30.9.03

Esiste l'intenzione.
Ed è un bene che sia buona.

Esiste l'azione.
Ed è comprensibile che venga rimandata.

Esiste l'espressione.
Ed è inaccettabile che non sia usata.

Non è saggio trascurare la comunicAzione.

27.9.03



Leshana Tovah

26.9.03

Anni fa un'amica dolce e carissima mi raccontava che in quel preciso periodo della sua vita stava lavorando tantissimo, affrontando problemi spinosi in vari ambiti e dormendo molto meno del necessario, ma senza sentirsi distrutta come si sarebbe aspettata. Concluse: "È l'amore che mi sostiene."

Qualche tempo dopo capii per esperienza diretta che cosa intendesse descrivere: una forza senza sforzo, un'energia senza dispersione, una luce senza abbagliamento. Un fluire estatico e lucido ad un tempo che con una manciata di ore di sonno mi permetteva di attraversare agilmente intere settimane superando ostacoli svolgendo compiti rispettando incombenze senza trascurare l'essenziale nelle sue migliori forme: intreccio carnale e spirituale, eros e reiki, l'amore dei corpi e degli sguardi, l'abbraccio di anime che si baciano.

Tutto ciò è un patrimonio che emana da noi una volta disseppellito il diamante, ma è come carburante che abbisogna di una scintilla per accendersi e accenderci.
Altrimenti ciccia. Difatti stamane, per essermi coricato alle 4 e alzato alle 7, sono quasi distrutto.

25.9.03

...ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

Nessuna fonte va trascurata, basta constatare la poeticità amorosa di questa inflazionata frase liturgica.

...

Nessun istante va sottovalutato, basta constatare l'irripetibilità di ogni singolo scambio esperienziale.



Ti porto con me , nel nostro nido (che mi sembra piu’ appropriato che letto), per forza. E’ imprescindibile ma ormai sei dentro , ovunque, per cui e’ forse per questo che non vivo l’ansia. Vivo e basta e molta di questa vita viene dall’incontro di noi.

E nessun ricordo va dimenticato. D'altronde, anche volendo, non sarebbe possibile.

24.9.03

affrancarmi dai vincoli per affrancarmi a te
e spedirci in orbita estatica
abbandonandoci ci ritroviamo: è bello quando mi abbandono, meno bello se mi abbandoni tu
volatilità, l'intangibile è rapido più del pensiero, non cercare di possederlo, ma lasciati soffiare con la brezza, fiutala e ricordala

22.9.03

Non disdegnerei un massaggio. O una procedura. Oppure un soffio d'aria calda, un bacio, una carezza, delle parole, un po' di musica dolce, qualche effluvio irresistibile, o anche una nuotata, uno scroscio tiepido, un raggio di sole, uno sguardo, un corpo sulle labbra e labbra a cercar me.
La luna, è inutile rincorrerla, tanto cambia ogni quarantott'ore. È solo bella da guardare.
Marte, è pericoloso, specie se inverso. Però anche lui è bello da guardare.
Quanto agli altri pianeti, non so, non ci capisco, preferisco rimirar le stelle. E annusare l'aria, o meglio ancor la pelle.

18.9.03

Suoni ben accordati producono armonie. Può capitare lo facciano anche parole non concordate, emesse da sorgenti indipendenti. Una sensazione di affinità intuitiva m'induce a segnalare una cosa che Simone ha scritto su Cut'n'Paste:

Io sono
Ciò che davvero voglio, ottengo.
Ciò che è ragionevole perseguire, perseguo.
Libero dai desideri vacui, dalle illusioni,
dagli obiettivi che non mi appartengono.
Ci sono cause che non devo difendere,
ci sono battaglie che non combatterò,
idee in cui non è mi è concesso credere.
Sono cosciente. Sono consapevole.
Sconfiggo la distrazione, sconfiggo il dubbio.
La strada che ho davanti ora è retta.
La strada che ho davanti ora è diritta.
La volontà continua la trama dei miei giorni,
sono concentrato solo su ciò che faccio,
su ciò che è giusto che io faccia.
E' giusto perché l'ho deciso io di
comune accordo con tutto ciò che vive in me.
La mia vita è eterna. Le mie esistenze
devono insegnarmi qualcosa.
Qualcosa apprendo ogni giorno.
Il divino è con me.
Il divino è dentro di me.
- Simo,

17.9.03

Essere da qualche parte, in qualche forma, è una questione accidentale. E transitoria.
Nessuna angoscia, anzi uno stimolo a fare bene ciò che s'ha da fare per vivere bene ciò che s'ha da vivere.

