24.12.02

Ieri pomeriggio al telefono con la principessa radiosa tra altre cose abbiamo parlato di come ciascuno di noi sia Dio, o per dirla altrimenti di come in ciascuno di noi ci sia una particella del Tutto, dell'energia universale di cui come vortici di luce siamo fatti. Mi è anche venuto di citarle una felice espressione di mariemarion ("quel diamante che c'è in ognuno di noi").

Solitamente non guardo la TV. Ieri però ho ricevuto una segnalazione via e-mail e ho acceso su RaiUno, dove si stava esibendo Roberto Benigni. Per una serie di incombenze da sbrigare, ho potuto seguire solo l'ultima parte (casualità?).
Sono contento di essermi goduto l'esegesi del passaggio sulla visione di Dio e soprattutto il momento in cui il nostro giullare ha recitato la musica dantesca.
Il punto cruciale era costituito dall'identificazione dell'essere umano con Dio, quel vedere rispecchiata nell'eternità la propria effige.

Benigni mi è piaciuto, l'ho trovato ispirato. Intendo dire spiritualmente ispirato. La sua commozione sui versi finali era vera e non recitata. Gli ho letto negli occhi l'evoluzione che deve avere attraversato (probabilmente da qualche anno) e la gioia con la quale capisce che può trasmetterla.
La stessa cosa succede quando ci si sente colmi d'amore, di quello che va ad accarezzare le persone a noi care anche a distanza, anche quando quella distanza sembra incolmabile fisicamente (ma chi può sapere come s'incroceranno i sentieri domani?).

Dal canto 33 del Paradiso, Divina Commedia:

[...] giunsi
l'aspetto mio col valore infinito.

[...]
Nel suo profondo vidi che s'interna
legato con amore in un volume,
ciò che per l'universo si squaderna:

[...]
La forma universal di questo nodo
credo ch'i' vidi, perché più di largo,
dicendo questo, mi sento ch'i' godo.

Un punto solo m'è maggior letargo
che venticinque secoli a la 'mpresa,
che fé Nettuno ammirar l'ombra d'Argo.

Così la mente mia, tutta sospesa,
mirava fissa, immobile e attenta,
e sempre di mirar faceasi accesa.

A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta;

però che 'l ben, ch'è del volere obietto,
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella
è defettivo ciò ch'è lì perfetto.

[...]
Ne la profonda e chiara sussistenza
de l'alto lume parvermi tre giri
di tre colori e d'una contenenza;

e l'un da l'altro come iri da iri
parea reflesso, e 'l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri.

[...]
Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso,
da li occhi miei alquanto circunspetta,

dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo.

[...] la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne.

A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle.

17.12.02

Finalmente ricomincio a vedere il sito. Nei giorni scorsi ho pubblicato al buio, cioè potendo accedere solo ai codici html e non al risultato finale, alcune parole di Proserpina. Perché mi abbiano colpito lo scoprirete andandole a leggere.

Approfitto anche per ringraziare chi ha messo nella propria pagina un link a vocenarrante: oltre alla pluricitata mariemarion, mi riferisco a LunaticaMente, la cui autrice mostra di sapere cosa sono le emozioni che ti attraversano il cuore giungendo a toccare l'essenza.
Una citazione en passant arriva anche da Blandamente, un blog che se la prende giustamente comoda.

Ho poi scoperto un omonimo tra un gruppo di fautori del bookcrossing. Evidentemente i nomignoli sono meno numerosi delle persone.

Oggi sono stato da V. e mi hanno lavorato sul terzo occhio, ma credo sia presto per parlarne.

10.12.02

Grazie a Millevoci, che ospita alcuni miei versi. Sono parole d'amore innato, quello che prende e illumina dal di dentro, ti fa sorridere radiosamente a ogni cosa e al tutto.
Ma anche lo stesso che se non ci sei abituato ti inebria togliendoti lucidità e annebbiando la capacità di vagliare le cose, di ridurre gli errori. Così capita che insieme a ricordi ineffabili rimanga la scia del rimpianto, uno spumeggiante scintillio che si nutre di lacrime per il non vissuto.
Non volendo gettare palate di sabbia sul passato, compito irrinunciabile della memoria diventa quello di riuscire a eliminare il periodo ipotetico, quell'inutile ammassarsi di congiuntivi e condizionali, confinandosi a ciò che è stato e non a ciò che (forse) sarebbe potuto essere.
E parlando di tempi e modi, l'obiettivo di sempre rimane essere, ora e qui. Paradossalmente, ciò che sembra una riduzione permette l'espansione, annullando tempo e spazio: il qui diventerà "in ogni dove", l'ora sarà "l'istante che si fa eternità".
Unico luogo il cuore... materia l'incrocio di sguardi... luminosa gioia oltre ogni dire...
Amore.

4.12.02

Sedute e letture

Oggi sono stato da V. e abbiamo fatto una seduta definita "grandiosa", lavorando sul giovane F. che alla fine si sentiva "riconnesso" e "di nuovo tra i beati".
Prima che si stendesse sul lettino, abbiamo parlato e seguito la scrittura di V., che ci ha invitato a condividere varie letture. Alcune sono state tratte da un libro che avevo per caso con me:
Così parlò Zarathustra, di Friedrich Nietzsche.
Come al solito, constatavamo che le parole nelle pagine indicate si attagliavano precisamente alla situazione di cui stavamo discorrendo, illuminando alcuni aspetti evolutivi che ciascuno di noi si trova ad affrontare.
In particolare, di un passaggio è stata richiesta la lettura e la rilettura, che ho ripetuto volentieri ad alta voce e che desidero riportare qui:

Purificarsi deve ancora il liberato dello spirito. Molta prigione e muffa sono rimaste in lui: puro deve diventare ancora il suo occhio.
Sì, io conosco il tuo pericolo. Ma per il mio amore e per la mia speranza ti scongiuro: non gettar via il tuo amore e la tua speranza.
Nobile ti senti ancora e nobile ti sentono ancora gli altri, che ti vogliono male e ti gettano occhiate cattive. Sappi che a tutti è d'intralcio un uomo nobile.
Anche ai buoni è d'intralcio un uomo nobile: e perfino quando lo chiamano buono, intendono con questo toglierlo di mezzo.
Il nobile vuol creare del nuovo e una nuova virtù. Il buono vuole il vecchio e che il vecchio sia conservato.
Ma non questo è il pericolo del nobile, che diventi un buono, bensì che diventi uno spavaldo, uno schernitore, un annientatore.
Ah, ho conosciuto uomini nobili che perdettero la loro più alta speranza. E ora calunniavano tutte le speranze alte.
Ora vivevano spavaldamente di bravi piaceri e non ponevano più le loro mete al di là della giornata presente.
"Lo spirito è anche voluttà" - così dicevano. Così spezzarono al loro spirito le ali: ora esso s'aggira strisciando e rosica tutto insozzandolo.
Un tempo essi pensavano di diventare eroi: gaudenti sono ora. Afflizione e orrore è per loro l'eroe.
Ma per il mio amore e per la mia speranza ti scongiuro: non gettar via l'eroe nella tua anima! Considera sacra la tua speranza più alta! -


Se prendiamo l'esempio delle delusioni amorose, è facile comprendere il meccanismo per cui quando si perde la "più alta speranza" si è propensi a negare "tutte le speranze alte".
E dunque assume peso specifico stagliandosi incoraggiante l'esortazione dell'ispirato:
Considera sacra la tua speranza più alta!

28.11.02

Lettere d'amore innato

...è il titolo di una pagina che raccoglie una parte infinitesimale di parole sbocciate dal cuore. Scambiate in mesi di verbalizzazione continua eppure mai sufficiente a circoscrivere il flusso di luce sorridente che sgorgava, ora lo so, direttamente dall'anima, attraversando per fortuna anche ogni cellula del corpo fisico.

Da quando devo fare i conti con una realtà che si è discostata dalle aspettative, cerco di limitare quelle correnti... anche perché la potenza del linguaggio è tale per cui ogni esplicitazione va a concretizzare, a rendere "oggettiva" una sensazione. E per quanto mi addestri a essere fluido e a far prevalere la dolcezza, non sono ancora in grado di digerire ogni macigno.

Però ieri non ho potuto fare a meno di scrivere un sms che trasmetteva "un abbraccio dolce" all'indimenticabile principessa radiosa.
La risposta ricevuta è stata fonte di grande gioia e voglio riportarla qui: "Grazie x l'immutato bene che hai per me. Lo sento e viaggia nelle onde. Anche se non sento la tua voce non mi coglie il dubbio.Questo succede scambiando amore."

Questo succede scambiando amore.

23.11.02

Un anno, una vita (o forse di più)

Era il 22 novembre dell'anno scorso, giovedì, santa Cecilia protettrice del canto, quando andai per la prima volta da V. previo appuntamento preso per me dalla principessa radiosa. Arrivai là sereno, aperto e curioso in giusta misura. Sapevo che faceva "scrittura automatica" e volevo ascoltare. Mi chiese per quale motivo fossi lì e risposi: "Perché penso che questa esperienza possa aiutarmi a crescere". I successivi sviluppi mi avrebbero dato ragione.

La crescita personale è un processo comunque ineludibile, ma può rallentare fino quasi alla stagnazione se non rimaniamo sempre vigili e presenti a noi stessi; un aiuto esterno può contribuire a farci accelerare. A tale proposito, se sapremo approfittare delle opportunità che la vita ci offre, qualsiasi percorso si decida di intraprendere potrà essere valido, ma senza dubbio ce ne sono alcuni che potenzialmente permettono di progredire più velocemente di altri.

