31.12.05

I've got to go. I'm gonna go.
I am going.
I go.
And I will go and go and go
yes I will go and go and go
and go and go and go and go
And I'll
be gone.

25.12.05

È ancora Natale e stasera comincia Channuka, la festa delle luci. Quest'anno è la seconda coincidenza, dopo che lo scorso ottobre il capodanno ebraico giunse più o meno in concomitanza con l'inizio del ramadan islamico.

Tu sai, sai bene come le religioni monoteiste possano essere false coperture degli stessi orrori oppure sfaccettature diverse di un unico diamante radioso.

A te come a tutte le persone dotate di luccicanza spetta il compito di trasformare prismaticamente le onde, attraverso i piccoli atti quotidiani del comune vivere, attraverso la semplicità della consapevolezza autentica, attraverso la gioia recuperata nonostante le traversie, grazie al sorriso vero che nasce dal calor bianco del cuore aperto e pulsante.

Il mio augurio è per il tuo presente, sereno per te e i tuoi cari, ma anche perché le tue potenzialità sappiano sempre trovare una via d'espressione che esalti il bello e il bene.

Ti mando baci e abbracci e calore.

22.12.05

Sei infiammato. Però tu ti affidi, dunque guarisci.

Me lo hanno detto lunedì durante una seduta di digitopressione a opera di persona ispirata, mentre subivo rilassato il dolore benefico, quello che aiuta a sbloccare i flussi energetici (nella fattispecie, interessato era il meridiano dello stomaco oltre a quello del triplice riscaldatore). Ho poi provveduto a un'applicazione di argilla al braccio e alla mano dolente da troppi giorni e sto notando miglioramenti immediati.

Quella frase mi è rimasta impressa. Ieri mattina, alla signora che mi porgeva il polso gonfio chiedendomi un parere, ho chiesto di rilassare il braccio, facendole notare che anche quando cessavo di sostenerlo rimaneva rigido e sospeso in aria. Ciò l'ha aiutata a constatare esplicitamente di essere "un fascio di nervi". L'ho invitata a lavorare su di sé finché non riuscirà ad affidarsi e spero per lei che ci arrivi presto.

Gli aiuti non mancheranno mai a chi non perde la voglia di chiedere e la fiducia nella lealtà dell'universo.

15.12.05

Esiste un discrimine tra volere e desiderare: alla volontà si accompagna la determinazione, che permette di raggiungere obiettivi, o quantomeno di puntarvi, attraverso l'applicazione e l'esercizio. Importante, utile, encomiabile.

Il desiderio è connotato da una forza pulsionale più profonda, meno avvezza alla pratica paziente, ma praticamente inesauribile. Se ho il coraggio di desiderare qualcosa, potrò smuovere pressoché qualsiasi ostacolo, perché riuscirò a considerarlo marginale rispetto alla meta cui punta con fede cieca il mio motore nucleare.

Una volontà desiderante, o un desiderio temperato dalla volontà, probabilmente aiuteranno a mantenere l'equilibrio nello slancio evolutivo verso la felicità realizzata.

8.12.05

Traduco al volo dall'inglese quanto trovo scritto in una pagina che parla degli specchi esseni:

Il settimo specchio ci rimanda la percezione che abbiamo di noi stessi. Gli altri ci percepiranno e tratteranno a seconda di come noi percepiamo e trattiamo noi stessi. Se abbiamo un'autostima bassa e non riconosciamo la nostra saggezza e bellezza, gli altri non le riconosceranno. Se siamo arrabbiati, amari e gelidi verso gli altri, essi a loro volta reagiranno nello stesso modo nei nostri confronti. Se cambiamo la nostra percezione di noi stessi, cambiamo il mondo. Forse è il momento di essere gentili, amorevoli e compassionevoli verso noi stessi e gli altri. Ricorda il detto: "L'unico motivo per cui una persona ha potere su di te è che tu vuoi qualcosa da lei." Che sia amore, gioia o un collegamento personale con Dio, forse quella cosa si può trovare dentro di noi...

