zona del cosiddetto "terzo occhio") e le mandai un sms più o meno di questo tenore: "Ore 14, ti penso e sento moltissimo." Sua risposta (cito a memoria): "Alle ore 14 volevo scriverti, ma mi sono trattenuta dal farlo. Per fortuna c'è qualcuno di meno mentale e il messaggio è arrivato lo stesso."

In effetti, non è poi tanto straordinario questo fenomeno se lo pensiamo in termini di onde energetiche che emaniamo in continuazione, ma che probabilmente si sentiranno di più quando le concentriamo verso uno specifico destinatario e si amplificheranno o addirittura entreranno in risonanza in caso di contemporanea emissione (come spesso succede tra persone affettivamente vicine).
Troppo spesso nel corso della vita trascuriamo i messaggi nel momento in cui ci pervengono, ma sono comunque contento di ripescarli anche a distanza di anni: fu la mia maestra di canto a parlarmi per la prima volta di onde, descrivendo l'odio come un'enorme sinusoide che una volta partita rimbalza pesantemente, fa il giro della Terra e ci ripiomba addosso, e l'amore come un'onda sottile ma persistente e in grado di arrivare ovunque, di toccare chiunque e di beneficiare sia il destinatario sia chi la emette.

25.8.02

Timidezza e riservatezza non sono difetti, ma talvolta si accompagnano a una carenza comunicativa e allora possono comportare degli sprechi.
Mi spiego meglio: se non parliamo di un dato argomento per pudore, anche i nostri interlocutori con tutta probabilità si manterranno sulle loro e magari eviteranno di dirci quelle stesse cose che noi temiamo di lasciare trapelare.
Per converso, quando ci decidiamo a parlare anche degli argomenti che consideriamo imbarazzanti, perché attinenti alla sfera più intima o perché considerati "strambi", spesso scopriamo che gli altri, anche quelli da cui non ce l'aspettavamo, vivono esperienze analoghe alle nostre.

E così può capitare che una signora vecchio stampo che credevo prevedibile in ogni suo pensiero oltre che nelle azioni quotidiane riveli di essere "sensitiva", raccontando in un'occasione conviviale i suoi sogni premonitori. O che un amico d'infanzia incontrato dopo molti anni, incoraggiato dai miei racconti sul "muovere le mani in aria", si apra parlando diffusamente e per la prima volta della sua cerchia più intima di rapporti interpersonali e di alcuni fenomeni grosso modo annoverabili nell'ambito della telepatia.

A riconferma del fatto che per vivere meglio una formuletta che funziona sempre è: più fiducia, meno paura.

21.8.02

Giri di pista

Se ci facciamo caso, noteremo che negli anni la vita sembra continuare a riproporci lo stesso tipo di ostacoli, magari sotto forma leggermente diversa, ponendoci nuovamente di fronte, anche a distanza di parecchio tempo, allo stesso tipo di difficoltà. Queste anzi tendono a presentarsi in modo sempre più perentorio, sempre meno eludibile, talvolta più complicato. Possiamo facilmente osservare questo meccanismo in azione nel campo sentimentale o in senso più ampio in quello dei rapporti interpersonali. Noteremo però che riguarda a livello profondo il nostro stesso approccio alla vita, dal punto di vista organizzativo, cognitivo, sensoriale, percettivo, ideale, essenziale.
Si tratta di situazioni che in passato non abbiamo saputo o voluto affrontare in modo adeguato e che continueranno a importunarci finché non le risolveremo, colmando le relative lacune nel nostro processo di crescita personale e di evoluzione spirituale.
Tale nozione, connessa in qualche modo con le teorie karmiche, può essere considerata da ciascuno di noi uno strumento utile ad ampliare la prospettiva con la quale siamo soliti guardare alle cose e agli accadimenti della nostra vita. Come tale ci permetterà di riconoscere i momenti in cui ci troviamo a ricominciare giri già percorsi e di capire quale esperienza attraversare per superare compiutamente le prove che ci vengono proposte sotto forma di avversità da contrastare o di consapevolezze da conquistare.
Lo faremo sapendo che tenere lontano da noi il dolore inutile, la malattia e la negatività sarà più facile se riusciremo a far prevalere con amore la fiducia in noi stessi e nell'universo di cui facciamo parte.