Quel giorno, dunque, una volta che mi fui accomodato su una sedia di fronte al suo scrittoio, V. cominciò a scrivere:
Consideriamo questo tuo passo molto decisivo e ti riconosciamo la qualità di un'essenza che si sta condonando alla luce ti consideriamo attivo e sommamente presente a te stesso per cui la p. 149 del g.d.l. ti si addice.

Lessi dunque quel brano del Manuale del guerriero della luce di Paulo Coelho:
"Dai allo sciocco mille intelligenze, ed egli non vorrà null'altro se non la tua," dice il proverbio arabo. Quando il guerriero della luce comincia a piantare il suo giardino, nota che il vicino lo spia. A costui piace dare consigli su come seminare le azioni, raccogliere i pensieri, irrigare le conquiste.
Se il guerriero presterà ascolto a ciò che l'uomo sta dicendo, finirà per fare un lavoro che non gli appartiene: il giardino a cui si sta dedicando deriverà da un'idea del vicino.
Ma un vero guerriero della luce sa che ogni giardino ha i propri misteri, che solo la mano paziente del giardiniere è capace di decifrare. Perciò preferisce concentrarsi sul sole, sulla pioggia, sulle stagioni. Sa che lo sciocco che dà consigli sul giardino altrui non sta badando alle proprie piante.


Era lampante l'invito ad ascoltare me stesso senza seguire necessariamente le orme altrui. Riprese a scrivere:
Come vedi è chiaramente consentito il consenso a questioni superiori e ora la p. 119 dell'I Ching

Era una pagina in cui tra altre cose si parlava della potenza della musica e del valore terapeutico del canto (che avrei sperimentato quella sera stessa).

Di nuovo la penna di V.:
Compreso!!! Ora ti consigliamo di andare sul lettino poiché ne parlerete dopo di ciò che è un'esperienza del sé ma se vuoi dire qualcosa prima parla

Se non ricordo male dissi che quando avevo preso l'appuntamento pensavo di non avere alcun problema e invece da qualche giorno mi sentivo il cuore pesante (causa un distacco sentimentale cui non mi volevo rassegnare - di cui forse nel profondo non mi sono ancora fatto una ragione).
Detto questo vai.

Mi tolsi le scarpe, chiesi se dovevo togliermi anche il maglione, ma mi rispose che spesso sul lettino capitava di avere freddo perché durante le sedute "si va su ".

Ovunque mi trovi, ho facilità al rilassamento e nemmeno quella volta feci eccezione. Non mi parve di avvertire sensazioni eccezionali una volta chiusi gli occhi, benché mi sembrasse di vedere una sorta di cerchio di fuoco attraverso il quale sarei dovuto passare. Però effettivamente sentivo la "presenza" di V. che si spostava mentre le sue mani si muovevano in aria intorno a me.
Alla fine mi disse di avere compiuto un lavoro di connessione tra la mia parte maschile e quella femminile (Yang e Yin, destra e sinistra) che risultavano completamente separate, spaccandomi in due verticalmente.

Tornammo alla scrivania e lei scrisse:
Commentiamo la seduta dicendo che è stato fatto un lavoro di connessivo consenso alla riconosciuta espansione e che nei prossimi giorni ti renderai conto del senso di benessere che può dare un conduzionale corretto assetto di un sistema che si è unito allo stesso modo di un esempio di cui parleremo in altro momento ti salutiamo e sappi che ti renderai libero

Presi appuntamento per la settimana successiva.

Raccontando queste cose, mi sembra veramente che in un anno sia passata una vita (o forse di più).

22.11.02

Ascoltare, esprimersi, commentare, scambiare... i vostri spunti

Mi piace molto notare e annotare quanto proviene da chi ha la bontà di venire a leggere queste pagine. Ultimamente, come avevo già sottolineato, si è animato anche il forum, oltre ai graditissimi commenti inseriti in questa stessa pagina e ai messaggi ricevuti via e-mail.

Per chi non ci fosse ancora capitato, vi invito a visitare e a partecipare al forum, nel quale Fabio scriveva tra l'altro:
il problema e' riconoscersi per quello che si e' e basta. Non pensare a quello che si è ma esserlo.
Hai ragione, bisogna semplificare. La bellezza è semplice, l'amore è semplice, il benessere che favorisce la crescita personale è nell'eliminazione delle complicazioni insensate.

Mariemarion ha parlato di Reiki (che se non sbaglio significa forza vitale / energia universale):
Passa dappertutto, anche attraverso ir compiute. E funziona sempre, se proviene da qualcosa che non cerchi nel pensiero e neanche nell'animo. Qualcosa che abbiamo dentro tutti, a saperla cercare e trovare. E' una forza divina che gli uomini chiamarono Dio, gli Orientali positività. E' l'Energia dell'Universo che non c'entra coi miracoli di Padre Pio o della Madonna di Lurd. Io non la so descrivere, so che è luce bianca che proviene dal plesso solare e s'irradia a chi soffre, a chi piange. Tu gli sorridi dentro con la tua luce bianca, e all'improvviso gli porti fortuna...
Al di là delle scelte terminologiche, credo di individuare qualche analogia con la trasmissione di bene a distanza che ho avuto la fortuna di sperimentare, dandone e ricevendone (e spesso le due cose si confondono in un meraviglioso flusso unico e unificatore).

Avevo chiesto anche di scrivermi direttamente.
Mariemarion l'ha fatto, sottoponendo un quesito:
Spiriti guida o mente divina? quando facevo ir pirata della strada, sempre incazzata come na iena chi non conosce Roma mpo' capi', più ero ncazzata più guidavo bene. Coll'andare degli anni, studiando astrologia e i transiti planetari, ho scoperto d'aver avuto certi transiti così nefasti da essere impossibile riportare la pelle a casa. Ma , con quella guida da pirata, di averli superati senza danno! (un milione di chilometri e venticinque anni di guida da pirata... n'é possibile che sia sempre fortuna e bravura) [....] Adesso, col lume che m'è rimasto, guido si fa per dire come un pirata attraverso i brog. Io non so mai cosa scriverò, né quando l'ho scritto me lo ricordo. Allora: spirito guida? Mente divina che anche se tutto il corpo fisico e la istessa psiche se ne vanno affanculo... continua a prendere le redini del tuo pensiero per trasportarle... chissaddove io ancora non lo so, ogni giorno non lo so... [...] io credo in tutto e in niente. Solo una cosa la so, da sempre e ancor prima d'aver sentito parlare di reincarnazione. Io lo so, che non morirò. Io lo so che il corpo fisico è soltanto una vecchia carcassa da buttare allo sfascio, in parole povere al cassonetto di Prima Porta. Ma nello stesso tempo io so che resterò viva! E mi vedo sorridere al mio funerale, asciugando le lacrime di coloro (pochi) che mi piangeranno.
Ho motivo di credere agli spiriti guida, però onestamente la mia esperienza personale al riguardo è piuttosto rarefatta, costituita più da vaghe intuizioni che da voci forti e inoppugnabili. Non so se il mio lasciarmi andare al "sentire" mi metta in connessione semplicemente con me stesso (non che sia poco!) o con l'essenza universale, le anime dei morti o l'entità superiore, comunque si voglia chiamare la realtà invisibile. Di certo la chiamo realtà, perché sempre più numerosi sono i piccoli segnali che ne denotano l'esistenza.
Però non mi faccio molti problemi teorici di questo genere e preferisco continuare a raccontare quello che mi capita cercando di condividerlo con altre persone, per il piacere ma anche per l'utilità di un confronto che possa aiutarci reciprocamente a capire qualcosa in più di questa meraviglia transitoria ma sfiziosissima che chiamiamo vita e che molti dicono sia solo un prologo o un intermezzo.

15.11.02

...la questione del cuore spezzato

Chissà perché solo attraverso il dolore ci si sveglia. Ci muoviamo solo quando la sofferenza ci spreme il respiro dall'intimo. Quando siamo abbastanza scombussolati da ricondurre all'essenziale gli accidenti dell'esistenza, sfrondandola dalle minuzie che la incrostano e la complicano inutilmente.
Per attivarci occorre uno stimolo forte: purtroppo tendiamo ad aspettare di esserne implacabilmente fustigati per indurci a muovere passi decisivi sul cammino dell'evoluzione personale e spirituale. Quei passi che potremmo compiere altrettanto efficacemente, ma molto meno dolorosamente, nell'interezza umana e con il sorriso, se solo non aspettassimo di star male per mettere in discussione la vita che stiamo conducendo.
Dire "svegliatevi!" suona troppo da testimone di Geova; dire "svegliamoci!" vuole invece esprimere la solidarietà di una comunanza, quella della condizione umana che in ogni "qui e ora" ricalca ciclicamente gli squilibri energetici che ci fanno lottare laddove dovremmo abbandonarci e distrarre quando dovremmo essere vigili. Svegliamoci, cioè non impediamoci di cogliere la bellezza autentica, visibile o invisibile, dentro di noi e intorno a noi.
E il cuore spezzato? Beh, l'importante è che non smetta di battere... e pazienza per le aritmie!

14.11.02

Segnalazione:
oggi 14 novembre alle ore 21, presso il Barrio's Cafè di via Barona (angolo via Boffalora) a Milano, inaugurazione della mostra "Provenienti dai sensi", di Luigi Ronny Avitabile e Giusy Morabito, che dicono:

è l'incontro tra pittura e scultura. L'odore dei colori, il tocco dell'impasto... vi è l'anima che guarda il lavoro prima di essere compiuto. Lì nasce il grande lavoro introspettivo, che permette di andare oltre al sistema di credenze ricercando il sentimento senza alcuna restrizione. I sentimenti primordiali, come la felicità, l'amore sono le fondamenta di quest'arte, la quale esprime il proprio essere come "uno" permettendo a questo di prendere forma

E ancora:
(Luigi): i lavori attuali trasmettono a colui che osserva l'esplosione energetica sentimenti di espansione percepibili attraverso la propria sensibilità interiore. Questo è un modo per arrivare al proprio sé e scoprire ciò che siamo.
(Giusy): ...una continua ricerca dell'armonia attraverso materia, colore ed elementi che evocano la vita terrena e spirituale. Il desiderio è trasmettere quello che ognuno ha voglia di vedere attraverso sé.