1.12.05

Mi hanno insegnato un esercizio, graziosamente per telefono, ma il mittente originale era un Maestro in diretta (grazie!).

Mettiti seduto, più o meno nella posizione del loto, quella a gambe incrociate. Porta le mani in alto, con i palmi rivolti all'insù. Visualizza una sfera bianca luminosa che scende ad avvolgerti la testa, come l'aureola dei santi. Poi una pioggerellina sottile, verdina, che cade e scende su di te lavando via ogni male. Con le mani raccoglila: quando le senti cariche, quando ti formicolano un po', portale alla nuca e riversa quel liquido benefico su spalle e collo. Sentilo penetrare in profondità.

La sfera bianca luminosa ti avvolge tutto il corpo. Le mani di nuovo in alto, a lato rispetto al corpo e posizionate di taglio. Sempre aperte verso l'alto, si congiungono al di sopra della testa a raccogliere il respiro sottile e scendono a portarlo nel corpo. Così la mente e l'agire non resteranno troppo indietro rispetto alle intuizioni. Quando le mani si trovano in alto tu inspiri, quando scendono espiri. La respirazione dev'essere marziale: inspirazione decisa e veloce, altrettanto rapido e deciso il gesto, forte e d'un colpo l'espirazione.
Questo serve a ricentrarsi: quando i tre corpi (etereo astrale e fisico) si sfasano è come se i tuoi pezzi fossero sparpagliati qua e là. Immagina tre figure di colori diversi semitrasparenti che devono essere riallineate.


Ecco.

22.11.05

Esercizio

Riconoscere appieno il tuo sé come sorgente di luce, sentimenti, benessere.
Tutte cose che non hanno sede nella proiezione del desiderio su un'assenza.

Ritrovare la scintilla lì dov'è, accogliere quel che c'è, capire perché serve viverlo attraversarlo risolverlo.
Tutte cose da dirsi e ricordare quando si sta bene, per applicarle poi anche nell'evenienza di momenti ardui.

10.11.05

Camminare sulle acque (*, **) è necessario e salutare, in quanto sublime incarnazione del principio di leggerezza.

Lasciandoci elevare dalla nostra parte più vorticosa, eterea, luminosa d'aria e di luce aerea, scopriamo come i pesi che gravano sul nostro incedere ce li fabbrichiamo noi. Le stesse identiche cose, diversamente considerate, pèrdono il carattere di zavorra, specialmente quando ci si rende conto della loro temporaneità.

Tenere i piedi per terra, d'altronde, è utile e necessario per godere del privilegio che è vivere qui e ora, in carne e ossa, in sensi e desideri. Per tuffarsi nel vivere e... per nuotare, all'occorrenza.

4.11.05

Una segnalazione, da prendere un po' come preferite: infatti si tratta senza dubbio di un bel racconto, ma anche di qualcosa in più, se non si chiudono le porte dell'accettazione.

Mi riferisco a Los dias de los muertos, scritto e pubblicato da Gilgamesh.

- - - - - - -

Personalmente, mi rammenta che prima o poi dovrò intraprendere il cammino della regressione ipnotica, per quanto malinconica possa risultare. Vorrei solo capire quando sarà il momento giusto per farlo.

27.10.05

Tracce, sono delle tracce e pertanto vanno seguite. Così si dice delle "coincidenze" che si notano una dietro l'altra.

Per esempio, proprio ieri dicevo che rispetto a un tot di anni fa, le mie mani sono diverse. E mentre lo dicevo, le sentivo pesanti, ma non in senso deteriore: si tratta di diversa densità, o di ponderazione, in senso etimologico.

Stamane, nel giro di pochi minuti, un paio di incoraggiamenti. Tali considero le conferme verbali giunte inattese ed esplicite, l'unico modo di rendere oggettivo ciò che si avverte ma non si sa spiegare, ciò che avviene ma non si sa mostrare.

