15.11.04

Tempo. Mai desiderato che passasse più in fretta, mai. Né farò eccezione stavolta. Troppo prezioso per augurarsi che scorra via da noi, perfino nelle circostanze in cui ci si sente stirati come un ponte umano verso la sponda del futuro.

Quando poi il tempo è quello del sentire, è meno che mai prevedibile: un giorno può valere un mese, la velocità o la lentezza sono indipendenti dalla cronologia e, in buona sostanza, ciò che deve essere sarà. Guidare il fatalismo entro l'alveo del pieno vivere, gustando ogni ansa del nostro fluviale scorrere è tutto ciò che si può o si deve.

Tutto più facile, o meno arduo, quando il pensiero anche a distanza culla questa perfezione, questo girare perfetto di anima e cuore e corpo in mistica danza sufi... e promette di lasciarsi crogiolare nell'amore tra l'elettromagnetismo dei vortici comunicativi e il vorticare circolatorio della comunione magnetica dei corpi.

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