Le opere rimarranno esposte fino al 27 novembre.

11.11.02

Che bello, finalmente il forum comincia ad animarsi!
Usatelo, per raccontarvi o per leggere le esperienze altrui.
Perché è sempre utile e spesso bello condividere un tratto di strada.

P.S.: se per qualsiasi motivo vi trovaste in difficoltà tecniche con il forum o nell'inserire i commenti, scrivetemi direttamente e provvederò a pubblicarvi.

4.11.02

Cercare le affinità essenziali anche in mezzo a palesi differenze è utile per accelerare il nostro processo di evoluzione interiore.

Ci può aiutare a capire meglio quella parte non oggettivamente asseribile di noi stessi, quella che concorre a comporre e far esistere la sfera comprendente carne, ossa, chimica corporea, elettricità, ma anche aura, luce, anima... Insomma, il nostro io intero, fatto di corpo ed essenza.
Ci può anche aiutare a procedere, perché è bello sapere di non camminare da soli lungo sentieri che sembrano inesplorati e che invece rivelano la presenza delle tracce di chi ci ha preceduto.

Alle volte si gode dell'immensa fortuna di incontrarsi personalmente, di percorrere insieme un tratto... e l'unica fatica è quella di rendersi conto che, per quanto indimenticabile, una volta passato è passato. Ma è come la meraviglia delle comete, che anche dopo essersi allontanate alla vista, continuano a brillare nel nostro sguardo.

Altre volte, se ne siamo capaci, si può apprezzare un messaggio da captare e decriptare anche a distanza, pur se l'incontro avviene "solo" telematicamente (il nostro surrogato per un altro avverbio che la specie umana ha troppo trascurato: telepaticamente).

Apprezzamento che esprimo pubblicamente per molte delle pagine scritte da mariemarion.

Ne voglio citare un brano:
In ogni caso ognuno di noi da diecimila anni cerca di superare il dolore del distacco attraverso la speranza che di là... di là...
Di là è pace, non me l'hanno raccontato i preti né i buddisti. L'ho vista io, l'ho sentita io quella pace. E' una pace senza la luce luminosa che raccontano tutti. Qualcosa che non si può raccontare perché è fuori dal nostro umano atteggiamento mentale, qualcosa per cui le parole debbono essere ancora inventate. Per convenzione possiamo definirla pace ma è di più. Non è felicità, non è gioia, non è niente di umano. E'... io non so dirlo. E' e basta. Ma quando mi sono destata dal sonno ipnotico alla ricerca di vite passate un dolore furente e mai sentito s'è abbattuto nel mio cuore che voleva tornare indietro, a quel sentiero di foglie rossastre che saliva, saliva verso chissà dove , non lo saprò mai. Adesso sento che sto provando di nuovo quel senso sconosciuto di una pace sconosciuta, e le canzoni della mia giovinezza non mi fanno più male. Tutto è lontano, ricordi belli, ricordi maledetti, persone che non ci sono più.

28.10.02

Portare l'uno tutto intero con sé in ogni momento, in ogni dove, in ogni espressione non è facile, non mi viene (ancora) automatico, non sempre perlomeno. E lo dico a ragion veduta, avendo assimilato considerazioni altrui e incassato critiche. Scrivendo, sono le parole a costituirsi in tramite comunicativo e quando falliscono il loro compito di essere veicoli di qualcosa di più grande di una semplice frase, significa che in quella occasione la mente non ha saputo porsi al servizio del cuore.

Il senso di appartenenza che ho avvertito vagamente l'altro giorno prima di stendermi sul lettino a quale epoca risale? E ha senso chiederselo in questi termini quando sappiamo che il tempo acquista una dimensione solo in quanto categoria della nostra limitatissima mente? Purtroppo o per fortuna persiste l'esigenza di definire, etichettare con parole le sensazioni accontentandoci dei risultati approssimativi che possiamo ottenere: solo così possiamo aiutare la nostra memoria mentale a fondersi con quella più profonda che pervade ogni nostra cellula nel marasma dell'inconscio essenziale.

Ripartire daccapo senza azzerarsi è possibile. Sì, se riparto da qui e ora, da me e dallo scandagliare a cuore aperto tutti gli strati che mi compongono, attivati dal magma potentissimo dell'amore che lasciato libero fluisce energeticamente in me, a me e da me. Esattamente come succede per i miei fratelli, per le mie sorelle, per i miei padri e le mie madri, miei figli e mie figlie, carne e spirito di quell'una e sola cosa che ci accomuna nel vivere e nel morire. E nel rivivere, qui o altrove.

Fluire, vedere a occhi chiusi, lasciarsi andare... e riuscirci mentre si ha a che fare con questo giocattolo prezioso che è la nostra esistenza presente. Vera e carica di responsabilità verso di noi e anche verso gli altri.

Un passo e poi un passo e un altro ancora. Un gesto e poi un altro gesto, ma l'attenzione scema, l'unità si sfalda. Ciò che non riesco ad abbracciare contemporaneamente si sfilaccia in un velo malinconico, a ricordarmi i limiti, benché le meraviglie brillino incessanti e lo sfavillio sia percepibile all'occhio di bimbo.

E si riparte...

18.10.02

Oggi voglio segnalare l'iniziativa di un musicista che unisce la sua arte alle pratiche energetiche. Gli incontri, che si tengono a Milano, mirano al riconoscimento del sé attraverso l'essenzialità dell'elemento suono.

...colui che sta suonando dal vivo, con l'ausilio di una sola chitarra acustica, cercherà di stabilire una sorta di "connessione" con coloro che partecipano alla seduta.
Non è un concerto, ma uno scambio energetico - emozionale che ha come protagonista il suono.
Una condivisione finale potrà mettere in luce l'energia, le emozioni, il positivo e/o il negativo mosso durante l'incontro.


Fabio Ranza, chitarrista e compositore, ha collaborato in tour con Fabio Concato, Roberto Vecchioni e Marco Ferradini ed è diplomato in Composizione. La sua discografia comprende: Green and Blue songs, Not too loud, The inner voice is calling, Feel to Be.

16.10.02

Cuore e mente

Quando parlo e scrivo col cuore, vengono fuori le cose più belle. Però è innegabile che la mediazione della mente serve: a renderle comunicabili e a diffonderle.
Come spesso accade, è questione di equilibrio: tra il dicibile e l'indicibile.


Anima e corpo

Quando tutto fluisce etereo, è solo bellezza. Però l'involucro che sta intorno alla mia anima è anche ciò che le permette di muoversi e di mettersi in contatto con il mondo. Anzi, con i mondi, perché anche per quello invisibile c'è bisogno di una mediazione: rituale, cellulare, vibrazionale.
E poi, non ho mica voglia di fare a meno della carnalità. Non mi piace l'ascetismo e diffido di chi fugge la realtà quotidiana. Solo portando l'uno dentro di noi in tutto ciò che facciamo, solo portando l'essenza anche nelle piccole cose potremo saperci esseri umani interi.

11.10.02

Finora ho parlato di... procedure, scambi, vibrazioni, amore, malinconia, essenza, viaggio astrale, affidarsi, trasmettere, riscoprire, superare, aiutare a guarire, comunicare, lasciar fluire, godere, gioco di specchi, messaggi, scrittura guidata, condivisione, ritualità, credere, connessione universale, vortici di luce, bellezza, imparare, sognare, morti, amore da innamorato, forza domatrice piccola, disposizione d'animo, mani, non scuola, affinità essenziali, consapevolezza, sguardi carezze baci, semplicità, luce, olfatto, evoluzione cellulare, sogno vigile, ciclicità, analogia con le esperienze altrui, telepatia, onde energetiche, principessa radiosa, religione, ribellione, spiritualità, preghiera, angelo custode, spirito guida, multisensorialità, esplorazione, piccole cose, risveglio, coincidenze, comprensione, responsabilità, raccontarsi, stupefacente essenzialità dell'amore totale, paradiso terrestre, meditazione, fare l'amore, libertà, vedere l'invisibile, bambino, flash, intuizione, gratificazioni, ascolto comprensione simpatia equilibrio, ponti comunicativi, scrittura ispirata, lettura condivisa, levità consapevole, amore innato...

Continuo a essere convinto del fatto che
le parole
si scelgono da sole
i destinatari
se le lasciamo fluire
non orchestrandole troppo
.

E anche per questo ho provveduto a "blobbare", sul tema:
L'anima, essenzialmente.

10.10.02

Per due volte a distanza di pochi giorni, le parole scritte in queste pagine sono state citate in The Blob of the Blogs:

La reazione alla coercizione è quasi sempre la ribellione.
- vocenarrante del 13.09.02

Le imposizioni, come tutto il resto, probabilmente intendevano essere contigue all'ambito spirituale, ma nella realtà dei fatti l'evoluzione interiore dell'individuo veniva trascurata a beneficio del cieco rispetto preteso per una serie di norme comportamentali che nella fattispecie andavano a cozzare contro le nascenti pulsioni protoadolescenziali.
- vocenarrante del 29.08.02

Al di là dell'inevitabile autocompiacimento, riporto queste frasi perché so che anche le nostre stesse parole, espunte dal contesto cui appartenevano, possono rappresentare messaggi nuovi perfino per chi le ha espresse.
E più che alla soddisfazione egoica, penso con piacere alla costituzione di nuovi ponti comunicativi. In attesa di nuovi intrecci essenziali.

