24.7.02

Leggo sempre più gli accadimenti e soprattutto le frasi altrui come messaggi per me. Però tra l’interpretazione e l’applicazione pratica degli insegnamenti c’è una discontinuità difficile da annullare nella concretezza dei comportamenti, un’intercapedine che è arduo riempire con la linearità delle scelte, un vuoto ostico a lasciarsi colmare dall’allineamento di me stesso al sé superiore. Eppure so che l’abbraccio all’universo aiuterebbe.
Intanto, mi piace continuare ad abbracciare chi sa riconoscere il calore dell'animo. E parlare.
Parlare agli altri è anche parlare a sé stessi, se lo facciamo con apertura di cuore. Difatti, comunicare con gli altri mi porta a un’apertura maggiore sul mio essere, all'accrescere una consapevolezza che facilita il tentativo di affidarmi a ciò che "avrà da succedere": con la difficoltà intrinseca di farlo non restando passivo e non lasciandomi scivolare addosso la realtà senza gustarla, riconoscerla, sceglierla.
La chiave si trova spesso nell'equilibrio, nell'armonizzazione delle nostre componenti e dei nostri comportamenti, evitando per quanto possibile lacerazioni o strappi e procedendo con la necessaria pazienza e dolcezza.

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