31.7.02

Amore da innamorato

Rispetto a qualche tempo fa (un anno, ma anche pochi mesi) amo di più: questo amore si espande da me e rifulge investendo positivamente anche chi mi sta accanto; tuttavia avverto la differenza tra ciò che ho provato per la principessa radiosa e quello che sento per il resto del mondo.
Si tratta di due diversi tipi di amore? Oggi volendo rispondere direi che non ne sono tanto sicuro. Da qualche parte in me si fa presente la sensazione che a livello energetico si tratti della stessa qualità di sentimento, che si differenzia per intensità e orientamento.
Parlando di amore in senso ampio, è come se una luce si propagasse a raggiera, diffusa da un globo radiante e talvolta soffusa.
L'innamoramento, invece, quello che arde contro ogni logica o ragionevolezza anche quando si rivolge in direzioni "sbagliate", è come un raggio laser, implacabilmente concentrato e sempre acceso, anche qualora si tenti di chiudere gli occhi e volgersi altrove.
Ragionando all'interno della metafora, utile strumento di verbalizzazione e comoda forma di comunicazione in mancanza di abbracci e sguardi, spero riuscirà a ricombinarsi l'energia luminosa di questo raggio cosicché invece di bruciarmi mirando a un'assenza si diffonda in modo diverso e beneficamente apprezzabile.

29.7.02

I sogni

Per me sono sempre stati molto importanti e tuttora al risveglio cerco ogni volta di interpretare tutto ciò che mi ricordo. In precedenza l'ho fatto servendomi degli strumenti di autoanalisi sviluppati sulla scorta di varie letture psicanalitiche, ma conditi comunque dal piacere (quello del dolce ricordare per i sogni belli, quello dello scampato pericolo per gli incubi), nonché dalla certezza di poter disporre di un osservatorio privilegiato.

Quando mi fu detto che in realtà ogni volta che dormiamo è l'essenza universale o superiore nelle sue molteplici manifestazioni spirituali a intervenire, a lavorare su di noi, accolsi l'ipotesi con un certo scetticismo. Ora però comincio a credere che il senso di messaggio autoctono e quello di connessione al sé superiore possano collimare: un messaggio ispirato dalla nostra parte meno ostacolata dalle pastoie mentali e sovrastrutturali può anche essere visto come comunicazione generata dal nostro temporaneo raggiungimento dell'interezza, se non addirittura come canalizzazione, ossia accoglimento di un'informazione proveniente dalle entità superiori, siano esse angeli, anime, spiriti o quant'altro.

In effetti, ammettendo che non vi sia cesura tra la nostra singola personalità e l'universo intero quando abbattiamo o abbandoniamo le barriere, mi pare che il sonno si presenti come uno dei momenti più favorevoli, se non il migliore in assoluto, perché possiamo metterci in contatto o lasciarci andare all'abbraccio con l'essenziale che vibra intorno e dentro di noi.

Così, l'interrogativo che nasce quando ci capita di sognare i nostri morti: "Sono le anime a venirci in sogno o siamo noi a rievocare delle immagini mentali?" può sincreticamente risolversi nella consapevolezza che tutto è una e una sola cosa.
E mentre li abbracciamo sorridenti e sorridendo, è il nostro cuore che sorride, è al nostro cuore che sorridiamo.

28.7.02

Muovendo le mani in aria, si vivono momenti in cui s’intuisce che cosa significa quando “essere” è già “fare”.
Ci sono però momenti in cui ci si sente ributtati indietro di ere, a ricominciare i giri già percorsi.
Questo mi è capitato anche ieri l'altro, a causa di piccole contingenze e relative associazioni d'idee dolorosamente brucianti... ho scritto un sms che era nel contempo sfogo e richiesta di soccorso: "Mi trovo proiettato a ripercorrere passaggi difficili. Mi manchi, annaspo un po' e sento come un pugno duro nello stomaco. Mandami un'onda di bene come sai."
E la principessa radiosa, che è davvero luce d'amore, mi ha risposto: "Te ne mando di bene tanto quanto la forza per abbracciare la tua vita come vorresti. La comprensione dei momenti vissuti aiuta molto, tanto quanto quella di eventuali 'errori' in un tutt'uno che non è solo il nostro passaggio. Se è tutto chiaro, abbandona la retrospezione e sii ora."
Bello e utile. Difficile, ma possibile.
Un po' come restare aperti alle maree, lasciandosi lambire dai potenti flussi, ma senza farsi trascinare via dalla risacca. A meno di imparare a nuotare anche nel mare grosso.