9.10.02

Qualche parola d'amore innato da oggi è gentilmente ospitata nel circolo letterario di Proserpina.

2.10.02

Alcune note al volo

L'altra volta da V., il 18 settembre, avevo portato le pagine di vocenarrante e le avevamo lette insieme, cioè avevo letto qualche brano ad alta voce agli astanti, contrappuntisticamente alternato alle letture "guidate", cioè suggerite dalla scrittura automatica. Molti i complimenti ricevuti, importanti le conferme sulla scrittura ispirata (mi sento a un passo dalla scrittura guidata, ma non sono impaziente né ansioso). Poi avevo partecipato a tre sedute: su una ragazzina e due signore. A "procedere" (per chi si fosse collegato solo ora: per "procedura" intendo "muovere le mani in aria per agire o interagire sulle energie o sull'essenza") eravamo io e P., conosciuta lì (decisamente una bella scoperta). In estrema sintesi: grandi scambi energetici, calore avvertito a distanza di metri, scioglimento di rigidità presso le signore... Alla fine mi sono "guadagnato" la possibilità di sdraiarmi a mia volta sul lettino e ne sono uscito con l'anima coccolata.

Oggi sono tornato da V. (che era reduce da un viaggio importante in tutti i sensi). Dopo un po' di attesa, ho scambiato alcune chiacchiere interessanti e utili con la dolce F., toccando anche la modalità espressiva di queste pagine, delle quali avevo lasciato una copia a disposizione di chi viene e chi va. Poi mi sono affidato a V. e lei si è occupata di me (della mia essenza), con grandi risultati in termini di connessione tra le mie parti "maschile" e "femminile", ma anche di commovente apertura interiore e leggerezza. Senza lobotomizzazione, visto che i sentimenti e le malinconie persistono con grandissima forza: una presenza imperitura, credo (e un po' temo).
Comunque godo in una sorta di levità consapevole.

Tanto amore irradia in me e da me. Fin dai tempi degli Esseni...
...e chi condivise lo scorrere di settemila anni capirà nel profondo.

Ora aspetto qualche nota da voi che mi leggete: avete a disposizione i commenti a ogni intervento, il forum e la posta elettronica.
Sì, aspetto anche te.

30.9.02

Nella calura estiva parlavo di ponti comunicativi (vedi 13.7.02 :::).
D'accordo che per stabilirli talvolta non sono nemmeno necessari riscontri materiali, però anche per me ogni conferma funge da incoraggiamento e da stimolo, per cui i commenti, i messaggi e gli interventi saranno sempre doppiamente graditi.

Da oggi apro ai contributi di chi vorrà partecipare una pagina del sito la voce di vocenarrante.

Si chiama vagolando e sono lieto che la prima a regalarci le sue parole sia PProserpina:

le parole scorrono silenziose...



Vi aspetto: il momento per uscire dal guscio e scrivermi può essere anche questo, vero?

26.9.02

Basta poco

Come ho già scritto altrove, muovendo le mani in aria nelle procedure si vivono momenti in cui s’intuisce che cosa significa quando “essere” è già “fare”.
In alcune occasioni, però, non è nemmeno necessario esporsi, perché basta "esserci": con disponibilità all'ascolto degli altri, comprensione consapevole, simpatia (nel senso etimologico di sentire insieme).

Stamane ne ho avuto la riprova: ho incontrato una signora di una certa età, fisicamente e psicologicamente depressa per vari motivi. Abbiamo percorso insieme un tratto di strada durante il quale l'ho ascoltata e abbiamo chiacchierato, estendendo i discorsi dai problemi alle amenità (il "caso" vuole che conosca abbastanza bene le sue zone di origine). Quando l'ho lasciata non solo era sorridente, ma sembrava camminasse più eretta, affrontando meglio "i passi della vita" (com'è vero che le nostre condizioni di salute rispecchiano il nostro modo di essere e che il nostro corpo e perfino le azioni sono anche metafore!).

Dunque, basta poco. Quel poco, però va fatto con equilibrio: offrendo collaborazione, ma senza lasciarsi invischiare dal coinvolgimento inopportuno o dalla velleità di sostituirsi all'interlocutore, ricordandosi che quando si cerca di riempire i vuoti altrui o si crede di potere ovviare direttamente alle altrui carenze non si combina granché.
Ciascuno deciderà se e come cambiare e quali passi compiere.

24.9.02

Piccole gratificazioni, piccoli passi:
tavolta ne abbiamo bisogno, quasi sempre sono utili.

Ieri ho accompagnato all'ospedale un'amica con la schiena bloccata. Dopo la visita con la prevedibile e quasi plenoastica diagnosi (lombosciatalgia) si è sparata un'iniezione di cortisone. Su questo non ho niente da dire: non sono affatto contro il pronto intervento se serve a lenire il dolore riducendo l'infiammazione. Purché si sappia che se non ne vengono rimosse le cause più profonde che l'hanno originato, quel dolore prima o poi si ripresenterà. Non intendo riferirmi solo alle cause di natura meccanica (postura errata, sovraccarichi, colpi d'aria), che sono il tramite materiale, ma a quelle che attengono alla nostra sfera più essenziale. Esempio tratto da una recentissima esperienza personale: l'altro giorno, per alleviare il mio solito dolore alla spalla destra, ho chiesto a un amico di praticarmi un po' di shiatsu. Risultato: la contrattura spariva da un punto e compariva in un altro, quasi a sottolineare la natura più psicologica (o sentimentale, o spirituale) di quel mio sintomo.
Ieri mi sono offerto di fare una procedura alla mia amica, ma lei ha rifiutato: non per scetticismo, ma per paura (sue parole). Non ho certo voluto forzare la sua volontà (il libero arbitrio c'è e deve essere sacro, altrimenti che sfizio ci sarebbe a vivere?) e ho acconsentito a porle le mani a diretto contatto con l'area dolente, la zona lombare. Mi ha detto di trarre una sensazione piacevole dal calore che sentiva pervaderla (tutto ciò prima dell'iniezione), poi me ne sono andato.
Oggi l'ho rivista: sta molto meglio fisicamente (e tte credo, dopo la puntura!), ma ciò che mi ha colpito è stato il suo ringraziamento per averle "lasciato un senso di pace e di grande serenità".
Piccole gratificazioni, piccoli passi, pace e serenità.

21.9.02

Piccoli flash senza briglie /// un copia-incolla intuitivo

gustare la scrittura ispirata /// passando dalle parole alla parola /// incontrare la scrittura guidata /// dipende pur sempre dalla capacità di mettersi all'ascolto /// valicando la membrana dell'io interiore /// a raffica vengono ventate interne di pensieri /// o magari suggerite dal sé superiore /// tastiera e monitor invece di penna e foglio /// lasciar andare la scrittura /// mi fa sorridere interiormente /// la fluidità delle mie dita che scorrono sulla tastiera /// incanalare nella comunicazione /// provarci con gli strumenti di cui disponi /// giocare con le parole è vita /// rendere espliciti i movimenti interiori /// scrivere a ruota libera /// ripescare e incollare /// abbandono consapevole /// impulso di aprirmi /// l’io che trova forma e riconoscimento /// portare l’uno tutto intero con me /// costruzione tramite la decostruzione modulare /// da uno stesso livello lo spiraglio /// interezza essenziale in cui fluttuare /// materiale informe cui attingere /// sensazione di avere già cominciato /// nel cerchio più ampio /// incoraggiamento nella condivisione /// per una cerchia meno ristretta di potenziali destinatari /// tutto s’aggiusterà e forse anch’io /// affidarmi /// "...intento ora con gli occhi a seguire il fruscio delle foglie vertiginosamente agitate dal vento, poste a vibrare secondo frequenze similcircolatorie. Tutto è una e una sola cosa." /// improvvisazioni a corpo libero /// "E le voci? E le pelli? E le labbra e i capelli? I profumi e le carezze, le flessuosità concesse, le coccole permesse e le avances represse… tutto questo mi attira, mi avvolge, mi affascina e mi travolge." /// illuminanti le letture e incoraggianti gli scritti /// Mi lascio il tempo di fiorire rigoglioso. /// affidarmi /// Piccole azioni con serenità, per le grandi ci pensa l’universo. /// intraprendenza nel fare una procedura /// bruciare mirra e incenso /// tante emozioni grazie ai momenti di abbandono /// con la notte inizia un nuovo giorno /// tutto è possibile! /// fluttuo nella vita con consapevolezza ogni giorno accresciuta /// Più ci penso più credo. /// tutto è possibile! /// Che tu sia abbastanza aperta al sentire e non incline a reprimerlo /// sai quale voce interiore ascoltare per le tue scelte, da fare e da confermare momento per momento /// si esce dal riparo per lasciarsi baciare dal sole /// Le parole sono lì, bisogna solo combinarle. /// scrivere per ritrovarsi /// Le parole sono lì. Bisogna solo combinarle.

17.9.02

(ci sono momenti in cui si tace, ma non per questo si cessa di procedere...)

13.9.02

La reazione alla coercizione è quasi sempre la ribellione.
Succede con le regole troppo rigide, ma anche con gli svaghi: l'imposizione di certe letture porta all'avversione per determinati autori o addirittura per i libri in generale, e il più delle volte prima di riscoprirli deve passare molto molto tempo.

Una cosa analoga avviene nell'ambito spirituale. Mi sono già espresso sulla mia esperienza con la religione cattolica [v. 29.8.02 :::] e ho modo di vedere per converso che cosa succede se i bambini vengono lasciati liberi da imposizioni, se non vengono assillati da ritualità incomprensibili o bombardati di precetti assurdi.
Quello che noto è lo sviluppo di un forte senso di spiritualità, che li porta a vedere l'invisibile, a cercare la multidimensionalità, a incontrare la multisensorialità.
Questo generalmente avviene attraverso il gioco, e delicatissimo è il compito dell'adulto nel cercare di carpire per capire, ma senza invadere e soprattutto senza distruggere quel tipo di interazione che evidentemente fa parte della nostra natura di esseri umani, ma che una volta cresciuti (anagraficamente) dimentichiamo o seppelliamo sotto una coltre di pregiudizi e autolimitazioni.