Altrimenti detto: un'insegnante, l'unica con la quale dopo tre anni di conoscenza ci si dia ancora del lei, mi ringrazia per l'altro giorno. Di colpo rammento di averle messo la mano destra vicino al ginocchio dolente che la costringeva a zoppicare. Un gesto che mi era costato parecchio in termini di scavalcamento dei pudori e che non avevo né spiegato né giustificato, se non con un enigmatico: "Devo farlo, altrimenti mi brucia la mano." Oggi, appunto, mi ha detto che il dolore le era passato e di essere riuscita a rincasare camminando tranquillamente.

Pochi minuti dopo, in panetteria, attendo che la clientela si squagli e chiamo in disparte la commessa, una signora alla quale, per farla breve, una volta avevo fatto passare un dolore muscolare quasi invalidante, tanto la costringeva all'irrigidimento.
All'estremità del bancone, l'ho fatta girare di spalle e passandole la mano sinistra a sfioramento lungo la schiena le ho chiesto: "Cos'hai oggi con la respirazione?"
"Ho la bronchite da ieri sera, prendo gli antibiotici. Ma come hai fatto ad accorgertene?"
Le ho detto la verità: "Non lo so, ci sono cose che non riesco a spiegarmi. Comunque rilassa i muscoli: respirerai meglio e ti passerà prima."

Con tale umore, incoraggiato a proseguire o a riprendere la via che ci porterà a essere tutti i terapeuti di tutti, ho ricevuto una telefonata che m'informava di una complicata quanto inattesa situazione sanitaria riguardante un amico.

Tra poco uscirò e andrò a trovarlo in ospedale. Non so bene se riuscirò a essergli utile, ma ci provo, benché la sua operazione sia già programmata per domani.

Mandatemi un po' di bene.

12.10.05

Dove meno vige l'applicazione del possesso, meglio si riesce a vivere serenamente le vicissitudini. Così la leggerezza può aiutarti a soffiar via la fatica e i pesi si sostengono da sé.
Viceversa, il desiderio o bisogno di controllare ciò che non dipende da noi ci sbalestra, portandoci fuori centro e gravandoci di pesantezza difficile da trascinare. Per sollevare le commessure delle labbra e disegnare un sorriso nell'aria è necessario recuperare l'alito dell'attimo presente.
Un qui e ora esteso a quel che il cuore è in grado di contenere senza deformarsi.

3.10.05

Dal desiderio nasce l'impazienza, ma s'impara dagli errori già commessi, grazie alla lanterna portata sulle spalle a illuminare la strada percorsa.

Dunque si lascia che le cose maturino, che sia ciò che essere deve, cercando di compiere il passo giusto al momento giusto e non prima.

Ci si conforta pensando a esempi illustri: tra di essi, la raffigurazione barbuta di un signore onnipotente che avendo deciso di creare il mondo non lo fece tutto in un colpo e in un batter di ciglia come senz'altro avrebbe potuto, bensì in più e più giorni, un poco alla volta, riservandosi perfino un po' di riposo dopo il lavoro svolto.

22.9.05



Vi è mai capitato di fissare lo sguardo sugli stereogrammi, quegli strani disegni senza forme definite dai quali dovrebbe apparire una figura tridimensionale?

Per riuscire a vedere, occorre andare oltre la superficie, bisogna guardare in profondità, là dove apparentemente non c'è nulla di particolare. Più efficace farlo senza forzare, lasciandosi perdere, aspettando senza aspettative.

Il segreto è quello di cambiare il punto focale, portandolo "dietro" all'immagine. Per facilitarsi il compito, può essere utile dirigere la vista verso un riflesso sulla superficie dello stereogramma, meglio ancora se questo è coperto da un vetro. Una lampada accesa alle spalle dell'osservatore sarebbe l'ideale a tale scopo.

Dunque, riassumendo: per vedere oltre sono necessarie pazienza, rilassatezza, elasticità e illuminazione.

14.9.05

Capire quando agire e quando autoprescriversi l'inazione è tutt'altro che facile. Bisogna esserci e nello stesso tempo sapersi distaccare, essere in sé e fuori di sé a osservarsi per cogliere quel ch'è opportuno.

Che guaio invece essere fuori di sé per l'esplosione di un momento, a causa di un'arrabbiatura o un risentimento, inabile a comprendere in quanto recalcitrante ad accogliere segnali o messaggi.

