27.12.06

Sarà la stanchezza sarà la nebbia sarà il buio sarà il freddo sarà la digestione sarà la commozione sarà il silenzio sarà lo spegnimento sarà lo squillo inerte sarà il giro vizioso sarà che basta poco sarà che accendo il fuoco sarà quel che mi basta sarà butta la pasta sarà il tuo quotidiano sarà che non lo leggo sarà con te che sogno sarà che non la reggo sarà dentro s'accende sarà meglio guardarci sarà non ascoltarsi sarà bello vederti sarà ma non averti sarà fin troppo strano sarà ma è proprio dura sarà che non mi basta sarà di molto intenso sarà ch'era perfetto sarà ti sento in aria sarà che la mia voce ti stana tuo malgrado. Sarà che sei in errore o che capisco poco. Sarà che si vedrà, ma intanto il cuore pesa.

14.12.06

Juditta scrive della Paura e dell'Amore. Leggo e so che ha ragione: anche senza entrare nel dettaglio dei meccanismi da lei enumerati, so che ha ragione sul carburante del Vivere.

Mi dicevano a quella seduta di guardare al mio femminile (anche tu, fallico essere, hai un tuo femminile, che ti credi), che è un lato sempre troppo vuoto non solo in noi maschi, ma spesso anche nelle donne.

Mutare atteggiamento è cosa più da intuire che altro, certo difficile da razionalizzare: si tratta, credo, di ridurre la barriera osmotica tra gli emisferi per procedere verso una percezione più unitaria del mondo e una realizzazione dell'unità del sé.

Per un momento, prolungato e piacevole, mi sono osservato osservare lasciando fluire, cogliendo qualcosa in tutte le persone sconosciute che affollano vie, marciapiedi, negozi e tram: considerando, per esempio, che tutti quei volti sono stati bambini, tutti quegli occhi hanno attraversato analoghi stupori, patito simili timori, incendiato medesimi furori.

Un distacco benevolo, come seguendo l'ondeggiare dell'erba alta nei campi, o del grano se proprio di buon umore. Poi capita che qualcuno o qualcosa ti irriti: tu cerca e ritrova il respiro, magari in risposta scaturirà una risata incredula anziché la solita bestemmia. Che è già un primo passo a distanziarsi dalla Paura (legata all'aggressione, al controllo, all'ansia), un passo in più verso l'Amore, il miglior piacevole carburante per ogni variopinto vortice di luce incarnato.

4.12.06

L'altra sera ho mosso le mani in aria attorno a un'amica che era particolarmente tesa e impaurita. Le ho detto che avrebbe sentito i benefici dopo qualche giorno, ma ecco quel che m'ha scritto:

Nel caso sia interessante per te sapere cosa credo essere stato l'effetto delle tue mani, cerco di trovare le parole.
Mi sono svegliata con un senso di benessere, quasi euforica, e un senso di potenza psicofisica molto forte. Mi sentivo di essere capace di fare qualsiasi cosa voglio. In questi due giorni, probabilmente per una combinazione di tanti fattori, sento uno spostamento interiore profondo. Questa mattina tornando a casa in macchina un pensiero ha come camminato dentro la mia testa da solo:
Puoi fare meraviglie, puoi fare prodigi, puoi far stare bene tante persone. Ogni momento della vita speso regalando qualcosa di se stessi a chi ne ha bisogno è un tassello del mosaico di una cosa più grande, frammentata finché lo siamo noi. Bisogna ricomporlo.

"Coraggio", mi era stato detto. E come incoraggiamento prendo anche questo episodio.
Tanto per chiarire: credo che l'imposizione delle mani contribuisca semplicemente al riequilibrio delle energie verso il quale dovrebbe tendere chi cerca il proprio benessere e che queste pratiche, svolte con purezza di cuore, accelerino i processi evolutivi personali di tutti i soggetti coinvolti.

23.11.06

Ciascuna fase di passaggio è come il momento della nascita, tratto di percorso doloroso e traumatico, ma vitale per antonomasia.

Per l'evoluzione personale, tale passaggio si potrebbe raffigurare come l'attraversamento di un diaframma semisolido; quasi un setaccio, fatto per smontare in molecole e scombussolare, atomizzandoci fino al momento della ricomposizione, naturale eppur sorprendente, una volta che saremo passati oltre.

Oltrepassare, oltre il passato, altro è passato, tutto lo farà.

22.11.06

22.11.05 :::

Esercizio

Riconoscere appieno il tuo sé come sorgente di luce, sentimenti, benessere.
Tutte cose che non hanno sede nella proiezione del desiderio su un'assenza.

Ritrovare la scintilla lì dov'è, accogliere quel che c'è, capire perché serve viverlo attraversarlo risolverlo.
Tutte cose da dirsi e ricordare quando si sta bene, per applicarle poi anche nell'evenienza di momenti ardui.

::: trasmesso da voce alle 17:01

13.11.06

sul viso corrucciato stira un sorriso

tendi i muscoli facciali a rilassare il pensiero e senti subitanea la vibrazione che ti culla tra Ajna e il chakra coronale

abbandònati per un fuggevole eterno istante
alla tua scintilla

guarda la tua malinconia come guarderesti l'erba piegata dalla brezza, con la stessa considerazione che dedicheresti alle nuvole soffiate dal vento