Ecco dunque un motivo in più per dare spazio al bambino che è in noi.

9.9.02

Quali sono gli istanti in cui si annulla il tempo, nei quali dunque possiamo assaggiare un po' di eternità?
Quali sono gli istanti in cui si annullano le differenze, nei quali riusciamo a fondere il nostro io con un altro io?
Quali sono gli istanti in cui si tralascia ogni quisquilia, nei quali sappiamo sorbire l'essenziale?
...
Forse è proprio vero che fare l'amore è la più alta forma di preghiera.

8.9.02

La meditazione è una di quelle cose che per essere efficace deve rifuggire le prescrizioni, lasciando che ciascuno faccia quel che si sente e miri a ciò verso cui desidera orientarsi.

Voglio però segnalare ugualmente una presenza in rete che mi pare apprezzabilissima tanto per la realizzazione grafica quanto per i contenuti: il sito http://www.aemetra.it/yolanda/ vi conquisterà se i chakra vi affascinano, ma merita senz'altro una visita anche da parte dei più scettici .

7.9.02

Sensazioni... stupefacenti

Durante l'adolescenza, tutte le volte che mi capitava di fumare una canna finivo col considerare eccessiva l'attenzione dedicata a tale pratica, in quanto le sensazioni che mi procurava non mi sembravano affatto straordinarie. Rimaneva più che altro il piacere di farlo in compagnia di persone simpatiche. Fu solo qualche anno dopo che una sera, in contemporanea con un amico (bastò uno sguardo per capirci), avvertii un "TUM" dentro la testa e mi sentii piacevolmente sconvolto. E da allora seppi che cosa voleva dire.

Nella sfera sentimentale spesso succede la stessa cosa. Alle prime esperienze crediamo di avere incontrato l'amore, che l'essere innamorati sia quella cosa lì, una vaga felicità condita da un po' di euforia, e chi può dirci che non abbiamo ragione? Poi però capita anche in questo campo, inaspettatamente, addirittura con persone cui non avremmo mai pensato di legarci, di avvertire un "TUM" dentro la testa o dentro il cuore, o magari può essere "WHAM", "UOSC", "BRRZZ" o che altro... Insomma, ci capita di sentirci piacevolmente sconvolti nello scoprirci interi e di risuonare amorevolmente e instancabilmente nel condividere ogni momento con l'altra persona. Non esiste più la banalità, le routine si trasformano in potenziali scoperte di aspetti fino ad allora un po' trascurati, riusciamo a sorridere perfino degli inconvenienti che ci facevano imbestialire: tutto questo perché ci fiondiamo all'essenziale.

L'essenziale è ciò di cui siamo fatti: qualcosa difficile da definire, ma che sicuramente valica i nostri limiti fisici, superando la composizione puramente materiale che comunque ci serve per vivere e per godere.
Tutto bello, tutto perfetto? No, purtroppo esistono ostacoli costituiti da situazioni particolari, mancate corrispondenze, incomprensioni, tutte complicazioni che ci sappiamo costruire ad arte per rinviare l'accesso alla felicità da paradiso terrestre che potremmo destinarci qui ed ora.

6.9.02

Da tempo in questa pagina è attiva la possibilità di inserire commenti (grazie per gli interventi finora pervenuti).

Ora ho anche predisposto un forum dove invito a raccontare le proprie esperienze su energia universale, consapevolezza, essenza, amore, passione, spiriti guida, evoluzione personale...
Lo si può raggiungere anche dal sito la voce.

Credo sia importante per tutti uscire dal guscio e ciò lo si può fare anche raccontandosi. Nessuno è obbligato a rivelare la propria identità in queste sedi se non lo desidera, ma la condivisione potrà essere ugualmente importante.

5.9.02

Quando noto il proliferare delle coincidenze, mi viene da pensare che il caso esiste solo nella misura in cui non riusciamo a interpretare gli accadimenti che ci si propongono nel corso della vita.

Comprensione di quanto ci succede significa automaticamente minore sofferenza, più fiducia nel positivo dipanarsi delle vicende che ci riguardano.

Beninteso, ciò deve essere completamente scevro da passività e non deve farci dimenticare le responsabilità che ci competono in quanto esseri umani.

4.9.02

Risveglio

Ho l'impressione che sia in corso un generale risveglio della multisensorialità. Per asserirlo non posso prescindere dall'estrapolazione della mia limitata esperienza, però posso contare sulla concretezza dei contatti quotidiani e confrontarla con quanto mi viene confermato dall'intuizione. Il tutto, come è giusto che sia, procede a piccoli passi, ma mi pare che anche i piccoli passi stiano accelerando il ritmo.

Credo che una strada abbastanza veloce per dirigersi verso la consapevolezza passi attraverso l'esplorazione di pratiche nuove o non abituali.
E da più parti, con cadenza più o meno quotidiana, parecchie persone di provenienze diverse mi parlano di nuove esperienze e interessi. Ciò che più mi colpisce è il fatto che tale atteggiamento trovi spazio anche in coloro che si sono sempre mostrati decisamente discosti dagli ambiti che deviano dalla razionalità più dogmatica.
Così, oltre alla madre di famiglia ipertradizionalista orgogliosa di farmi leggere un articolo sui massaggi "alternativi" (shiatsu, ayurvedico, reiki), c'è chi mi confida di essersi sottoposto a sedute di ipnoterapia a scopo di autoguarigione, chi mi offre massaggi rilassanti in cambio di una procedura per l'interesse suscitato dai miei racconti, chi mi parla di sperimentazioni personali con varianti sul massaggio tantrico, chi inaspettatamente mi spiega alcuni passaggi della sua vita e la problematicità di certi rapporti interpersonali alla luce della visione karmica...

Lo so, sono piccole cose, ma anche la più bella spiaggia del mondo è fatta di minuscoli granelli messi uno vicino all'altro.

29.8.02

La religione alla quale fui educato da piccolo è quella cattolica: il crocifisso, le preghiere, la messa, la Madonna, i santi, e ancora: il peccato, peccato mortale, la confessione, la comunione, i dogmi. Soprattutto i dogmi: ogni cosa era codificata e rigidamente imposta; inoltre, grazie ai vari "misteri della fede", se la cavavano senza bisogno, talvolta senza possibilità, di discutere alcunché.
La ribellione avvenne in coincidenza dell'età puberale, quando la scoperta del sesso (più che altro, dell'autoerotismo) si andò a scontrare con un muro, in quanto tali pratiche erano avversate e relegate nell'orto dei tabù dalla Chiesa e dalle sue figure di riferimento. Le imposizioni, come tutto il resto, probabilmente intendevano essere contigue all'ambito spirituale, ma nella realtà dei fatti l'evoluzione interiore dell'individuo veniva trascurata a beneficio del cieco rispetto preteso per una serie di norme comportamentali che nella fattispecie andavano a cozzare contro le nascenti pulsioni protoadolescenziali.
E così era più che prevedibile che nel ragazzo che ero io si sviluppasse l'avversione e che l'ostilità ingenerasse poi un pregiudizio negativo nei confronti della religione tout court. Bisogna considerare che è normale, addirittura fisiologico per l'adolescente ribellarsi all'ordine costituito per trovare con l'opposizione una propria identità, ma come avrebbe detto Totò: "qui si esaggera!".
Infatti l'allontanamento fu talmente deciso che per me anche il solo fatto di rimettere piede in chiesa non era nemmeno da prendere in considerazione. Soltanto dopo anni e anni l'animosità si spense e ricominciai a considerare i luoghi di culto con rispetto, sebbene continuassi a non frequentarli.
Oggi, dopo un'apertura alla spiritualità, sento di potermi riavvicinare senza pericolo anche alla religiosità, ma con animo diverso, evitando esclusività e dogmatismi.
Prendendo il lato buono di ogni cosa, come credo sia giusto.
E così, se sento di voler recitare una preghiera di quelle che m'insegnarono da piccino, lo faccio senza vergognarmi di fronte a me stesso. Anzi, devo dire che l'Angelo Custode mi piace... sarà perché in fondo lo considero uno spirito guida un po' speciale?

26.8.02

A proposito di telepatia, intesa nel senso etimologico del "sentire a distanza", credo che molte persone possano affermare di avere vissuto esperienze almeno episodiche in questo senso (se volete raccontarle, basta fare clic su "vuoi commentare?" o su "scrivimi").
Vero è che talora risulta difficile discriminare tra autosuggestione e realtà, però ogniqualvolta esista la possibilità di confrontare l'accaduto parlandone con l'altra persona o le altre persone coinvolte ne potremo avere inequivocabile conferma.

Personalmente, nell'ultimo anno più volte ho avuto modo di verificare ciò che avevo sentito o di confermare quanto sentito da altri per me: in un'occasione fu la principessa radiosa a comunicarmi affetto e conforto con un sms, perché a distanza e in un periodo in cui non ci si teneva più fisicamente in contatto aveva indovinato un mio particolare stato d'animo con meno di un quarto d'ora di scarto; un altro episodio attestato legato a lei fu una delle volte in cui pensandola avvertii una forte vibrazione più o meno all'altezza della fronte (nella zona del cosiddetto "terzo occhio") e le mandai un sms più o meno di questo tenore: "Ore 14, ti penso e sento moltissimo." Sua risposta (cito a memoria): "Alle ore 14 volevo scriverti, ma mi sono trattenuta dal farlo. Per fortuna c'è qualcuno di meno mentale e il messaggio è arrivato lo stesso."

