22.11.05

Esercizio

Riconoscere appieno il tuo sé come sorgente di luce, sentimenti, benessere.
Tutte cose che non hanno sede nella proiezione del desiderio su un'assenza.

Ritrovare la scintilla lì dov'è, accogliere quel che c'è, capire perché serve viverlo attraversarlo risolverlo.
Tutte cose da dirsi e ricordare quando si sta bene, per applicarle poi anche nell'evenienza di momenti ardui.

10.11.05

Camminare sulle acque (*, **) è necessario e salutare, in quanto sublime incarnazione del principio di leggerezza.

Lasciandoci elevare dalla nostra parte più vorticosa, eterea, luminosa d'aria e di luce aerea, scopriamo come i pesi che gravano sul nostro incedere ce li fabbrichiamo noi. Le stesse identiche cose, diversamente considerate, pèrdono il carattere di zavorra, specialmente quando ci si rende conto della loro temporaneità.

Tenere i piedi per terra, d'altronde, è utile e necessario per godere del privilegio che è vivere qui e ora, in carne e ossa, in sensi e desideri. Per tuffarsi nel vivere e... per nuotare, all'occorrenza.

4.11.05

Una segnalazione, da prendere un po' come preferite: infatti si tratta senza dubbio di un bel racconto, ma anche di qualcosa in più, se non si chiudono le porte dell'accettazione.

Mi riferisco a Los dias de los muertos, scritto e pubblicato da Gilgamesh.

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Personalmente, mi rammenta che prima o poi dovrò intraprendere il cammino della regressione ipnotica, per quanto malinconica possa risultare. Vorrei solo capire quando sarà il momento giusto per farlo.