è lì che sei, ora

sparpàgliati per ritrovarti
riaccendi ogni brace per riattivare il focolare intero dentro te

torna a illuminarti il sole interiore
intero, bello di una serenità da riconquistare

se questo è il prima, il poi sarà prezioso

6.11.06

Era parecchio tempo che non lo facevo, ma ieri me l'hanno chiesto e allora mi sono portato un bastoncino d'incenso alla lavanda (non male, benché preferisca ambra o sandalo, di cui però ero sprovvisto) e sono andato a fare una procedura a una signora. Psicologicamente è diverso dal trovarsi a mettere le mani intorno a qualcuno in situazione occasionale: in questo caso infatti si è trattato di una disponibilità accordata esplicitamente a richiesta altrettanto esplicita.
Come nelle precedenti occasioni, sono andato a casa sua, ma stavolta l'ho fatta sdraiare su un letto, poi ho acceso l'incenso e ho obbedito all'istinto delle mani. Lei si è completamente rilassata e forse addormentata. È andata bene, anche se a un certo punto mi ero impressionato, quando aprendo gli occhi ho visto che i suoi piedi si muovevano come in preda a una forza vibratoria incontrollabile, nel momento in cui mi sembrava di ripristinare i suoi flussi energetici nella zona tra i due chakra centrali (quello verde e quello giallo, cuore e plesso solare). Credo che il suo neuroma di Morton affondi le radici simboliche nei chili superflui che occultano le emozioni trattenute e le frustrazioni personali (ma si tratta di una semplice impressione, il mio non è né vuole essere un parere medico).

Oggi invece sono andato io ad affidarmi a V., come stabilito l'altra sera. Con lei non lo facevo da quattro anni e in assoluto, se escludiamo dal computo qualche trattamento estemporaneo donatomi in varie occasioni, l'ultima volta in cui mi ero sdraiato su un lettino per una procedura (dalle mani di L.) risale a due anni e qualche mese fa. Prima di parlarne, però, preferisco lasciar sedimentare gli effetti.

3.11.06

"Il passaggio dimensionale consiste in un cambiamento della frequenza alla quale si vibra."

Così potrei riassumere uno dei densi concetti incidentalmente trasmessi ieri sera da V. nella lunga e piacevole conversazione che ha sovrapposto o alternato racconti e intenzioni, storie personali e intuizioni generali, sashimi di salmone e vino bianco, tra molti sorrisi di cuore e qualche attimo di malinconia, generando la voglia di rivedersi presto, magari per una seduta che mi aiuti ad accelerare il compimento di ulteriori passi nel cammino evolutivo.

Intanto, rifletto su come il virgolettato, volendo, si attagli alle piccole o grandi modifiche interiori, quelle che non lasciano trasparire granché all'occhio panoramico, ma che ci pongono in modo sostanzialmente diverso nei confronti delle cose, di noi stessi e dell'interazione con gli altri.

29.10.06

L'ora in più di sonno mi ha portato in sogno una persona, o meglio una telefonata: stavo scendendo delle scale per entrare in un cinema (potrei forse identificare la sala, ma non è importante) mentre le parlavo al cellulare. Ero un po' inquieto sul credito a disposizione, sapendo che l'interlocutrice si trova oltreoceano; non ricordo i termini esatti della conversazione, ma grossomodo ricalcavano gli scambi avvenuti tramite chat di G-Mail, il "tutto bene" di chi si è appena trasferito e riprende i contatti.
A proposito di contatti, mi pare proprio che in due anni di frequentazione telematica, dopo esserci visti una volta di persona, tra noi non ci siano mai stati dialoghi telefonici, sebbene di recente ci fossimo raccontati le rispettive vicende sentimentali (pur con qualche riservatezza sull'identità delle persone coinvolte), speculari per diversi aspetti evolutivi.

Stamane, accendendo il telefonino, sono rimasto sorpreso nel trovare un suo sms, che dice:

[.fermo sotto la polvere d'incenso il fuoco deciso continua a bruciare.]

Mi accorgo di non essere ancora uscito dall'arco di tempo che scocca frecce incendiarie. Dovrei forse disporre i carri a cerchio e asserragliarmi?

25.10.06

Quando ieri sera (il 23) ho mosso le mani intorno a una persona (un'avvenente cantante) che mi aveva chiesto di farle passare il mal di testa, l'immediatezza del risultato conseguito è stata sorprendente. In effetti, mi ero prestato senza esitazioni, ma anche senza aspettative: non contavo di riuscire nell'intento specifico, ma sapevo che non avrei fatto del male e che qualcosa in prospettiva si sarebbe smosso se mi fossi lasciato guidare dall'istinto dei gesti. Così ho percorso itinerari non direttamente riconducibili al malessere dichiarato, ma non me ne sono preoccupato ed è andata bene.

Ciò che mi colpisce in seconda battuta è però un'altra cosa, una novità per me: in altre occasioni mi era sembrato di aiutare a scaricare polarità negative, infiammazioni che poi si trasferivano in forma di bruciori nelle mie mani (specialmente la sinistra) comportando quasi un'urgenza di raffreddamento (tramite il contatto con metalli freddi o meglio ancora con l'acqua); stavolta invece non ho avuto la sensazione di togliere, ma di dare qualcosa e alla fine mi sono perfino baciato i polpastrelli... come se si trattasse di un riequilibrio, un riassestamento simbolico in un mondo nel quale non solo nulla si crea e nulla si distrugge, ma in cui, almeno ogni tanto, non occorre gettar via scorie contaminando l'aria per ritrovare il proprio benessere o per innescare in altri i processi che li porteranno a riconquistarlo.

11.10.06

- Se era lei il tuo destino tornerà, vero?
- Riguardo al destino, sono convinto che molto dipenda da ciò che noi intendiamo costruire, è una questione di scelte.
- È curioso. Il destino non può essere una scelta.
- Il destino è la meta ultima, ma i percorsi per arrivarci sono quasi infiniti; per questo è conciliabile con l'idea di libero arbitrio, per come l'avverto io.
- Quindi per te non c'è nulla di impossibile.
- Aspettarsi che qualcosa arrivi dall'esterno per deciderci è sbagliato (non dico dal punto di vista etico, ma semplicemente che non funziona).