In effetti, non è poi tanto straordinario questo fenomeno se lo pensiamo in termini di onde energetiche che emaniamo in continuazione, ma che probabilmente si sentiranno di più quando le concentriamo verso uno specifico destinatario e si amplificheranno o addirittura entreranno in risonanza in caso di contemporanea emissione (come spesso succede tra persone affettivamente vicine).
Troppo spesso nel corso della vita trascuriamo i messaggi nel momento in cui ci pervengono, ma sono comunque contento di ripescarli anche a distanza di anni: fu la mia maestra di canto a parlarmi per la prima volta di onde, descrivendo l'odio come un'enorme sinusoide che una volta partita rimbalza pesantemente, fa il giro della Terra e ci ripiomba addosso, e l'amore come un'onda sottile ma persistente e in grado di arrivare ovunque, di toccare chiunque e di beneficiare sia il destinatario sia chi la emette.

25.8.02

Timidezza e riservatezza non sono difetti, ma talvolta si accompagnano a una carenza comunicativa e allora possono comportare degli sprechi.
Mi spiego meglio: se non parliamo di un dato argomento per pudore, anche i nostri interlocutori con tutta probabilità si manterranno sulle loro e magari eviteranno di dirci quelle stesse cose che noi temiamo di lasciare trapelare.
Per converso, quando ci decidiamo a parlare anche degli argomenti che consideriamo imbarazzanti, perché attinenti alla sfera più intima o perché considerati "strambi", spesso scopriamo che gli altri, anche quelli da cui non ce l'aspettavamo, vivono esperienze analoghe alle nostre.

E così può capitare che una signora vecchio stampo che credevo prevedibile in ogni suo pensiero oltre che nelle azioni quotidiane riveli di essere "sensitiva", raccontando in un'occasione conviviale i suoi sogni premonitori. O che un amico d'infanzia incontrato dopo molti anni, incoraggiato dai miei racconti sul "muovere le mani in aria", si apra parlando diffusamente e per la prima volta della sua cerchia più intima di rapporti interpersonali e di alcuni fenomeni grosso modo annoverabili nell'ambito della telepatia.

A riconferma del fatto che per vivere meglio una formuletta che funziona sempre è: più fiducia, meno paura.

21.8.02

Giri di pista

Se ci facciamo caso, noteremo che negli anni la vita sembra continuare a riproporci lo stesso tipo di ostacoli, magari sotto forma leggermente diversa, ponendoci nuovamente di fronte, anche a distanza di parecchio tempo, allo stesso tipo di difficoltà. Queste anzi tendono a presentarsi in modo sempre più perentorio, sempre meno eludibile, talvolta più complicato. Possiamo facilmente osservare questo meccanismo in azione nel campo sentimentale o in senso più ampio in quello dei rapporti interpersonali. Noteremo però che riguarda a livello profondo il nostro stesso approccio alla vita, dal punto di vista organizzativo, cognitivo, sensoriale, percettivo, ideale, essenziale.
Si tratta di situazioni che in passato non abbiamo saputo o voluto affrontare in modo adeguato e che continueranno a importunarci finché non le risolveremo, colmando le relative lacune nel nostro processo di crescita personale e di evoluzione spirituale.
Tale nozione, connessa in qualche modo con le teorie karmiche, può essere considerata da ciascuno di noi uno strumento utile ad ampliare la prospettiva con la quale siamo soliti guardare alle cose e agli accadimenti della nostra vita. Come tale ci permetterà di riconoscere i momenti in cui ci troviamo a ricominciare giri già percorsi e di capire quale esperienza attraversare per superare compiutamente le prove che ci vengono proposte sotto forma di avversità da contrastare o di consapevolezze da conquistare.
Lo faremo sapendo che tenere lontano da noi il dolore inutile, la malattia e la negatività sarà più facile se riusciremo a far prevalere con amore la fiducia in noi stessi e nell'universo di cui facciamo parte.

19.8.02

L'olfatto, l'astrale e l'evoluzione cellulare

Tempo fa scrivevo per la principessa radiosa: "Ti sento. Percepisco fisicamente il tuo odore anche a distanza di tempo e di spazio. Le fragranze che hanno contraddistinto le migliaia di istanti condivisi continuano a farsi presenti avvolgendomi sensi e anima."
Quando parlai alla mia ex maestra di canto di queste sensazioni lei mi rispose molto tranquillamente: "Succede perché ce l'hai ancora nell'astrale. Se vuoi ti insegno un modo per liberartene." Le fui grato di questa informazione (come della sua spiegazione del "sogno vigile", ma quella è un'altra storia), però decisi che non avrei compiuto passi in tale direzione, lasciando che le presenze nel cuore e nei sensi continuassero a manifestarsi anche laddove avessero comportato il dolore del vuoto e del rimpianto.
Non ne sono pentito e ho avuto modo di osservare che in un certo qual modo questa particolare espressione del senso dell'olfatto costituisce un trait d'union tra corporeo e invisibile, un aggancio che permette di innalzarsi senza perdere contatto con la spettacolare bellezza dello splendore terreno.
Più recentemente mi è sembrato di poter cogliere un'intuizione, collegata a informazioni sull'evoluzione cellulare ricevute tra una seduta e l'altra: in parte le emanazioni da me avvertite come intenso ricordo o stupendo legame provengono da me stesso e sono dovute ai cambiamenti intercorsi nella mia persona a livello cellulare. A quanto pare, le energie essenziali agiscono a livello veramente profondo.
Per quanto ciò sia verbalizzabile, direi che si tratta di un'evoluzione legata alla consapevolezza di essere costituito anche da vortici di luce, che accelerano un divenire foriero di ulteriori mutazioni profonde, a innescare una sintonia a frequenze elevate che mi pone in comunicazione anche sensoriale con dolci creature, compresa colei che ho avuto la fortuna di lambire anima e corpo.

14.8.02

Gli sguardi, le carezze, i baci: piacevolezze immutabili nella loro verità dell’istante presente. Come tutte le cose più semplici e dunque più vere che possiamo assaporare nella vita. In questa vita. Nel legame tra questa vita e l’assoluto o l’intero, che è in noi e fuori di noi, analogamente all’immagine elisabettiana del microcosmo e del macrocosmo. “Ci sono mondi nei mondi” era il titolo di un episodio dei Fantastici 4, ma è anche il riassunto della nostra umana complessità di fronte all’universo, nel quale siamo inseriti senza renderci sempre conto che ne facciamo parte, che lo costituiamo noi stessi, senza soluzione di continuità perché tutto è una e una sola cosa. Ed è bello navigarci, fluttuare nell’essenza e ricongiungerci nell’amore.
Quanto più rettamente sapremo seguire la strada della semplicità, tanto meglio riusciremo a evitare sprechi energetici in quisquilie senza importanza, che fanno tanto dannare per poi lasciare la bocca amara e il cuore insoddisfatto e senza sorriso. E potremo invece godere irradiando e ricevendo gioiosamente luminose coccole.

13.8.02

Due libri che ho incontrato...

In comune hanno la curiosità che il titolo dell'edizione italiana tradisce l'originale e il fatto che sono testi utilissimi se non addirittura illuminanti.
Mi riferisco a
Una sedia per l'anima di Gary Zukav
(The Seat of the Soul, ovvero "La sede dell'anima")
e a
Messaggio per un'aquila che si crede un pollo di Anthony De Mello
(Awareness, ossia "Consapevolezza").
Zukav ci parla di karma, di anime e di multisensorialità, invitandoci a procedere nell'evoluzione spirituale operando le scelte con responsabilità e fiducia per acquisire il potere personale autentico, quello dell'intuizione e della luce essenziale.
De Mello, con uno stile divertente e quasi scanzonato che attinge tanto alle diverse tradizioni spirituali quanto all'aneddotica umoristica, insiste sulla consapevolezza come unico modus vivendi affinché l'esistenza sia degna di essere vissuta.
Entrambi contribuiscono a smuovere in noi le energie necessarie a rimuovere gli ostacoli che si frappongono tra routine e autenticità, aiutandoci nel percorso che mira ad acuire la percezione spirituale allo scopo di cominciare a essere felici qui e ora, irradiando luce, consapevolezza e amore.

8.8.02

Apertura significa anche cogliere le affinità, apprezzare le differenze, scardinare le perplessità, abbattere le diffidenze.
L'altro giorno, invitato dalla gentile E. in un dojo, ho avuto il piacere e l'onore di "ricevere la luce" secondo il cerimoniale detto Okiyome: compiuti due inchini e battute per tre volte le mani verso una sorta di altare, l'iniziato recita una preghiera e alza una mano in direzione di uno dei punti del corpo terreno la cui essenza deve ricevere la luce divina. Alla fine, di nuovo, sia l'iniziato sia chi riceve si inchinano e battono le mani all'unisono. Prima di andarsene, si recita mentalmente o vocalmente una preghiera secondo il proprio sentire. Probabilmente la mia verbalizzazione risulterà un po' goffa a chi ha maggiore familiarità di me con questa pratica spirituale, ma cerco solo di descrivere ciò che ho visto e percepito.
Durante la pratica ho voluto notare più le affinità essenziali che non le differenze formali rispetto alle esperienze precedentemente vissute con le procedure "vibrazionali", quelle in cui si muovono le mani in aria, per usare un'espressione a me cara. In entrambi i casi, fatte salve le grandi differenze di approccio e il maggiore o minore coinvolgimento, si tratta di una ricerca del sé superiore, della nostra parte spirituale, un tendere all'unione con l'essenza universale, divina, che è anche in noi.
Ognuno continuerà a procedere sul suo cammino, ma è bello riconoscere che non si è soli a camminare. Grazie.