Centrarsi per riportare a sé le magie, per riconoscersi sorgente, evitando di operare come mero riflesso di azioni altrui. Poi muovere. Un passo, anche solo un passo. Anche solo metaforico, simbolo di un divenire magari non eclatante, forse perfino sommesso.

Come la spiaggia è fatta di minuscoli granellini, così ogni percorso è scomposto in istanti e si compie a piccoli passi apparentemente insignificanti. Che ogni singolo gesto mi porti a te.

19.8.05

I canali aperti dall'Amore, per quante diverse forme assumano nel tempo, non si richiudono.

Energie e comunicazioni continueranno a trasmettersi.
Accogli e sorridi, emana e senti la pienezza.
Lascia fluire.

16.8.05

...seguitò a contemplare ogni luogo che incontravamo lungo il percorso, e io sapevo cosa pensava di ognuno di questi dai mutamenti del suo silenzio.
(Gabriel García Márquez, Vivere per raccontarla)

Capire davvero l'altrui silenzio, anzi gli altrui silenzi, saperli interpretare, è cosa rara e difficile, ma possibile laddove le condivisioni siano state tante e tanto intense da favorire la commistione dei sé.
Capire i silenzi è possibile se e solo se il silenzio fa seguito a vero dialogo, se e solo se la parola è già stata trasmessa e recepita, trovando una via da cuore a cuore.

13.8.05

Hai pianto, ti sei svuotata: che le lacrime siano un lavacro per l'anima, in questo battesimo del tuo cuore. E sarà tempo di sorrisi, e il vento dell'amore soffierà a distendere la pelle del tuo volto, vòlto a risplendere. Irradiando.

5.8.05

L'elastica morbidezza di certi contatti è un altro anello di congiunzione tra la realtà terrena e l'intangibile.
Peraltro, son ben contento della palpabilità esperibile.

29.7.05

Se riesci a esprimere la tua anima, il resto non conta più.

Dice così, più o meno, uno dei cartoncini disegnati da Hugh MacLeod di gapingvoid.

17.7.05

Volontà e cuore, mente e calore, determinazione e istinto, ragionamento e intuizione, disciplina e slancio, meditazione ed entusiasmo: gli ingredienti ci sono, si trovano, il difficile è miscelarli nelle giuste proporzioni.

- - -

Sono un essere terreno, ma con una scintilla dentro.
Me lo dice il ronzio, che è abbandono e non stanchezza.
Praticare l'introspezione col sorriso può essere una chiave.

- - -

Buonanotte, giunga dolce e lieve il sonno.

15.7.05

and in a mystery to be
(when time from time shall set us free)
forgetting me, remember me


Dimenticandomi, ricordami.
(innamoramento > spersonalizzazione > amore)

Sta lì il succo ultimo e definitivo di quei versi di E.E.Cummings.

Una condizione che può avverarsi solo a un livello assolutamente spirituale, in cui la categoria tempo abbia cessato di dettar legge.
Possiamo certamente accedervi, qua e là, anche dallo stato terreno, ma non sempre e non con tutti. Non senza rimpianti. Però possiamo certamente accedervi, qua e là o di tanto in tanto.

L'io che si scioglie nel tutto come un corpo nudo nuota in tiepide acque, senza temere il mare aperto.

13.7.05

Ogni volta sprofondo di più in te... anzi, non è esatto, direi meglio che ci vaporizziamo miscelandoci in uno stato superiore, su un ponte energetico che trae essenza ed esistenza dalla lubrica commistione di carnalità e amore.

Sogno incarnato, fumetto erotico, che prende vita e sorride incredulo, telepatia sorprendente, io-te sorridente, elettromagnetismo ad autoricarica: dio quanto mi manchi, di già.

6.7.05

Lunedì era ancora luna calante, perciò ho potuto ottemperare a un piacevole impegno preso con un'amica e le ho insegnato la cerimonia di purificazione della casa.

Sono azioni che fanno bene innanzitutto a chi le compie: anche in questo caso vale il motto "deve essere grato chi dà", letto in un libricino di storielle zen.