9.10.06

...il sale!
L'ultima volta avevo dimenticato il sale grosso, simbolo per eccellenza della purificazione (e per associazione con l'acqua di mare, di rinascita). Stavolta invece, insieme all'incenso e alla mirra ho bruciato anche cloruro di sodio e il giretto per le stanze è stato più soddisfacente.
Per la musica, sono tornato al mio vecchio amore.
Per l'amore, sono proiettato a quel che sarà. Di quel che sarà non ho idea, ma cerco di vibrare centrato per ripristinare la funzionalità "fiducia" a sostenere il sorriso, tornato insieme al respiro dopo l'autobattesimo musicale al concerto dell'altra sera.
La musica smuove, muove e commuove, la musica è potente e funziona. Per quanto risulti spesso devastante dal punto di vista emotivo, sa anche essere benefica e terapeutica.

4.10.06

primo: respirare

ho letto di un mantra semplice semplice e lo sto applicando
(dire e fare insieme, come l'inchino di Estha)
un monaco buddista lo definisce "una preghiera di gratitudine legata al respiro"

comunque sia, è così:

Inspirando sorrido,
espirando mi distendo.
Questo è un momento meraviglioso.


Perché non vengano meno la voglia e la speranza di stare bene,
almeno un po', almeno per un po'.

- - -

P.S.: sebbene la lacrimazione a singulti sia controindicata, nemmeno quella esclude la necessità di reagire, raccogliersi, ritrovarsi, riaprirsi. Forza e coraggio, dunque.

24.9.06

Vivendo appieno o scivolando, il tempo se ne va comunque. Lo vedi dal calendario, se ci fai caso, ma anche se non ce ne fai.
I mesi si lasciano sfogliare e gettare via quando passa il bulldozer. I mesi sono sacchi in cui s'ammucchiano i giorni e le settimane.
I minuti contano più delle settimane, perché sono quelli che riesci a catturare in un gesto, un'intensità percepita ed espressa. I minuti riescono ad essere qui e ora, anche quelli che fan parte dei ricordi.
I secondi sono quelli delle apnee, o dei sorrisi ritrovati. I secondi ti strizzano dentro o sprizzano l'aura, a seconda del verso che riesci a dare alla tua spirale.

Le cognizioni scientifiche asseriscono che viaggiando alla velocità della luce il tempo si arresterebbe.
Dev'essere vero, perché è luce autentica quella che inonda l'essere, cellula per cellula, negli istanti eterni in cui il tempo si ferma e i suoi petali sbocciano espandendone la durata in un persempre che irradia.

11.9.06

Per smuovermi un po', ho diffuso per l'intera casa fumi e aromi d'incenso e mirra, percorrendola stanza per stanza con una candela accesa su un piattino azzurro.
Ho omaggiato ogni angolo, ogni foto, ogni oggetto accompagnando col sorriso (per quanto malinconico) i gesti ritrovati di questa autobenedizione.

Colonna sonora una selezione di brani dal computer, molto belli e capaci d'esser fin troppo struggenti; nella circostanza, tuttavia, sono risultati assai piacevoli e non hanno fatto male al cuore.
Erano questi, nell'ordine casuale di esecuzione: O Infante (Dulce Pontes), Even After All (Finley Quaye), Gocce di memoria (Giorgia), Puro Teatro (La Lupe), Small (Lamb), Si fosse n'auciello (Maria Pia De Vito), Pequeño Vals (Marlango), Baby Hurricane (Pecksniff), Son Of A Preacher Man (Roberta Flack), Palomma 'e notte (Teresa De Sio), Full Of Stars (Turin Brakes), Rain City (Turin Brakes), Distractions (Zero 7), In Time (Zero 7), Se fossi nato a Napoli (Fabrizio Bentivoglio), Quello che le donne non dicono (Fiorella Mannoia), Vete (Marlango), Butterflies And Hurricanes (Muse).

3.8.06

Tra i numerosi commenti (grazie mille anche a Poetyca per le sue riflessioni) all'intervento precedente, voglio riportare questo, a firma LN:

Una volta ho conosciuto un uomo nelle cui vene non scorreva quasi più altro che la polvere rossa lasciata da un demone in forma di fata, che lo aveva disseccato fino a condurlo al limitare del baratro. Ogni goccia del suo corpo, quelle gocce che prima erano state sangue, linfa, seme, e infine lacrime, ora non erano che ruvidi cristalli taglienti come la sabbia del deserto.
Ebbe il coraggio, o fu l'istinto di sopravvivenza?, di voltarsi a guardarmi, e io vidi i cristalli prendere luce, e la luce veniva da dentro di lui.