19.8.02

L'olfatto, l'astrale e l'evoluzione cellulare

Tempo fa scrivevo per la principessa radiosa: "Ti sento. Percepisco fisicamente il tuo odore anche a distanza di tempo e di spazio. Le fragranze che hanno contraddistinto le migliaia di istanti condivisi continuano a farsi presenti avvolgendomi sensi e anima."
Quando parlai alla mia ex maestra di canto di queste sensazioni lei mi rispose molto tranquillamente: "Succede perché ce l'hai ancora nell'astrale. Se vuoi ti insegno un modo per liberartene." Le fui grato di questa informazione (come della sua spiegazione del "sogno vigile", ma quella è un'altra storia), però decisi che non avrei compiuto passi in tale direzione, lasciando che le presenze nel cuore e nei sensi continuassero a manifestarsi anche laddove avessero comportato il dolore del vuoto e del rimpianto.
Non ne sono pentito e ho avuto modo di osservare che in un certo qual modo questa particolare espressione del senso dell'olfatto costituisce un trait d'union tra corporeo e invisibile, un aggancio che permette di innalzarsi senza perdere contatto con la spettacolare bellezza dello splendore terreno.
Più recentemente mi è sembrato di poter cogliere un'intuizione, collegata a informazioni sull'evoluzione cellulare ricevute tra una seduta e l'altra: in parte le emanazioni da me avvertite come intenso ricordo o stupendo legame provengono da me stesso e sono dovute ai cambiamenti intercorsi nella mia persona a livello cellulare. A quanto pare, le energie essenziali agiscono a livello veramente profondo.
Per quanto ciò sia verbalizzabile, direi che si tratta di un'evoluzione legata alla consapevolezza di essere costituito anche da vortici di luce, che accelerano un divenire foriero di ulteriori mutazioni profonde, a innescare una sintonia a frequenze elevate che mi pone in comunicazione anche sensoriale con dolci creature, compresa colei che ho avuto la fortuna di lambire anima e corpo.

14.8.02

Gli sguardi, le carezze, i baci: piacevolezze immutabili nella loro verità dell’istante presente. Come tutte le cose più semplici e dunque più vere che possiamo assaporare nella vita. In questa vita. Nel legame tra questa vita e l’assoluto o l’intero, che è in noi e fuori di noi, analogamente all’immagine elisabettiana del microcosmo e del macrocosmo. “Ci sono mondi nei mondi” era il titolo di un episodio dei Fantastici 4, ma è anche il riassunto della nostra umana complessità di fronte all’universo, nel quale siamo inseriti senza renderci sempre conto che ne facciamo parte, che lo costituiamo noi stessi, senza soluzione di continuità perché tutto è una e una sola cosa. Ed è bello navigarci, fluttuare nell’essenza e ricongiungerci nell’amore.
Quanto più rettamente sapremo seguire la strada della semplicità, tanto meglio riusciremo a evitare sprechi energetici in quisquilie senza importanza, che fanno tanto dannare per poi lasciare la bocca amara e il cuore insoddisfatto e senza sorriso. E potremo invece godere irradiando e ricevendo gioiosamente luminose coccole.

13.8.02

Due libri che ho incontrato...

In comune hanno la curiosità che il titolo dell'edizione italiana tradisce l'originale e il fatto che sono testi utilissimi se non addirittura illuminanti.
Mi riferisco a
Una sedia per l'anima di Gary Zukav
(The Seat of the Soul, ovvero "La sede dell'anima")
e a
Messaggio per un'aquila che si crede un pollo di Anthony De Mello
(Awareness, ossia "Consapevolezza").
Zukav ci parla di karma, di anime e di multisensorialità, invitandoci a procedere nell'evoluzione spirituale operando le scelte con responsabilità e fiducia per acquisire il potere personale autentico, quello dell'intuizione e della luce essenziale.
De Mello, con uno stile divertente e quasi scanzonato che attinge tanto alle diverse tradizioni spirituali quanto all'aneddotica umoristica, insiste sulla consapevolezza come unico modus vivendi affinché l'esistenza sia degna di essere vissuta.
Entrambi contribuiscono a smuovere in noi le energie necessarie a rimuovere gli ostacoli che si frappongono tra routine e autenticità, aiutandoci nel percorso che mira ad acuire la percezione spirituale allo scopo di cominciare a essere felici qui e ora, irradiando luce, consapevolezza e amore.