3.8.02

La non scuola del sé superiore

Giorni fa scrivevo di ritualità, ma di fatto quando muoviamo le mani in aria per una procedura il dato comune è quello di lasciarle fare. Ognuno compie i movimenti che sente di compiere ed essi vengono determinati dall'interazione tra le energie di chi opera e di chi si affida.
Scrivo "chi opera" e "chi si affida", ma sia chiaro che le procedure non andrebbero considerate sedute di fruizione passiva, perché se è vero che talvolta per definire l'operatore e chi sta sul lettino si può parlare di terapeuta e di paziente, bisogna pur tenere presente che l'azione, in qualche misura, è sempre bidirezionale (come minimo, dato che per nostra fortuna non mancano certo gli interventi delle entità invisibili o dell'essenza universale - vale a dire delle anime trapassate e di Dio, se vogliamo usare la terminologia e l'immaginario più familiari a chi da queste parti abbraccia la visione religiosa tradizionale).
Non sono stato istruito né addestrato a fare le procedure: nessuno mi ha insegnato esplicitamente che cosa fare, nessuno mi ha suggerito di applicare un cerimoniale o una tecnica (salvo l'accortezza di lavarsi le mani dopo ogni seduta). So di essere stato particolarmente fortunato nei miei incontri: a riprova di ciò, tra le persone che operano da me conosciute nessuno si è mai atteggiato a maestro, tantomeno chi a ragione potrebbe considerarsi a un livello di sensibilità particolarmente elevato.
Come risposta alle mie incertezze di principiante mi fu solo detto:
"Sii le tue mani". Era il 9 gennaio. Pochi mesi, una vita.

2.8.02

Riuscire a respirare al mio ritmo è l'’obiettivo e insieme il punto di partenza per contribuire a determinare il benessere della mia disposizione d’'animo. E tante diverse pratiche devono concorrere.
Credo di dovermi rifare alla forza domatrice piccola, come già mesi e mesi fa risultò dalla consultazione dell'I Ching, ma stavolta nei riguardi di me stesso, autodisciplinandomi nei singoli procedimenti per giungere a un equilibrio personale globale: il lavoro, il riordino, l’'alimentazione sono alcuni dei fattori cui prestare attenzione.
E questo insieme di azioni minute ma importanti unito alla volontà di affidarmi sarà foriero di luce e pacata felicità, a preludere a maggiori godimenti. Dico io.

1.8.02

Finalmente, grazie a YACCS, i commenti funzionano. Saranno i benvenuti.

31.7.02

Amore da innamorato

Rispetto a qualche tempo fa (un anno, ma anche pochi mesi) amo di più: questo amore si espande da me e rifulge investendo positivamente anche chi mi sta accanto; tuttavia avverto la differenza tra ciò che ho provato per la principessa radiosa e quello che sento per il resto del mondo.
Si tratta di due diversi tipi di amore? Oggi volendo rispondere direi che non ne sono tanto sicuro. Da qualche parte in me si fa presente la sensazione che a livello energetico si tratti della stessa qualità di sentimento, che si differenzia per intensità e orientamento.
Parlando di amore in senso ampio, è come se una luce si propagasse a raggiera, diffusa da un globo radiante e talvolta soffusa.
L'innamoramento, invece, quello che arde contro ogni logica o ragionevolezza anche quando si rivolge in direzioni "sbagliate", è come un raggio laser, implacabilmente concentrato e sempre acceso, anche qualora si tenti di chiudere gli occhi e volgersi altrove.
Ragionando all'interno della metafora, utile strumento di verbalizzazione e comoda forma di comunicazione in mancanza di abbracci e sguardi, spero riuscirà a ricombinarsi l'energia luminosa di questo raggio cosicché invece di bruciarmi mirando a un'assenza si diffonda in modo diverso e beneficamente apprezzabile.

29.7.02

I sogni

Per me sono sempre stati molto importanti e tuttora al risveglio cerco ogni volta di interpretare tutto ciò che mi ricordo. In precedenza l'ho fatto servendomi degli strumenti di autoanalisi sviluppati sulla scorta di varie letture psicanalitiche, ma conditi comunque dal piacere (quello del dolce ricordare per i sogni belli, quello dello scampato pericolo per gli incubi), nonché dalla certezza di poter disporre di un osservatorio privilegiato.

Quando mi fu detto che in realtà ogni volta che dormiamo è l'essenza universale o superiore nelle sue molteplici manifestazioni spirituali a intervenire, a lavorare su di noi, accolsi l'ipotesi con un certo scetticismo. Ora però comincio a credere che il senso di messaggio autoctono e quello di connessione al sé superiore possano collimare: un messaggio ispirato dalla nostra parte meno ostacolata dalle pastoie mentali e sovrastrutturali può anche essere visto come comunicazione generata dal nostro temporaneo raggiungimento dell'interezza, se non addirittura come canalizzazione, ossia accoglimento di un'informazione proveniente dalle entità superiori, siano esse angeli, anime, spiriti o quant'altro.

In effetti, ammettendo che non vi sia cesura tra la nostra singola personalità e l'universo intero quando abbattiamo o abbandoniamo le barriere, mi pare che il sonno si presenti come uno dei momenti più favorevoli, se non il migliore in assoluto, perché possiamo metterci in contatto o lasciarci andare all'abbraccio con l'essenziale che vibra intorno e dentro di noi.

Così, l'interrogativo che nasce quando ci capita di sognare i nostri morti: "Sono le anime a venirci in sogno o siamo noi a rievocare delle immagini mentali?" può sincreticamente risolversi nella consapevolezza che tutto è una e una sola cosa.
E mentre li abbracciamo sorridenti e sorridendo, è il nostro cuore che sorride, è al nostro cuore che sorridiamo.

28.7.02

Muovendo le mani in aria, si vivono momenti in cui s’intuisce che cosa significa quando “essere” è già “fare”.
Ci sono però momenti in cui ci si sente ributtati indietro di ere, a ricominciare i giri già percorsi.
Questo mi è capitato anche ieri l'altro, a causa di piccole contingenze e relative associazioni d'idee dolorosamente brucianti... ho scritto un sms che era nel contempo sfogo e richiesta di soccorso: "Mi trovo proiettato a ripercorrere passaggi difficili. Mi manchi, annaspo un po' e sento come un pugno duro nello stomaco. Mandami un'onda di bene come sai."
E la principessa radiosa, che è davvero luce d'amore, mi ha risposto: "Te ne mando di bene tanto quanto la forza per abbracciare la tua vita come vorresti. La comprensione dei momenti vissuti aiuta molto, tanto quanto quella di eventuali 'errori' in un tutt'uno che non è solo il nostro passaggio. Se è tutto chiaro, abbandona la retrospezione e sii ora."
Bello e utile. Difficile, ma possibile.
Un po' come restare aperti alle maree, lasciandosi lambire dai potenti flussi, ma senza farsi trascinare via dalla risacca. A meno di imparare a nuotare anche nel mare grosso.

27.7.02

Le mani e i rituali, credere e testimoniare

In una procedura, a rigor di logica (per quanto la logica possa entrarci), basterebbe esserci, essere, per “fare”. Null’altro dovrebbe occorrere.
Però le mani servono, per due ordini di ragioni probabilmente: primo perché se è vero che siamo antenne, dobbiamo aiutare la ricezione.
E il funzionamento credo avvenga secondo un principio che in senso generale vale per tutti i rituali. Un po’ come la ninna nanna che cantiamo ai bambini: loro si addormentano perché sentono il nostro rilassamento e non tanto per la canzone che ascoltano. Noi ci rilassiamo cantando loro la ninna nanna perché finalmente ci distacchiamo dalle mille piccole incombenze, che per quanto possano essere importanti per la vita pratica, risultano essenzialmente vuote nel momento in cui tendiamo a trasformarle in false finalità. Allo stesso modo, quando accendiamo un incenso o una candela, quando purifichiamo la casa, quando recitiamo una preghiera o un mantra, quando cantiamo, favoriamo il contatto con il sé superiore perché ci predisponiamo ad accogliere la connessione (che si esplicherà in modo più o meno eclatante: scrittura, meditazione, onde, gioia, visioni, rilassamento, luce, serenità, pienezza...).
L'altro motivo per cui è richiesta la ritualità (beninteso, non necessariamente codificata) e dunque anche i movimenti delle mani, è che esponendoci di fronte agli altri, ma soprattutto di fronte a noi stessi, testimoniamo e attestiamo nei fatti, nelle parole e negli atti, di credere.

E forse anche chiedere a chi già sa, altro significato non può avere se non quello di arrendersi al credere.
Credere in noi, nel nostro valore, nella possanza della nostra pienezza, nel potere della nostra parola, ma soprattutto nell'immensità della connessione universale, di cui facciamo parte e che animiamo in quanto vortici di luce, piccoli ma unici, innumerevoli ma tutti dotati di bellezza propria, degni di ogni potenzialità.

26.7.02

Nella seduta da V. sono stato dolcemente investito da molte onde potenti ed emozionanti, come potenti ed emozionanti sono state le parole canalizzate da V.: prima mi comunicavano l'affiancamento di un nuovo angelo custode in aggiunta a chi già amorevolmente si occupava di me ("è stato allineato a voi un nuovo collaboratore"), poi mi invitavano esplicitamente a cimentarmi con la scrittura guidata ("ti diciamo di cominciare a collegarti con il tuo nuovo compagno con la scrittura che si rivelerà molto conduttrice di informazioni importanti che ognuno riceverà separatamente ma che avranno molta importanza nella rilettura comune").
Certo che è confortante l'incoraggiamento a condividere, comunicare, trasmettere. Continuerò a farlo, con rinnovato piacere.