LN


- - - - - - - - -

Sto lavorando sull'amare.
Negli ultimi tempi e poi ieri ho incontrato de visu o a voce persone care che non vedevo da molto tempo e di cui in passato sono stato innamorato. Questi recenti incontri hanno però esemplificato il tipo di amore più ampio e leggiadro, slegato da gelosia, senso del possesso e bramosia e orientato invece al puro e semplice voler bene, al desiderare la felicità dell'altro anche lontano da sé. Ciò è possibile soprattutto grazie al tempo, inteso non come mera linea cronologica, convenzione fittizia, ma come successione o affastellamento o intreccio di eventi, esperienze, evoluzioni e occasione di movimento, mutamento, crescita.
Ieri sera riflettevo insieme a un'ottima amica su quanto mi risulti difficile tentare di assumere lo stesso atteggiamento di levità ora, nei confronti dell'impasto d'amore in cui continuo a sentirmi avvolto. Non solo, ma non riesco a districarmi dai brutti aspetti del sentire cui accennavo nel precedente intervento.
Poi c'è stata una momentanea catarsi: abbiamo letto insieme, aiutandoci a vicenda nella decrittazione della calligrafia, la descrizione di una serie di letture dell'aura a distanza, in cui attraverso immagini forti si evidenziavano alcuni nodi che l'anima osservata sente siano da sciogliere.
Entrare in quella scrittura, la sua, avrebbe potuto abbattermi, liquefarmi ossa e muscoli, rivoltarmi gli organi interni... invece alla fine ho avvertito che mi aveva tolto la rabbia. Andandomi a lavare le mani, entrando in quel bagno, ho rivisto nello specchio due fantasmi abbracciati e anziché morire di crepacuore ho colto la bellezza nuda dei loro sguardi, dei nostri sguardi intrecciati nell'allegro stupore che s'accende in amore.

1.8.06

La lingua batte dove il dente duole ed è vero, purtroppo. Continua a macerarti l'insieme delle associazioni d'idee, a catena, a caterva, a sprazzi, a spruzzi e non c'è modo di eludere i morsi al muscolo cardiaco e a quello diaframmatico, capaci di toglierti ogni volta per un breve interminabile istante vitalità e profondità di respiro.
Evoca, il dolore, tutti i peggiori aspetti del sentire, quasi l'altro lato della magia: dispetto anziché amore, gelosia anziché appartenenza, lussuria frustrata anziché meraviglioso trasporto, risentimento anziché generosità, rabbia anziché comprensione.
Fa' che sia fase transitoria, strettoia di rinascita, a liberare squame in una muta salvifica. E che lo sia indipendentemente dagli atti o dalle codardie altrui. Che la consapevolezza torni a guidare la serena fiducia, la capacità di sorridere con gli occhi e col cuore, scavalcando le intemperie e le delusioni umane, subumane o semidivine che siano.
Riconoscere la verità delle frasi sagge non ne facilita l'accettazione automatica nel momento atroce del distacco non voluto. Considerando quanto duole strapparsi un pezzo di sé, è normale che così succeda. Impastati con la stessa argilla, animati dallo stesso soffio, divisi e riunificati... e tranciati da una silente mannaia. Eppure, la vita continua e saprà stupire di nuovo, sempre. Lo so. Fa male, ora, ma so che la meraviglia non ha termine purché si riesca a ripulire lo sguardo.

22.7.06

Ogni nostro atto comporta una assunzione di responsabilità: bisogna pensare alle sue conseguenze, su di noi e sugli altri. Ma anche le parole, quelle dette sul serio, specie se reiterate, hanno valore di atto. E chi le sventola a sproposito, sappia che una volta fuoriuscite non potrà rimangiarsele. Le parole sono potenti: una volta pronunciate, tanto il bene quanto il danno saranno fatti.

15.7.06

Abbi sempre molta cura di te e dei tuoi. Rivolgi loro lo sguardo da Uomo (o da Donna).

Sì, lascia espandere con forza il senso di responsabilità verso gli altri, ma anche verso di te. Se vivi infelice non riuscirai a trasmettere radiosità.

11.7.06

Se è vero amore, ritornerà, dicono.

(a placare l'ansia che uccide la fluidità del respiro)

25.6.06

Se vai in un monastero orientale a meditare, m'han detto, ti mettono a tagliare le verdure.
Ottima cosa questa delle piccole cose, simile all'ora et labora benedettino, mi pare. Recuperare il senso di ogni singolo gesto serve ed è pure bello.
A me, per esempio, servirebbe anche a evitarmi di far tracimare la rabbia esplosiva, disinnescandone i meccanismi di partenza grazie a un attaccamento distaccato come può essere quello di chi sa essere presente e guardarsi da fuori nel contempo.
Bello lo diventa nel momento in cui ti aiuta ad accrescere il gusto della percezione su più livelli, favorendo il percorso verso l'unità personale (mente-fisico-spirito), contestuale (tempo e azione), superiore (singola anima-tutto universale).

24.6.06

Margherita mi aveva scritto accennando a un'esperienza particolare e l'ho invitata a descriverla pubblicamente per questo spazio:

La settimana scorsa Regina Zanella di Sentieri dello Spirito ha organizzato una bella serata di pittura medianica, con il Medium brasiliano Florencio Anton. Mi trovavo proprio di fronte a Florencio e l'emozione era forte, sentivo la forte energia nell'aula della scuola.
In un'ora e mezza, dopo una breve meditazione con due giovani assistenti, ha fatto 12 quadri in successione, quasi sempre ad occhi semichiusi, con una luce appena sufficiente per fare una ripresa, canalizzando le entità di famosi pittori scomparsi, tra i quali Monet, Rembrandt, Picasso, Miró, Modigliani, Mary Cassatt, Castagnets.
Tempo medio di esecuzione: 5-7 minuti. So che ne canalizza più di 80.
Noi del pubblico dovevamo stare zitti, non fare foto al flash: c'era una bella musica ad alto volume che annullava le nostre onde cerebrali.
Splendidi quadri, non copie, ma quadri fatti ex novo come se lo spirito avesse ancora tanta voglia di dipingere... quadri che si trasformavano sotto ai nostri occhi: dopo avere fatto delle macchie marroni, che all'inizio mi lasciavano un po' dubbiosa, in qualche minuto ecco formarsi davanti a me uno splendido vaso di fiori dai colori sgargianti.
Un viso appena accennato che pareva di un bimbo su uno sfondo dai colori indistinti dopo qualche minuto si trasformava nel viso luminoso di una giovane dama con uno splendido cappello a firma Mary Cassatt. E vedendo i suoi quadri in rete pareva il suo autoritratto. E magico il bosco dipinto da Monet con una leggiadra figura femminile confusa nella macchia.
Al termine di ogni quadro apponeva la firma, la stessa firma che aveva il pittore in vita.
L'ultimo quadro è quello che mi ha emozionato di più. Dopo un'ora e mezza Florencio, abbastanza stanco e sudato, ci ha chiesto di fare il massimo silenzio, di concentrarci sulla musica, in pratica di mandare energia, come nelle guarigioni spirituali. Mi è già capitato di farlo con un grande medium guaritore brasiliano.
Ha iniziato con un sfondo scuro e a poco a poco si delineava un volto, allungato, con un filo di barba, gli occhi neri, vividi, cui Florencio dava tocchi luminosi, modificando man mano l'espressione. Ho visto subito che era uno splendido volto del Cristo dipinto e firmato da Rembrandt, con il tipico sfondo ocra scuro. Bellissimo e dolcissimo il volto...
Che dire, emozionante, soprattutto Florencio si è meravigliato, dal momento che di solito per fare un Rembrandt ci impiega ben 15 minuti, non 9 come l'altra sera.
Si vede che le energie erano tante... e alla fine le ha ringraziate e siamo andati via tutti abbastanza toccati dall'evento...
In Brasile ci sono ottime scuole anche di pittura medianica che ora Regina Zanella vorrebbe fare anche in Italia. Molto approfonditi sono gli studi sullo Spiritismo di Allan Kardec.
Ci sono anche da noi tante persone che fanno scrittura automatica, chissà che non riescano anche a canalizzare qualche splendido pittore del passato.
Poi hanno fatto un'asta di beneficienza per un centro in Brasile, cifra media 300 Euro.
Mi sarebbe piaciuto avere un quadro, soprattutto considerando che ha una forte energia, volevo il ritratto della Cassatt che mi è sfuggito, ma fra poco Florencio torna e io sarò lì... in prima fila.
Margherita


Che ne pensate? In che misura esperienze di questo tipo possono contribuire alla crescita evolutiva di chi vi assiste?

19.6.06

Momenti in cui la parola non basta, o in cui sarebbe troppo. Momenti in cui è una sfumatura a contare.
Fili d'argento sui quali scorre il non detto, grazie ai quali un'immagine o un'evanescenza ti permette di captare un modo d'essere e di rallegrartene - sia pure a distanza, con discrezione e auspicabile delicatezza.
Fili che badi a non intrecciare, a non intralciare nemmeno col pensiero.
Affinché tutto il bene vi possa correre lieto, lieve come sa esserlo la gioia ineffabile.

Al cuore privilegiato che ha scambiato amore per davvero questo pare bello.

(e il resto sarà colmato d'altre fortune)

5.6.06

Non ci si pensa molto, ma la nuvolaglia, vista dall'altro lato, è luminosa.

1.6.06

non puoi forzare porte che non ti vengono aperte, puoi avere solo la pazienza di aspettare seduta e poi andare via quando è il momento di farlo.
(da un commento di Flounder)


Pillola di saggezza, con un tocco di malinconia forse, comunque foriera di correttezza e pienezza.
Due le difficoltà da superare: far nascere crescere prevalere la pazienza cui s'oppone il tumultuoso scalpitare del desiderio contaminato da timori; capire quando è il momento giusto, quello a partire dal quale non avrà più spazio il rimpianto.

30.5.06

Quando trovi un bivio, imboccalo

Se il terreno dietro di te è franoso, un passo in più t'impedirà di tornare indietro, ma un passo in meno sarebbe fatale.

Al di là del crepaccio la mano sembra vicina, nella voce e nell'aria, forse lo è davvero, ma nel cuor tuo dolente sai che in realtà per riaccarezzarla il cammino sarà in ogni caso più lungo di quel che vorrebbero i tuoi slanci.

Se non si va non si vede, diceva il buttero in quel film e spronava il cavallo. Scevro da lacerazioni, usava il dubbio come stimolo positivo.

Al di là delle colline sai e non sai quel che troverai, ma la pazienza di aspettare ancora un poco il dipanarsi del reale, quella devi trovarla in te. Trovarla e ricordarla mentre cammini.

Se lanci il tuo amore in aria vedrai poi quali colori rimarranno sospesi, a brillare. Al di là di.

19.5.06

Questo in un certo qual modo corrisponde a quanto mi è stato detto, con sfumature e toni diversi, ma da più di una fonte, su di me e a proposito di queste pagine:

Metti da parte i preconcetti e il linguaggio che usi per ingabbiare le tue esperienze ed entra in comunione con l'essenza primordiale delle cose.

Ci proverò (anzi: lo farò, dato che "non esiste provare, esiste fare o non fare"). Intanto cerco di ritornare con lo sguardo al qui e ora, fuori e dentro di me, tenendomi aperto seppur vigile. Davvero non so prevedere le evoluzioni, nemmeno a breve periodo, ma voglio esser fiducioso sul fatto che quel che sarà sarà il meglio. E allora devo reimparare a respirare lungo, ché un'anima dal fiato corto non può far capriole (e il fatalismo non è passività, ma comprensione profonda).

12.5.06

(e come colonna sonora, potrebbe andarci bene quel pezzo dei Rolling Stones...)

Non sempre puoi ottenere quello che vuoi
ma se ci provi prima o poi
troverai
proprio quello che ti serve.


You Can't Alway Get What You Want (Jagger-Richards)

11.5.06

Quando adotto un punto di vista neutro, che non è distaccato, ma che riesce a stare a distanza (quello che qualcuno definisce "il punto di vista dell'anima"), allora sono fiducioso. Fiducioso che qualsiasi cosa accadrà, sarà quello che mi serve in termini evolutivi, ma non solo: sarà anche quello che mi porterà più felicità, gioia, serenità.