30.6.05

Una carezza fatta con amore: la magia delle mani comincia da qui.

23.6.05

L'Amore è un giro... un grande giro o un anche giro di valzer, semplicemente.
Quel che fu detto: "Ciò che farete al più piccolo di voi l'avrete fatto a me" credo funzioni davvero.
Se doniamo qualcosa di buono a qualcuno, si creano circoli virtuosi e benèfici benefìci.

21.6.05

there was a little corner of his mind that was still his own, and a light came through it as through a chink in the dark: a light out of the past
(da The Lord Of The Rings)

un angolino della mente ancora gli apparteneva e una luce lo attraversò come passando da una fessura nel buio: una luce dal passato

§ § §

Se ho una memoria che mi riporta intatti brandelli di ricordi lontanissimi nel tempo, se questa memoria è viva e pulsante e vivificata da mille e mille associazioni d'idee multisensoriali, se il ricordo si fa spesso racconto, non è perché il presente o il recente sia sciapo, anzi...
Col tempo mi pare di gustare meglio e di più, di riuscire ad assaporare il godimento vero di colori odori sapori e suoni, di lasciarmi trasportare dalla tattilità che nella superficie trova l'anima, di cedere sorridente all'intrecciarsi di spirito e carne che si avvolgono nell'amore.
Così anche il passato si impreziosisce di nuove illuminazioni e la sua condivisione arricchisce di riflesso il presente, spruzzando gioia e nitidezza negli angoli oscuri dell'irrisolto.
Tuttavia, la maggiore sensibilità non immunizza dalle contraddizioni: interezza e trasparenza sono ancora di là da venire.
Quando il tempo si riappropria dello spazio, i salti quantici dell'esperienza sentimentale emozionano senza però stupire.

14.6.05

Muoviti con velocità o con lentezza, ma evita la fretta e la stagnazione.

7.6.05

Ricordati chi sei.
Devi decidere che vuoi star bene!
Che non c'è bisogno di soffrire per richiamar su di sé amore.

5.6.05

Conosco personalmente chi soffre di codesta argentea malinconia...

Have You Seen The Stars Tonight?

...ma c'è un tempo per ogni cosa.

4.6.05

shall I answer the call?

you can hear the sound of magic if you tend to it

3.6.05

Bene, provo a rispondere al richiamo.

Cos'è un richiamo? Una specie di giramento di testa, una vibrazione tanto poco convenzionale da indurre a puntare l'attenzione sui chakra, rivolgendola a quello superiore nella fattispecie, più o meno in corrispondenza di quanto nei neonati chiamiamo popolarmente la "fontana", elastica commessura tra le ossa del cranio.

Non dovrei pensare, ma lasciare che siano i colori a imporsi. Tuttavia ho parole e non altro per descriverli, dunque sarò di necessità alquanto vago.
Il rosso purpureo accompagna con magico sincretismo il brano in ascolto (Our Spanish Love Song di Charlie Haden, ho constatato in seguito). Il porpora poi s'impone, sorta di ciclamino delicato, già riconosciuto ponte d'amore nello scambio spirituale tra due anime sorelle.

Cos'altro possono essere le "anime" se non l'espressione più netta di quelle frequenze elettromagnetiche in grado di permeare, costituire anzi, tutto, il tutto, in tutto e per tutto?

Le anime sono nel mondo come i colori, l'anima del mondo è colorata ed è fatta di gioia, se la guardiamo.
L'arcobaleno è iridato grazie all'occhio di chi l'osserva.
L'anima del mondo, come l'arcobaleno, ha bisogno del nostro sguardo per rinfocolarsi e risplendere.

25.5.05

Perché il mondo cambi il senso di rotazione, basta cambiare emisfero. Ciò che era destra sarà sinistra, ciò che era sopra sarà sotto. Ci muoveremo come sempre, ma gli abituali riferimenti saranno ribaltati, in cielo come in terra.

22.5.05

Vivi le esperienze collettive come tali, non perdi nulla di te a fonderti per un po' nel magma dell'altrui essere. E se non vuoi mangiare, non sarai mangiato.