Possibilmente con leggerezza, come suggeriscono i versi di una canzone scaricata tempo fa dal sito di Arkangel:


And it makes me flow free
To feel how small my life must be


Il testo, più o meno, dice:

Talvolta salgo sopra la città per vedere risplendere tutte le luci, sono così carine, e penso ai milioni di vite che procedono in questo preciso momento e a quelle passate
E mi fa fluttuare libera sentire quanto dev'essere piccola la mia vita
Quando posso scendo al mare e penso a quante miglia devono esserci e a tutte le persone su tutte le rive in questo preciso momento e a quelle venute prima
E mi fa fluttuare libera sentire quanto dev'essere piccola la mia vita
Tavolta sono per strada nel trambusto abbacinata da tutte le facce che vedo, mi colpisce che ci perdiamo così presto dopo la nascita, ma un sorriso può ribaltare Cielo e Terra
E mi fa fluttuare libera sentire quanto dev'essere piccola la mia vita
E mi fa fluttuare libera sentire quanto dev'essere piccola la mia vita...

16.9.03

Stasera ho bruciato incenso e mirra. Tra i fumi, si sono materializzate alcune delle parole scritte mesi fa e finora lette da pochissime persone, anzi, di meno:

[...] Le paure però c’'erano ancora e io parlavo dei sudori freddi di cui canta James Brown al solo remoto pensiero che lei potesse non esserci più per me. Non avrai mica intenzione di mollarmi? Ero sceso all'’improvviso lasciando la macchina in strada, afferrando il ricevitore della prima cabina vista a lato. ...ma sei matto?! No che non ti lascio! Erano così le insicurezze, quelle che mi facevano mal interpretare le gocce salate che irroravano i suoi occhi magici, ancora troppo lontani in parte dal mio povero comprendonio. Le labbra però parlavano, e con loro i sorrisi. E lo stare bene insieme in qualunque modo, senza dover fare niente di speciale perché speciale per noi era ogni cosa. [...]

14.9.03

La gratuità dei gesti, la bellezza del dare e del ricevere senza misura né calcoli o tornaconti si conferma benefica e gratificante non solo negli scambi affettuosi, ma anche nella trasmissione di bene.
Contano presenza, comprensione, essenza. Esserci per l'altra persona, in quel momento, anche se quel momento sarà unico.

Direi che questo mi è successo ieri sera, quando in mezzo al bailamme di tante persone con cui m'intrattenevo piacevolmente, ho incrociato una tipa mai vista prima. Stava per andarsene, ma ci hanno presentati e lì per lì, senza temere di risultare inopportuno o invadente, forte della mia sincerità umana, le ho chiesto se fosse triste e come mai. Di fronte alla sua esitazione (ma non era imbarazzata) ho soggiunto: "Per amore?"
Ora, non so come ho fatto a osare in quel contesto, forse perché ci avevo azzeccato, fatto sta che ho immediatamente ceduto all'istinto di muovere le mie mani innanzi ai suoi occhi e poi di passargliele sopra la testa, come ad aprirle il chakra superiore accompagnandone il flusso conico verso l'alto. Ho concluso con un bacino molto casto e con le parole: "Vai, che sei un fiore". Il tutto con la massima naturalezza.
Probabilmente non ci avrei nemmeno fatto tanto caso se non fosse stato per l'osservazione di una ragazza che dopo avere assistito alla scena e averne colto più che altro l'aspetto marpionesco, ha esclamato: "Non ci posso credere! Tu non la conoscevi, non ci avevi mai parlato, vero? Eppure l'ho vista, si è lasciata andare e ha anche chiuso gli occhi!"

Ieri sera è stata una serata davvero speciale per l'affettuosità di tanti incontri o reincontri, ma quello che ho descritto mi ha lasciato qualcosa di particolarmente bello dentro, proprio per il suo carattere totalmente gratuito. E sono contento di averlo detto anche a voi.

13.9.03

Ho sempre avuto desideri e pulsioni più grandi di me.

11.9.03

Ci sono giorni in cui l'unica via d'uscita sembra essere il distacco. Perché il distacco non sia perdita di sé, ma un ritrovarsi, lo chiamiamo meditazione: sviluppare la capacità di ascoltare, di ascoltarsi, lasciando scorrere via tutto il brutto e riscoprendo l'essenzialità. Giungendo a capire cosa conta davvero e cosa è inutile oberante sovrastruttura. Illuminandosi nell'intuizione dello splendore che è in noi, sempre, anche nei momenti apparentemente più bui.

Il bello di tutto ciò è che non c'è bisogno di nulla, null'altro che noi stessi, per riunirci all'energia universale che ci pervade sotto l'armatura nella quale troppo spesso ci imprigioniamo. Non ci sarebbe bisogno nemmeno del sito che vado a (ri)segnalare, ma lo faccio perché siamo on-line e perché mi piace esteticamente questo Esperimento di cyber meditazione sui Chakra.