8.8.02

Apertura significa anche cogliere le affinità, apprezzare le differenze, scardinare le perplessità, abbattere le diffidenze.
L'altro giorno, invitato dalla gentile E. in un dojo, ho avuto il piacere e l'onore di "ricevere la luce" secondo il cerimoniale detto Okiyome: compiuti due inchini e battute per tre volte le mani verso una sorta di altare, l'iniziato recita una preghiera e alza una mano in direzione di uno dei punti del corpo terreno la cui essenza deve ricevere la luce divina. Alla fine, di nuovo, sia l'iniziato sia chi riceve si inchinano e battono le mani all'unisono. Prima di andarsene, si recita mentalmente o vocalmente una preghiera secondo il proprio sentire. Probabilmente la mia verbalizzazione risulterà un po' goffa a chi ha maggiore familiarità di me con questa pratica spirituale, ma cerco solo di descrivere ciò che ho visto e percepito.
Durante la pratica ho voluto notare più le affinità essenziali che non le differenze formali rispetto alle esperienze precedentemente vissute con le procedure "vibrazionali", quelle in cui si muovono le mani in aria, per usare un'espressione a me cara. In entrambi i casi, fatte salve le grandi differenze di approccio e il maggiore o minore coinvolgimento, si tratta di una ricerca del sé superiore, della nostra parte spirituale, un tendere all'unione con l'essenza universale, divina, che è anche in noi.
Ognuno continuerà a procedere sul suo cammino, ma è bello riconoscere che non si è soli a camminare. Grazie.

3.8.02

La non scuola del sé superiore

Giorni fa scrivevo di ritualità, ma di fatto quando muoviamo le mani in aria per una procedura il dato comune è quello di lasciarle fare. Ognuno compie i movimenti che sente di compiere ed essi vengono determinati dall'interazione tra le energie di chi opera e di chi si affida.
Scrivo "chi opera" e "chi si affida", ma sia chiaro che le procedure non andrebbero considerate sedute di fruizione passiva, perché se è vero che talvolta per definire l'operatore e chi sta sul lettino si può parlare di terapeuta e di paziente, bisogna pur tenere presente che l'azione, in qualche misura, è sempre bidirezionale (come minimo, dato che per nostra fortuna non mancano certo gli interventi delle entità invisibili o dell'essenza universale - vale a dire delle anime trapassate e di Dio, se vogliamo usare la terminologia e l'immaginario più familiari a chi da queste parti abbraccia la visione religiosa tradizionale).
Non sono stato istruito né addestrato a fare le procedure: nessuno mi ha insegnato esplicitamente che cosa fare, nessuno mi ha suggerito di applicare un cerimoniale o una tecnica (salvo l'accortezza di lavarsi le mani dopo ogni seduta). So di essere stato particolarmente fortunato nei miei incontri: a riprova di ciò, tra le persone che operano da me conosciute nessuno si è mai atteggiato a maestro, tantomeno chi a ragione potrebbe considerarsi a un livello di sensibilità particolarmente elevato.
Come risposta alle mie incertezze di principiante mi fu solo detto:
"Sii le tue mani". Era il 9 gennaio. Pochi mesi, una vita.

2.8.02

Riuscire a respirare al mio ritmo è l'’obiettivo e insieme il punto di partenza per contribuire a determinare il benessere della mia disposizione d’'animo. E tante diverse pratiche devono concorrere.
Credo di dovermi rifare alla forza domatrice piccola, come già mesi e mesi fa risultò dalla consultazione dell'I Ching, ma stavolta nei riguardi di me stesso, autodisciplinandomi nei singoli procedimenti per giungere a un equilibrio personale globale: il lavoro, il riordino, l’'alimentazione sono alcuni dei fattori cui prestare attenzione.
E questo insieme di azioni minute ma importanti unito alla volontà di affidarmi sarà foriero di luce e pacata felicità, a preludere a maggiori godimenti. Dico io.

1.8.02

Finalmente, grazie a YACCS, i commenti funzionano. Saranno i benvenuti.