9.5.05

Cose da ricordare

Il mio valore è dentro di me, dipende da me e non da come si rispecchia negli altri, nemmeno quando quegli specchi sono incantevoli.

Il respiro è un atto individuale, se ben compiuto si inscrive nell'armonia di quello universale, nel ronzio di quando solo le stelle fanno compagnia.

Lo sguardo deve saper essere presente e assente. Non attaccarsi troppo alle minuzie, ma nemmeno dimenticare che nel qui e ora si vive, e ci sarà pure un motivo se è così. Essere chiaroveggente serve a poco se ti annebbia la vista sulla prossimità.

Le mani non devono mai cessare di rendersi utili, materialmente e immaterialmente. Il cervello umano è così grosso* soprattutto per gestirne i movimenti, dunque stare con le mani in mano causa un sovraccarico di tensioni. A meno di massaggiarsele.


* Vedi gli accenni al riguardo in Galapagos di Kurt Vonnegut (sono marginali, ma è comunque un bel libro, divertente e geniale).

20.4.05

Dialoghi dal tunnel blu



L'amore dei tuoi sogni

Ti ho sognato, eri vestito con una tunica bianca e muto. Stavi insieme a un altro gruppo di persone. Mi piacevi, ma non potevamo parlarci.
Non osavo, non osavo pensare di poterti... ehm, avvicinare. Mi ero reso conto di starti simpatico, ma non immaginavo saremmo arrivati a questo livello di prossimità. Di comunione, anzi.
Sapevo che ti avrei aperto il mio cuore. Lo sapevo da come mi avevi guardata il giorno che ci siamo incontrati. Perché mi hai guardata sul serio.
Tu... Mi incanti, mi sento trasportare via da me.
È perché ti voglio qui con me, ora.
E allora ti percorro, a labbra dischiuse, goloso di magia. Sogni di luce cullata, per te, in te, con te.



Anime gemelle

Qui. Dove, se no? Dove posso averti incontrata? Impossibile sia la prima volta che ci vediamo, questa. Impossibile, altrimenti come lo spieghi questo conoscersi così tanto e a fondo, sapere tutto quel che l'uno e l'altra si preferisce, sapere dell'una e dell'altro ciò che nemmeno intimamente si sospettava.
Sembra tutto incredibile, ciò che sgorga da sé.
Chiedo "dove" e dovrei dire "quando". Il tempo però è una dimensione, dunque anch'esso spazio, estensione di ciò che conosciamo e occupiamo. Estensione del "qui e ora", che è porta, che si fa varco. Per l'Altrove.
Il "qui / e non qui" il dove senza dove...
Attraverso le distese immani. Da lontano non è facile dirti non sei sola, però è la verità in questo momento, in cui mi sembra di sentirti pulsare morbida e viva, i passi tuoi percepibili anche a distanza, e sono danza.
Vortice sufi, tempo senza tempo...
Come quando / i baci lenti / con la loro magia / ne arrestano momentaneamente il fluire.



So chi sei

Sei un angelo?
Tu sei un angelo!
Sei davvero il mio angelo.
In carne ed ossa, però.
Come si fa a riconoscere un angelo?
L'angelo biancovestito non è asessuato come si crede: è bisessuale, fatto per amare ed essere amato.
E dove lo si incontra?
Viene da un altrove terreno, da un sentiero fatto di pietre aguzze e affrontato con la volontà di camminare a piedi nudi attraversando il dolore che stermina dentro. Che annienterebbe, se non sorgesse il sorriso dal cuore e dai sensi a richiamare su di sé il cappello del mago dalla luce fluente.
Fino allo splendore di certi orgasmi.
Sì, quando l'anima si tuffa, a far risorgere l'essere e le proprie carni in un piacere completo e raddoppiato, in uno specchio imporporato d'amore.