Ammetto che non sempre si compie tale neutralizzazione, ma tutto sommato ne sono contento. Come scoprirono perfino gli angeli caduti dal cielo di un film, è bello e irrinunciabile percepire direttamente le asperità delle umane sensazioni. L'Amore mi piace condito di tutte le specialità terrene, dove l'acqua si mischia con la terra per costruire, o si distilla attraverso il fuoco per creare.

4.5.06

Dunque giunge il momento di applicare quello che sostieni e ammannisci come consiglio agli altri: affronta le cose una alla volta, non farti angosciare da quella sovrastruttura mentale che chiamiamo tempo.
L'essere ha molto a che vedere con il fare.

3.5.06

Una notte scrissi:
c'è qualcosa che non mi scende, che non digerisco, ma sarà l'orario, o la stanchezza, o l'affollarsi di emozioni contrastanti
sempre più bisogno di nettezza, ma devo procurarmi l'acqua per lavarmi


Un angioletto di amica mi rispose:
l'immagine che mi viene è quella di una pozza cristallina nella foresta, con la cascata. l'acqua è mossa dall'impeto della caduta e non puoi vedere sotto. devi metterti sotto la cascata e lasciarti bagnare. e stare fermo, ché l'acqua scorra.

30.4.06

Piscina

Nonostante l'affanno preavvertito, ho nuotato meglio del previsto. Vasche a stile, con respirazione alternata, a rana, con una boccata ogni due movimenti, a dorso, ma solo quando la corsia era libera. Muoversi fa bene, respirare a fondo è un toccasana.
Mancava solo l'acqua termale. Anzi, non solo quella.

29.4.06

Se potessi e sapessi farlo, metterei qui un file audio. Una canzone o, per certi versi, la canzone. Almeno per me.

Si tratta di Laughing, dal mio disco preferito in assoluto, quello che non ho mai smesso di ascoltare da quando, adolescente goloso di west coast, lo acquistai la prima volta in vinile:

If I Could Only Remember My Name

If I Could Only Remember My Name è il capolavoro di David Crosby, ma anche la summa di un modo di fare musica che fu proprio di un periodo denso di magia, come testimonia la presenza dei maggiori artisti dell'epoca.

Il testo e una traduzione (seppur non brillante) sono qui, ma più che le parole vale l'atmosfera e, credo, il bisogno di poter contare su un'età dell'oro da ricordare.

28.4.06

Comunque è vero: la carenza di sonno induce a considerare situazioni e scenari più neri di quanto non siano in realtà. Riposa un po' di più e tutto sarà meno difficile.

26.4.06

Prendo spunto da uno scambio di commenti animato da Bea e Margherita. Come già dissi in passato, per la figura dell'Angelo custode provo un misto di simpatia e fiducia. Non sempre mi ricordo di ricorrervi, ma di sicuro nella moltitudine di essenze (terrene e ultraterrene) ciascuno può trovare sostegno e conforto, semplicemente chiedendo. Chiedere, in effetti, favorisce l'innesco di un meccanismo positivo, da spirale che si apre verso l'esterno, movimento che già di per sé ci aiuta a uscire da dolorosi stalli.

16.4.06

Ricordo quelle sgorgate da un Om collettivo ad aprile 2002 nel dojo di Valeria in Umbria (io che manco sapevo cosa fosse, un dojo). Talmente copiose da servire a lavarmi la faccia, in una sorta di autobattesimo di rinascita e apertura totale.

Già prima d'allora mi avevano insegnato di come siano, le lacrime, segno di un ulteriore canale che si rende pervio.

Oggi diluiscono la cromia dell'iride nel colore del vento, mentre si rivelano utili come dopobarba. Poi si riparte: ad ascoltare, a parlare, a guardare, a sorridere. A vivere.

14.4.06

L'Amore è fatto anche di Passione, in tutti i sensi.
Appassionarsi, patire, forse morire.
Purché poi ci si ricordi di risorgere.

Ogni passaggio vero è doloroso: a partire dalla nascita, ci sono sempre lacrime e una strettoia da oltrepassare per respirare il nuovo vivere.

13.4.06

Com'è possibile sia tu il mio amore se delle ultime 100 ore ne ho passata una sola felice, e non grazie a te?

12.4.06

Vero che ciascun qui e ora ha un permanere eterno, ma è difficile aggrapparsi a quel che mani e labbra non trovano a contatto.

11.4.06

Lo stesso sole, lo stesso vento, lo stesso cielo non sono gli stessi quando li cogli con lo sguardo diverso.
Allora può servire chiudere gli occhi e usare la pelle per sentire quel che si può, come si può.

6.4.06

L'istante che ferma il tempo nell'eterno è meraviglia nell'essere e supplizio nel ricordo remoto, a meno di raggiungere l'unità e la centratura di sé.

5.4.06

Parleremo di questo momento ma ora è tempo di viaggiare
dalle parole agli itinerari in cui senti il fiato del vento.

4.4.06

Le stagioni vanno e vengono, ma quella del cambiamento rimarrà.

3.4.06

La radice del sorriso trovala coltivala innaffiala ogni giorno di più.