10.9.03

Alleluia, i commenti hanno ricominciato a funzionare!

9.9.03

La dea della notte di nome e di fatto.
Eppure uno dei momenti più semplici e dunque più belli è scolpito in un pomeriggio di splendore settembrino, con il sole a baciare noi due che mentre il mondo intero intorno a noi scompariva al nostro sentire, ci guardavamo brillare gli occhi e sognavamo il prossimo incontro di labbra. Seduti su un cordolo, in attesa che iniziasse il sound check del mio concerto.

7.9.03

Se nel buio che ti avvolge, una fiamma scorgerai
corri corri senza indugi, forse è il sole che tu vuoi
e se come un fiume in piena poi, il tempo ormai usato se ne va
ed un naufrago ti senti tu, da solo scruta il blu
quella fiamma sconosciuta è la tua zattera lo sai

C'è tutto un mondo intorno che gira ogni giorno
e che fermare non potrai,
e vive vive il mondo, tu non girargli intorno
ma entra dentro al mondo


Risenti queste parole da una voce meravigliosa e pensi che sono vere, che sono un bell'incoraggiamento, che bisogna sempre puntare a volare in alto come questo qui per scoprire il mondo... che è in te.
Intanto, però, la musica ti strugge, mungendo acqua salata a incresparti la voce e a deformare il sorriso che ti guarda malincomico dallo specchio.
Sai che ti accontenteresti di saper viaggiare nel tempo, che un po' lo sai già fare, ma senza controllo, un po' come quello strambo pellegrino di cui leggesti.
D'altra parte, sai che preferiresti viaggiare insieme a lei, ma nessuno ti ha detto a quale stazione ti sta aspettando.

5.9.03

I commenti continuano a non funzionare. Pare che il guasto non sarà riparato prima del 9 settembre.
So che mi leggete e sento le onde affettuose che di tanto in tanto mi raggiungono.
Non intendo forzare nessuno, ma ribadisco che se vi va di esprimervi o anche solo di battere un colpo, sono sempre a disposizione il forum e la posta elettronica.

4.9.03

La prima volta che dici ti amo a qualcuno non è roba da niente.
Parlo di quando lo dici sentendolo, quando dirlo non è legato a un semplice entusiasmo momentaneo o guidato dall'eccitazione circolatoria.
Lo dici perché è inevitabile, lo affermi perché è indiscutibile, perché i tuoi se e ma non reggono più alla spinta potente che ti percuote il sentire, che ti scuote anima e corpo.

Anche la prima volta che qualcuno ti dice ti amo è una bella scossa.
Parlo di quando lo dice sentendolo, guardandoti nel brillare degli occhi dai suoi che brillano a loro volta con sognante incredulità.
Lo dice perché è inevitabile, lo constata e te lo comunica perché sa che è vero, che tu sai che è vero, perché sente che tu lo senti e non riesce a negarselo malgrado una cocciutaggine planetaria.

E se i momenti in cui glielo dici e te lo dice coincidono la magia si moltiplica, stupenda, di quello stupore che ti fa capire quanto sia bello, quanto è bello infrangere pudori sentimentali.

Anche il sentire, talvolta, preferibilmente, ha bisogno del dire.

3.9.03

Ripensandoci, il ricordo della felicità lo riesco a gustare, lo riesco a gestire.
Quello che invece blocca il sentire nella fase della malinconia è il senso di incompiutezza, di chi sa che qualcosa non è stato vissuto fino in fondo come avrebbe dovuto essere e non è stato sviluppato fino in cima come avrebbe potuto essere.
Un senso che viene alimentato a tradimento dalle associazioni di idee, dalla sensorialità in tutte le sue forme, anche quando non intenderei affatto affondarmici. Ma gli spunti nascono davvero in modo improbabile e imprevedibile: da un suono, da un odore, da un'immagine, una parola, un ricordo tattile. Da un'espressione vista e riconosciuta, da un gesto, da un movimento del corpo intero di una diva del cinema alla quale associo una tua espressione come non avrei mai immaginato.
E quegli spunti mi dicono che ho seppellito dinamite in giardino ricoprendo con un poco di sabbia le mie ferite aperte.

2.9.03

Ci sono persone che ti entrano dentro e non puoi fare molto per farle uscire.
(Taurie, Magicamente)
Come hai ragione Taurie...

Un'amica che ho rivisto dopo tanto tempo mi ha poi scritto chiedendomi come mai ogni tanto ho gli occhi proprio tristi.

Rien n'empêche le bonheur comme le souvenir du bonheur.
(André Gide, L'immoraliste)
Come ha ragione Gide...

Niente impedisce la felicità quanto il ricordo della felicità.