Akasha

Il flusso tra le nostre anime passa attraverso i pixel per raggiungere ogni cellula e di qui fluidi e tessuti. Quando cantano quei sottili uragani arrivo sempre a un punto in cui mi sento sfuggire, letteralmente.
Arrivi direttamente qui in stupenda interezza. Mi liquefo, mi ricompongo ma è tutto uno sballo, evaporo, ritorno in me ma mi sopraffà l'etere, e ti mando le vibrazioni circolatorie che m'investono ovunque ripensandoti.
Sei un orgasmo cosmico vivente, unguento battesimale di ennesima rinascita.
E tu / memoria di luce / archiviata / nell'universo.
Uno spessore leggero vola a intrecciare unioni magiche imprevedibili.
Connessione con il sé universale.



Noi (a due voci)

Siamo in due a emanare, in due a captare. È cominciato con uno sguardo e un sorriso, si è riproposto con un sogno raccontato, ora è quel che è nel momento in cui ci si mette in ascolto reciproco. Tempesta solare, telepatia, l'aria si fa messaggera. Abbraccio che abbraccia irradiandoci, corrispondenza d'amorosi sensi. Onde energetiche, amplificazione e risonanza.
L'altrove è in me, è in te. È in noi, siamo noi. Un mosaico di madreperla.

16.4.05

luce nella carne sei tu per me
altri luoghi, altre stanze dentro e fuori di noi

voglio credere al tutto che ci lega
spessore trasparente d'energia invisibile
di ronzio profondo
sguardi, rossori, sorrisi incrociati, vita che risboccia

seguimi, disse, e vedrai
così entrai nell'occhio del ciclone,
il posto più calmo del mondo
respirami, supplicò l'aria,
e sentii entrare in me l'anima del mondo.

10.4.05

La comprensione passa necessariamente attraverso l'ascolto.
Per capire l'altro, ma anche per intuire chi siamo veramente.
Senza la volontà e la capacità di mettersi a sentire, poco potrà succedere.

1.4.05

Karma: non debiti da pagare, ma percorso per imparare.

23.3.05

Quando la vita balbetta, la tranquillità diviene tran-tran e gli anni si sedimentano senza costrutto, sovrapponendosi in strati melmosi nei quali l'anima si sente ameba e attende sbuffando la prossima reincarnazione.

In tali circostanze, non a caso, capita spesso che uno scossone giunga a traumatizzare la persona da troppo tempo in fase stagnante. Una scossa scioccante scuote la scocca senziente servendosi di strumenti sconvolgenti: grave malattia, perdita affettiva, incidente, disastro... un'intera scala di eventi sismici personalizzati, atti a risvegliare l'essere dormiente.

Perché tanta violenza? Perché al risveglio dev'essere designato una sorta di sergente cosmico berciante e incazzato?
La risposta, forse, è in un'altra domanda: perché anziché aspettare i dolori non riusciamo a curarci preventivamente? Sembra un interrogativo da dentista, ma vale per lo spirito ancor più che per il corpo.

A farci caso, la realtà che ci accompagna è costantemente fonte di messaggi. Occorre però ascoltarli. Occorre ascoltarci. Occorre illuminare il nostro sguardo sul mondo.

Quando il vivere riesce a sfrondarsi dalle sovrastrutture e a cogliere con i sette sensi* l'essenziale, allora diviene possibile imparare a muovere piccoli passi su un terreno relativamente stabile, anziché essere costretti a spiccare balzi su spuntoni franosi.

E magari si riuscirà a imparare mentre si gioisce, a crescere sorridendo, a evolvere amando ed essendo amati.


* gusto, olfatto, tatto, udito, vista, anima e amore.

5.3.05

Ogni cosa ogni evento ogni incontro ogni cimento ogni ostacolo ogni momento... sono buoni per un nuovo inizio.

16.2.05

Sarà anche vero che per imparare una cosa qualcuno te la deve insegnare, che per apprendere un concetto qualcuno te lo deve comunicare, ma se non si è pronti ad accogliere quell'insegnamento, a recepire quella comunicazione, il passo in avanti non si compirà.