27.3.06

Intuizioni strambe, messaggi da inatteso dove, azioni e comunicazioni multiple. Tasselli da discernere e assemblare, pure se non hai d'insieme la figura a tua disposizione; ma le tensioni stemperano i nodi forse sciolgono e quello che non cerchi giunge e se ci guardi bene, chissà... s'è già annunciato. Fai quel che sai che s'ha da fare, una cosa una, una alla volta, che se non fai così quelle s'ammucchiano e dal midollo succhiano le tue energie. Ricorda che sei lì tra capo e collo, tu scòvati e ritròvati nei gesti quelli piccoli e nel passo dopo passo, così è per me per te forse per molti, rapisci il senso vero di un'immagine, si muove e qualche cosa smuove là, dove il dolce si fa liquido e non stucca. E pregni i disegni di ogni volo onirico si stagliano nel vivo di uno schermo nitido, cruciali sono i segni ben degni di te che fluttui tra me e i ricordi o i sogni di quei flutti s'incrociano con gli aliti di freddo sulla faccia che accarezzano di notte, tra il senso di proteggerti e di aiuto che verrà, vedrai, tu vai e fai.

17.3.06

Un messaggio suggeriva di essere vigile, ma di rispettare i tempi e le modalità altrui ("se vuoi accompagnare qualcuno, adeguati al suo passo"). Chissà poi se era davvero diretto a me, visto che non mi sento particolarmente veloce nel percorso, né abile nell'attuazione pratica delle decisioni, né sicuro delle scelte. Sarà per questo che mi sono lasciato andare a un sonnellino. Una dormita la cui brevità ha fatto da contraltare a una densità tale da indurmi a immaginare un viaggio astrale in cui il corpo fisico è stato abbandonato lì sul divano fino al bzz di un sms che ha funto da sveglia senza riuscire a farmi riacquisire immediatamente il senso spaziale e temporale.
E l'impressione magari fallace ma rassicurante che i corpi astrali si siano parlati tra loro accordandosi per il meglio.

11.3.06

Mi dissero che l'amore è un'onda sottile ma di estrema benefica potenza. Ora so che, ben direzionata con animo aperto e disinteressato, serve anche a frantumare le durezze, in una sorta di litotripsia delle pietre sul cuore.

Tuttavia, ste cose hanno a che vedere più con la forza che non col potere, dunque non sperare di servirtene a scopi d'interesse personale.

7.3.06

Se sei impeccabile, sei in una posizione di forza. Quando commetti errori, il fulgore lo perdi. Meglio, piuttosto, subirli, e senza avviare rappresaglie, più o meno consapevoli. Altrimenti nasce e cresce il risentimento, ferro che frantuma la brace e la tritura riducendola a spenta cenere.

L'amore ti fa restare in posizione di forza. Forza, bada bene, non potere. Il potere ti permette di agire sugli altri, di manipolare, ma non potrà scaldarti il cuore né le solitudini. La forza, invece, è capacità di agire su di sé, applicazione del desiderio di guidare la propria vita, di procedere ricentrandosi nel sorriso.

L'amore è di per sé impeccabile, ma s'intreccia (per fortuna) all'agire della persona, contaminandosi talvolta con l'errore e con il potere. Rifuggire assolutamente la contaminazione non è pratica convincente, per me: l'isolamento completo non rende credibile il cammino umano. Altrimenti è come quando uno dice di essersi disintossicato dall'eroina, ma non riesce a uscire dalla comunità presso la quale aveva trovato primo rifugio.

Se t'inondano spruzzi d'amore, ritrovi il fulgore. Fulgore è interezza, umanità in tutti i suoi aspetti, capacità di comprendere anche l'errore per imparare a crescere, voglia di condividere per godere meglio, irradiando per mirare sempre e comunque alla pienezza o forse addirittura alla felicità.

6.3.06

Ciao, e sorridi sempre. Il consiglio mi arriva dall'esterno a sorpresa, a sorpresa non perché chi l'ha pronunciato non sia solito sorridere, anzi, ma perché mi ha detto implicitamente che capiva come mi sentivo e mi sento e che ho in me le risorse per affrontare il modo in cui mi sentirò. Voglio che anche questo mi dia fiducia, malgrado sia difficile sentirsi interi nel momento in cui ti si strappa da dentro i sogni un pezzo di te.

1.3.06

Who has not found the Heaven -- below --
Will fail of it above --
For Angels rent the House next ours,
Wherever we remove --

Emily Dickinson


Chi non trova il paradiso quaggiù
non lo troverà neanche in cielo.
Gli angeli stanno nella casa
accanto alla nostra
ovunque ci spostiamo.



Poesia e saggezza insieme, che possono valere in ogni ambito, dalla ricerca spirituale a quella della serenità, dall'attesa dell'amore passionale alla brama di qualità.

Parole e concetti incrociati qui e qui e anche qui e .

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Però, come diceva quel comico parodiando un famoso scrittore ispirato, "la risposta è dentro di te ed è... sbajata!"
Nessuna certezza, quasi nessuna. Le domande non sono mai troppe. Dubbio e vigilanza siano il cocktail più efficace per procedere nella conoscenza del prossimo passo, ma soprattutto nella consapevolezza del passo che stiamo muovendo in questo istante, piccolo o grande che sia.
Considerando l'epidermide e i fluidi corporei, i ronzii vibrazionali e i fremiti sulla punta delle dita, la spontaneità comunicativa e il piacere di esserci, sorridendo alla sincerità corporea e diffidando di ciò che mente.

26.2.06

Ha ragione chi è felice, ho letto da qualche parte, ma non saprei a chi attribuire tale formulazione. Noto che la variante "...chi e' felice ha ragione..." campeggia nel blog di Brezzamarina (che tra l'altro a una prima occhiata mi pare carico della poesia del vivere).