24.7.02

Leggo sempre più gli accadimenti e soprattutto le frasi altrui come messaggi per me. Però tra l’interpretazione e l’applicazione pratica degli insegnamenti c’è una discontinuità difficile da annullare nella concretezza dei comportamenti, un’intercapedine che è arduo riempire con la linearità delle scelte, un vuoto ostico a lasciarsi colmare dall’allineamento di me stesso al sé superiore. Eppure so che l’abbraccio all’universo aiuterebbe.
Intanto, mi piace continuare ad abbracciare chi sa riconoscere il calore dell'animo. E parlare.
Parlare agli altri è anche parlare a sé stessi, se lo facciamo con apertura di cuore. Difatti, comunicare con gli altri mi porta a un’apertura maggiore sul mio essere, all'accrescere una consapevolezza che facilita il tentativo di affidarmi a ciò che "avrà da succedere": con la difficoltà intrinseca di farlo non restando passivo e non lasciandomi scivolare addosso la realtà senza gustarla, riconoscerla, sceglierla.
La chiave si trova spesso nell'equilibrio, nell'armonizzazione delle nostre componenti e dei nostri comportamenti, evitando per quanto possibile lacerazioni o strappi e procedendo con la necessaria pazienza e dolcezza.

23.7.02

La condivisione raddoppia il piacere, ma non solo: riduce il dolore, aumenta la consapevolezza, aiuta a frantumare gli ostacoli.
E gli altri, facendoci da specchio, contribuiscono a illuminarci evidenziando anche gli aspetti che fatichiamo a vedere o a riconoscere.

Questo risulta particolarmente palese nelle sedute o procedure che dir si voglia (per intenderci, quelle in cui si "muovono le mani in aria").
In tali occasioni la condivisione è di fondamentale importanza: comunicare anche verbalmente agli altri le proprie sensazioni è utile per un confronto e spesso per una conferma di quanto è stato avvertito da chi ha partecipato allo scambio energetico, al fluire magico che si instaura tra chi "opera" e chi "riceve" (e scrivo tra virgolette proprio perché quasi sempre di scambio si tratta e non di fruizione passiva).
Il gioco di specchi si manifesta inequivocabile ogniqualvolta ci rendiamo conto che a seconda di chi ci troviamo di fronte sarà toccata una diversa sfaccettatura del nostro complesso essere e che noi stessi sapremo cogliere nel prossimo quelle sfumature che per un motivo o per l'altro ritroviamo nella nostra esperienza personale. Anche per questo potremo aiutando aiutarci.

13.7.02

Mi hanno chiesto:

"Una piccola domanda 'cerebrale' e curiosa: visto che non mi sembra un sito particolarmente 'esoterico', per chi l'hai scritto? Voglio dire, per che tipo di lettore, se hai mai pensato a un target? Penso al lettore 'normale', quello che va su Internet a vedere cosa trova, e m'incuriosisce una sua possibile reazione: probabilmente non capisce niente... sarebbe forse più 'produttivo' se fosse più mirato? Magari sbaglio, non so... tra l'altro non so nemmeno le tue motivazioni, quindi probabilmente sto dicendo solo fesserie... In ogni caso grazie mille della condivisione."

Rispondo dicendo che ho scritto, scrivo soprattutto per me, però l'idea è quella di rivolgermi a persone che sicuramente devono possedere una certa dote di sensibilità, ma non devono essere necessariamente degli iniziati. Credo sia interessante soprattutto costruire ponti comunicativi tra mondi che pur non essendo sovrapposti e nemmeno contigui, in fondo non sono troppo distanti tra loro.

Naturalmente, scrivo anche perché la condivisione raddoppia il piacere. Conscio del fatto che le parole si scelgono da sole i destinatari se le lasciamo fluire non orchestrandole troppo.

12.7.02

L'altro ieri sono andato a fare una procedura a casa di una signora. Mi conosce da anni, ma questo mio approfondimento spirituale la stupisce almeno quanto ha stupito me. Comunque ho constatato che è molto aperta anche a cose non facilmente spiegabili come queste.
La seduta è stata decisamente utile e incoraggiante anche per me: si sono resi visibili risultati fisici immediati (notevole decongestionamento di una caviglia gonfia, arrossata e addirittura annerita in alcuni punti), ma sono stati riscontrati anche altri effetti.
Dopo la seduta, durante la quale per un po' lei si è addormentata, abbiamo chiacchierato tranquillamente: lei mi ha parlato di blocchi e sblocchi della circolazione sanguigna, il che corrisponde a quanto da me avvertito a livello energetico e a quanto ho intuito o desunto riguardo all'aspetto psicologico. Le ho comunicato le mie impressioni e confido che le considerazioni espresse le serviranno come ausilio per avviare un suo processo che la porterà a stare complessivamente meglio.

E tutto questo semplicemente lasciando che le mani si muovano in aria? Sì.

11.7.02

Ogni giorno mi sembra di abbattere piccole barriere, di infrangere qualche tabù.
Oramai muovo le mani in aria su chi potrebbe averne bisogno ogni volta che si presenta un'occasione, esponendomi ai giudizi o al possibile scetticismo altrui senza che questo riesca a bloccarmi.
La prima volta fu su mia nonna, ospedalizzata nel periodo natalizio. Riuscii a farlo raccogliendo un radioso incoraggiamento telefonico che seguiva di pochi giorni la seduta del 13 dicembre 2001 (santa Lucia, metafora di illuminazione e nome a me caro).
Quel giorno, dopo essere stato sul lettino, dissi a V. che sentivo le mani pesanti e lei mi fece mettere a pancia in giù. Dopo qualche movimento in aria, mi toccò entrambi i palmi con la punta delle dita. Alla successiva richiesta di spiegazioni mi rispose: "Ti ho restituito qualcosa che ti apparteneva". Poi scrisse: "Come vedrai sarà semplice unire le mani e lasciarle andare ora".
Sul momento non capii molto bene, ma oggi lascio che si muovano ed è sempre più facile abbandonarsi a ciò che essere deve.

10.7.02

Anche il 30 maggio da V. è un giorno da ricordare.
Dopo lunghi e duri discorsi di stampo psicanalitico e qualche lettura illuminante, ho fatto io una doppia seduta a lei, molto intensa a livello spirituale nella prima parte (ho avvertito la sua essenza librarsi un metro sopra il suo corpo) e a livello fisico nella seconda (quando si è messa bocconi sul lettino e anche a 20 cm di distanza sentivo quasi bruciare mano e braccio per la sua emanazione sessuale di Donna - e lei alla fine aveva le gambe stanche "come dopo aver fatto l'amore").
Poi L. si è occupata di me, e dal lettino sono stato gratificato di un vero e proprio bagno di vibrazioni d'amore essenziale o spirituale che dir si voglia.
Sono tornato a casa alle 21 (il mio appuntamento era alle 17). Un pomeriggio portentoso, visto che ero andato lì pieno di dubbi, tra confusione e frustrazione, e ne sono uscito rigenerato, anche per le piacevoli chiacchiere scambiate dapprima con L. e poi con altre persone che ho reincontrato (tra di loro I., quella che il 20 dicembre faceva le carte di luce zen: ovviamente ricordavo il koan che mi aveva fatto pescare, ma non sospettavo che avesse un paio di tette come quelle che le straripavano sotto alla maglietta).

9.7.02

Il 12 aprile fu una giornata memorabile. Sette ore e mezza da V. e una serie di esperienze euforicamente sconvolgenti; in tutto tre sedute senza mai andare sul lettino.
In mattinata vengo invitato a partecipare a una seduta mettendo le mani su una donna che se ne stava sotto una coperta, terrena come l'Africa e a me sconosciuta quanto l'immenso continente. Alla fine mi fa i complimenti: "Hai una bella energia". Dal canto mio, avverto un duplice senso di unità: con me stesso e tra me stesso e il resto dell'universo. L'energia si muove specialmente in zona pelvica, con pulsioni che denotano il risvegliarsi della mia parte femminile.
Passiamo poi il tempo in sei persone, equamente divise per genere sessuale, mangiando parlando leggendo e scavando gli uni negli altri, con serenità e allegra dolcezza.
Dopo varie considerazioni, scoperte e intuizioni, io e A. veniamo designati per occuparci di S., che lamentava mal di schiena e si sentiva a pezzi. La seduta è meravigliosamente benefica per tutti e tre e la condivisione successiva è strabiliante nel confermare che le cose vissute e provocate semplicemente muovendo le mani in aria sono successe veramente. Tra le altre cose, S. si è sentita cullare dai piedi (vicino ai quali ondeggiavo con le mani), ha avvertito un forte calore alla fronte (avevo avvicinato la mia alla sua, inebriandomi mentre sentivo fluire i nostri due sé come se non avessi la parete frontale), rivela di avere appena subìto una delusione sentimentale dalla quale sta uscendo con fatica e dolore (come quello che ho patito fisicamente assorbendolo da lei nel mio braccio sinistro... per il solito gioco degli specchi che si rivela in quasi ogni interazione tra esseri umani).
Infine, prima di sera, una seduta collettiva con 5 persone intorno al lettino su cui stava V.: al momento non mi era sembrato di aver cavato granché da questa esperienza, ma in tarda serata ho avuto modo di verificare come mi si fossero aperti nuovi canali.
Una maggiore sensibilità di cui mi accorgevo dapprima percependo come scia fredda l'aura negativa di un certo personaggio; poi, a notte inoltrata, beandomi di un inopinato incontro con la principessa radiosa: bellissimo per l'intensità degli stupendi scambi energetici alti avvenuti e percepiti (io con malinconia, lei con profonda commozione). "Ti ho trovato molto più avanti", mi dice successivamente. Mi si era annunciata stanca e quasi sul punto di crollare, ma è stato tale il carico vibrazionale che lo splendore ha prevalso (e avvicinando la fronte a lei ho sentito come se mi si avviasse un motore di frigorifero in testa).