Un esempio personale riguarda una teoria che mi fu riferita anni fa (ricordo anche la circostanza precisa) sul fatto che noi abbiamo una specie di "antenne" e se impariamo a drizzarle riusciremo a "sintonizzarci" su determinate frequenze, atte per esempio a farci incontrare chi saprà esserci d'aiuto nel nostro personale cammino evolutivo.
Accolsi la teoria con una robusta dose di scetticismo nei confronti dell'autore che la sosteneva, e solo col tempo, piano piano, i dubbi si diradarono, permettendomi di accettare quella che adesso mi pare una constatazione acquisita (e legata in un certo qual modo alle ipotesi vibrazionali o elettromagnetiche, comunque si voglia considerare il nostro essere anche o soprattutto vortici di luce).

Una curiosità: pochi giorni or sono mi è venuto un piccolo flash e per verificare ho scritto a chi mi aveva illuminato (Lay), chiedendole se per caso l'autore in questione fosse costui.
Risposta affermativa, e mio conseguente compiacimento di fronte alla coincidenza di ritrovarmelo in questo periodo menzionato dalle visualizzazioni di Occhi-di-luce nonché, inopinatamente, in pagine consultate in rete mentre cercavo altro.

9.2.05



L'albero della vita (Sephirot)

1.2.05

Cercare di capire perché accadono le cose è facile se queste riguardano gli altri, lo è meno quando l'intoppo ci colpisce.
Quanto ci compete però riguarda innanzitutto noi stessi: non possiamo pretendere di voler bene al prossimo prima di volerne a noi stessi, non possiamo sperare di aiutare gli altri senza essere in grado di evolvere personalmente.

Per questo è opportuno non smettere di considerare ogni evento un segnale, ciascun segnale un messaggio, le serie di messaggi una conferma e un aiuto costante.

Donde questo provenga non so e non intendo dimostrarlo, né lo potrei, ma la nostra realtà vibrazionale è un dato di fatto, sebbene non siamo in grado di coglierla che per intuizioni sfuggenti e veloci (un po' come nella fisica quantistica gli elettroni).

Siamo vortici di luce, o se vogliamo metterla diversamente, siamo fatti anche di onde elettromagnetiche.

22.1.05

Dalla sublime commistione tra realtà vibrazionale e carnale sorge il vortice che avviluppa in bozzoli magici chi vuole accogliere e lasciar affermare l'essere.

Il difficile è saper aspettare, quando lo si deve fare, ricordando che non ci sono scorciatoie (ma le parole dei maestri d'amore si fanno ricordare).

Anche per questo son poche le sillabe che scelgon d'affiorare.

10.1.05

Una canzone americana del 1930 s'intitola Dream A Little Dream Of Me e a me dice più o meno così:


Le stelle risplendono sopra di te
l'alito della notte sussurra "ti amo"
gli uccellini cantano sul sicomoro
mentre sogni, sogna un po' di me

Dammi la buonanotte con un bacio
tienmi stretto e dimmi che ti mancherò
quando sarò solo e triste più che mai
mentre sogni, sogna un po' di me

Le stelle svaniscono, ma rimango lì
ad anelare i tuoi baci, tesoro
aspetterò fino all'alba
e ti dirò così, tesoro:

Sogni d'oro fino ai raggi del sole
sogni d'oro, dimentica il resto
ma nei tuoi sogni, quali che siano
mentre sogni, sogna un po' di me

-.-.-.-.-

[ è un appuntamento, sì ]

2.1.05

Le frazioni del tempo sono simboli, gli eventi presagi, le sensazioni materia. I passaggi simbolici sono salti quantici nell'evoluzione personale, i messaggi polimorfi suggerimenti per interpretare il visibile e l'invisibile, quel che scalda il cuore o stringe lo stomaco anche a distanza è vero più del vero.
Così, nel gran calderone dei giorni e delle notti vissute senza vivere, si alternano ondeggiando scambi bellissimi e assenze pesanti, richieste che arricchiscono e fortune mal ripartite, regali che meravigliano e rinunce inaccettabili, splendori inattesi e delusioni cocenti.
L'universo vortica: bisogna imparare a riconoscere i propri sogni e ciò che realmente si desidera, accogliendo con il sorriso luminoso quel che ci soffia sul viso la vera vita.