Una perla di saggezza, direi: chi potrebbe contestare un'altrui modalità in grado di connotarsi tanto positivamente? Non è forse per sentirsi bene che si cerca di migliorare, di superare gli ostacoli, di mettersi in ascolto di sé e del mondo? E quando nel sapore di una sequenza musicale, nel ricordo di una sensazione gustativa, nella cattura di una visione cromatica, nella commistione tattile ed elettromagnetica si rinviene l'istante eterno insieme alla capacità di goderne appieno, come si potrebbe pensare di trovarsi in contraddizione con ciò che essere deve?

Ha ragione chi è felice, dunque. Salvo obiezioni.
Una che ho sentito avanzare è che talvolta si è felici a spese degli altri e che allora è meglio essere infelici ma a proprie spese.
Certo, ottenere un risultato a scapito di qualcuno rischia di privarci della pienezza e dunque di pregiudicare la reale possibilità di essere felici. Un punto da tenere presente.

Tuttavia, è opportuno ricordare che anche essere infelici può avvenire a spese degli altri. Perlomeno in due modi: con quello che emaniamo in vibrazioni sottili e con l'esempio che forniamo agli occhi e alla sensibilità di chi ci sta vicino.
Basti pensare alle coppie che stanno insieme esclusivamente "per i figli". In realtà non solo finiranno per trasmettere energie negative con le proprie inevitabili tensioni, ma forniranno un modello di coppia decisamente frustrante per l'immaginario in formazione, andando a influire malamente sulle scelte future di coloro che si intendeva preservare dalla sofferenza.

Al buio bivio delle vie da intraprendere, meglio prediligere quella della felicità*: funzionerà per noi stessi e per gli altri, nel tempo.


* non sembri questa una frase alla Catalano, giacché troppo spesso noi esseri umani scegliamo il protettivo e rassicurante dolore.

17.2.06

Ho una mezza intuizione che la stanchezza derivi in larga misura da conflitti energetici interiori, i quali comportano sprechi rispetto agli sforzi normalmente necessari.
Se pensiamo all'inesauribile vigoria dei bambini, possiamo capire quanto conti essere centrati su di sé e sulla realtà presente per tuffarsi con vorace entusiasmo nel vivere appieno.

Sbloccare gli ingorghi, semplificare, mirare alla nettezza sono azioni risolutive. Compierle tenendo conto del complesso sistema di interrelazioni diventa un po' come giocare a shanghai: occorre la pazienza accorta di spostare un bastoncino alla volta per limitare quanto possibile i danni.

Alcune mosse sono dolorose e se senti una cosa dentro al petto, spostata tra lo sterno e l'altezza delle clavicole, sarà una scheggia di vetro che non è mai stata sputata fuori dal cuore.
Toccare corde profonde può innescare disarmonie e far riemergere nodi, ma solo riattraversando tunnel di pianti deformanti puoi sperare di far risuonare normalmente quelle vocali, nel tuo canto d'essere intero che si ritroverà.

14.2.06

Mi hanno colpito alcune parole riferite da Flounder, novella e benvenuta visitatrice di queste pagine:

la materia è solo la condensazione ultima dell'energia, dei corpi astrali

Oltre ad avere apprezzato la divertente freschezza del suo raccontare, trovo qualche analogia con sensazioni o intuizioni o considerazioni esposte qui su vocenarrante a proposito delle onde elettromagnetiche e dei vortici di luce.

10.2.06

Il destino: anche nell'assecondarlo, occorre quasi sempre muovere un passo e il problema è compiere quel movimento nel momento giusto, quando il semaforo del fato è verde e magari lo rimane per pochi istanti.

(non parliamo poi della difficoltà nel capire la direzione...)

27.1.06

Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta

Primo Levi, Se questo è un uomo

20.1.06

Periodo di tette. Problematiche. Noduli. Così mi dicono amiche e parenti (una dolcemente cara amica e una bella zia, per l'esattezza).

Noduli ha la stessa radice di nodi. Che infatti vengono al pettine.

Un testo consigliato da chi per esperienza diretta ne sa più di me è il seguente: Ogni sintomo è un messaggio, di Claudia Rainwell.
Mi sembra che il titolo dica già tutto e riconfermi quanto già accennato in precedenti occasioni.

17.1.06

Parlando da un punto di vista maschile, la masturbazione è pratica efficacissima a disfarsi di getto di un sovraccarico emotivo da stagnazione energetica. Dopo, si riesce più agevolmente a considerare le cose con serenità e la giusta dose di leggerezza.

16.1.06

Concordo con questa definizione dell'astrologia data da mariemarion:

Quel che io leggo non è destino immutabile
ma una sorta di codice di viaggio per ogni pioniere della vita


E secondo me vale anche per altre forme di chiaroveggenza.

13.1.06

Non dico mica sia semplice, ma con un po' di aiuto ci si può arrivare, almeno temporaneamente e per quanto serve di volta in volta a scavalcare ostacoli e scavallare liberi: se si adotta il punto di vista dell'anima, diventa tutto più facile.

10.1.06

Respiri male, non hai trovato ancora il ritmo del fiato. Succede, anche senza aver corso: ansia e assenza, malinconia e mancanza si traducono nel disallineamento tra i vari corpi, nella mancata unità di fisico e spirito.
Esiste un esercizio e te ne ricordi, ma per strada sarebbe imbarazzante e allora lo abbozzi soltanto. Tuttavia, già il fatto di chiedere aiuto ti fa stare meglio.
Continui a camminare, un po' più sollevato seppur conscio della temporaneità del rimedio.

Sulle scale, incontro una nonna coi due nipotini: uno sta in braccio. Ci sta sempre, da 4 anni, perché per un problema genetico non cammina (non cammina ancora, aggiungiamo un avverbio di speranza). Incrociandoli al secondo piano, deposito a terra le borse della spesa e mi offro. Il piccino acconsente sorridendo e così, portando con gioia un peso altrui, scarico per un momento i miei gravami.