30.11.04

"se ti sembra delirio dimmelo pure..."

No, è solo come quando prima di rimettere a posto casa ti ritrovi con il massimo del casino, ma non lo devi vedere come tale, perché stai per sistemare le cose (con dolcezza, senza fretta, mi raccomando, non c'è motivo di accelerare di ore, o di giorni, cose vecchie di migliaia di anni).
Sono sicuro che se riuscirai a far prevalere la tranquillità di saperti parte di un tutto di luce in cui ci sono tutte le cose e le persone che ami, allora giungerai a una svolta personale più che mai benefica.

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Importante cogliere sempre i segnali, vigilare. Per aiutarsi a capire quando è il momento di svincolarsi dal passato.
Uscirne non significa rinnegare quel che c'è stato, tantomeno dimenticarlo. Significa superare, dopo avere attraversato e senza mai ignorare, evitando di seppellire dinamite in giardino o sotto la sabbia.

Le parole pesano: meglio sostituire avverbi troppo pesanti come "sempre" e "mai più" con un "per ora". E nel frattempo, aspettando altri segnali, magari può essere il momento di dedicarsi un po' a sé stessi, anche nelle piccole cose. Anche nel trovare la soddisfazione di una pietanza condivisa, per esempio. Di un brano letto e comunicato, di un'emozione passata attraverso la musica e magicamente resa in parole, per quel po' che il verbo può dinanzi all'ineffabile.
Ma anche meno: un massaggio ai piedi, un po' di ginnastica o allungamento muscolare su un tappetino in casa... E perché non mettersi a scrivere una lettera con l'inchiostro sulla carta, allungando a dismisura i tempi di trasmissione e di risposta, ma recuperando antiche magie?

Perdonarsi, coccolarsi, ripensarsi con dolcezza.
Lasciarsi cullare dalla musica magica del ronzio universale, che si può captare dietro alle genialità di scrittori, musicisti, poeti e pittori, per esempio.
"Per esempio": lo ripeto perché non intendo essere prescrittivo, perché ciascuno sa e deve solo ricordare. Ricordare come stare bene, come riconnettersi con le onde positive di chi ci vuol bene e sempre ce ne vorrà, anche quando non pare.

23.11.04

Mi basta essere, per amarti. E amandoti, sono.

19.11.04

"Arriverà qualcuno talmente astuto, dolcissimamente astuto e per niente aggressivo, che saprà trarti fuori dalla paura di oggi. Arriverà, te lo posso garantire."

Beh, è successo: non sono incosciente né prendo alla leggera quel che potrà succedere, ma non ho paura. Sono molto fiducioso e mi sorprendo per l'atteggiamento mio così volto al futuro, e così risoluto, contrariamente alle mie tendenze di sempre. Questi sono i veri miracoli (per ora ancora teorici, poi vedremo se nella pratica sapremo applicarli e far fruttare questo immenso dono).


[carteggio privato]

15.11.04

Tempo. Mai desiderato che passasse più in fretta, mai. Né farò eccezione stavolta. Troppo prezioso per augurarsi che scorra via da noi, perfino nelle circostanze in cui ci si sente stirati come un ponte umano verso la sponda del futuro.

Quando poi il tempo è quello del sentire, è meno che mai prevedibile: un giorno può valere un mese, la velocità o la lentezza sono indipendenti dalla cronologia e, in buona sostanza, ciò che deve essere sarà. Guidare il fatalismo entro l'alveo del pieno vivere, gustando ogni ansa del nostro fluviale scorrere è tutto ciò che si può o si deve.

Tutto più facile, o meno arduo, quando il pensiero anche a distanza culla questa perfezione, questo girare perfetto di anima e cuore e corpo in mistica danza sufi... e promette di lasciarsi crogiolare nell'amore tra l'elettromagnetismo dei vortici comunicativi e il vorticare circolatorio della comunione magnetica dei corpi.

12.11.04

Stasera sul calendario è luna nera.

La vita è una continua lezione. Se la memoria assiste, ci si rende conto di come nel dipanarsi degli eventi ci si venga a trovare in posizioni speculari a quelle già sperimentate. Da discepolo a discente, da riconoscente a riconosciuto, da seminatore a raccoglitore, da protetto a protettore.

Poter vedere la realtà non solo con i propri occhi di adesso, ma anche attraverso il ricordo di esperienze e racconti altrui, ci permette di rendere multidimensionale la percezione e favorire la comprensione.

Per perdonare e perdonarci, per saper aspettare e continuare a voler cogliere, in ogni istante, il vivere nel suo divenire.
Oggi per me l'espressione chiave è pazienza fiduciosa. Il carburante, per fortuna, è l'amore. Perché sia d'aiuto, basta una scintilla.
Che il diamante sappia farsi pietra focaia.

Stasera sul calendario è luna nuova.

9.11.04

mi legherò con l'aroma di noi
per sempre


e lucendo mi colmi di tutta la bellezza del creato

3.11.04

Sebbene fortunato, molto fortunato, conosco la durezza delle giornate in cui aspetti qualcosa e quel qualcosa non arriva.
Sai che non può arrivare, te lo sei detto e il tuo cervello l'ha accettato.
Eppure in fondo sei lì ad aspettare proprio quella cosa già giudicata (per il momento) impossibile.
L'aspetti perché il bimbo che è in te strepita e non conosce il futuro, tantomeno il futuro anteriore. Conosce solo il qui e ora e se lo lasci fare è capace di divorarti tutti i modi e i tempi verbali lasciandoti con un indicativo nemmeno ben coniugato che ti ferisce e insieme all'angoscia solitaria vuole sbranarti il cuore.

Le giornate o le nottate sono troppo lunghe quando quel qualcosa non ti arriva. Prima di quel momento di solitudine, solitudine che può esistere anche in mezzo a mille mondanità, ti sei ripetuto che devi solo attendere il momento propizio, che quel messaggio o quella voce esiste per te, anche ora che per ragioni contingenti non ti si palesa nelle forme desiderate.
A quel punto, o ti fidi oppure stacchi. Scelta difficile perché ciascuno, per fortuna, momento per momento gode del libero arbitrio. Momento per momento ha il potere, anzi il dovere di scegliere ciò che lo fa stare meglio (o meno peggio).
Però quel bambino tiranno scalciante va anche educato: perfino quel bambino interiore deve imparare a capire che le fonti positive non hanno mai smesso di sgorgare per me. Come gli astri che continuano a brillare dietro la nuvolaglia.


[da un carteggio privato]

1.11.04

Mazel Tov!