27.7.02

Le mani e i rituali, credere e testimoniare

In una procedura, a rigor di logica (per quanto la logica possa entrarci), basterebbe esserci, essere, per “fare”. Null’altro dovrebbe occorrere.
Però le mani servono, per due ordini di ragioni probabilmente: primo perché se è vero che siamo antenne, dobbiamo aiutare la ricezione.
E il funzionamento credo avvenga secondo un principio che in senso generale vale per tutti i rituali. Un po’ come la ninna nanna che cantiamo ai bambini: loro si addormentano perché sentono il nostro rilassamento e non tanto per la canzone che ascoltano. Noi ci rilassiamo cantando loro la ninna nanna perché finalmente ci distacchiamo dalle mille piccole incombenze, che per quanto possano essere importanti per la vita pratica, risultano essenzialmente vuote nel momento in cui tendiamo a trasformarle in false finalità. Allo stesso modo, quando accendiamo un incenso o una candela, quando purifichiamo la casa, quando recitiamo una preghiera o un mantra, quando cantiamo, favoriamo il contatto con il sé superiore perché ci predisponiamo ad accogliere la connessione (che si esplicherà in modo più o meno eclatante: scrittura, meditazione, onde, gioia, visioni, rilassamento, luce, serenità, pienezza...).
L'altro motivo per cui è richiesta la ritualità (beninteso, non necessariamente codificata) e dunque anche i movimenti delle mani, è che esponendoci di fronte agli altri, ma soprattutto di fronte a noi stessi, testimoniamo e attestiamo nei fatti, nelle parole e negli atti, di credere.

E forse anche chiedere a chi già sa, altro significato non può avere se non quello di arrendersi al credere.
Credere in noi, nel nostro valore, nella possanza della nostra pienezza, nel potere della nostra parola, ma soprattutto nell'immensità della connessione universale, di cui facciamo parte e che animiamo in quanto vortici di luce, piccoli ma unici, innumerevoli ma tutti dotati di bellezza propria, degni di ogni potenzialità.

26.7.02

Nella seduta da V. sono stato dolcemente investito da molte onde potenti ed emozionanti, come potenti ed emozionanti sono state le parole canalizzate da V.: prima mi comunicavano l'affiancamento di un nuovo angelo custode in aggiunta a chi già amorevolmente si occupava di me ("è stato allineato a voi un nuovo collaboratore"), poi mi invitavano esplicitamente a cimentarmi con la scrittura guidata ("ti diciamo di cominciare a collegarti con il tuo nuovo compagno con la scrittura che si rivelerà molto conduttrice di informazioni importanti che ognuno riceverà separatamente ma che avranno molta importanza nella rilettura comune").
Certo che è confortante l'incoraggiamento a condividere, comunicare, trasmettere. Continuerò a farlo, con rinnovato piacere.

24.7.02

Leggo sempre più gli accadimenti e soprattutto le frasi altrui come messaggi per me. Però tra l’interpretazione e l’applicazione pratica degli insegnamenti c’è una discontinuità difficile da annullare nella concretezza dei comportamenti, un’intercapedine che è arduo riempire con la linearità delle scelte, un vuoto ostico a lasciarsi colmare dall’allineamento di me stesso al sé superiore. Eppure so che l’abbraccio all’universo aiuterebbe.
Intanto, mi piace continuare ad abbracciare chi sa riconoscere il calore dell'animo. E parlare.
Parlare agli altri è anche parlare a sé stessi, se lo facciamo con apertura di cuore. Difatti, comunicare con gli altri mi porta a un’apertura maggiore sul mio essere, all'accrescere una consapevolezza che facilita il tentativo di affidarmi a ciò che "avrà da succedere": con la difficoltà intrinseca di farlo non restando passivo e non lasciandomi scivolare addosso la realtà senza gustarla, riconoscerla, sceglierla.
La chiave si trova spesso nell'equilibrio, nell'armonizzazione delle nostre componenti e dei nostri comportamenti, evitando per quanto possibile lacerazioni o strappi e procedendo con la necessaria pazienza e dolcezza.

23.7.02

La condivisione raddoppia il piacere, ma non solo: riduce il dolore, aumenta la consapevolezza, aiuta a frantumare gli ostacoli.
E gli altri, facendoci da specchio, contribuiscono a illuminarci evidenziando anche gli aspetti che fatichiamo a vedere o a riconoscere.

Questo risulta particolarmente palese nelle sedute o procedure che dir si voglia (per intenderci, quelle in cui si "muovono le mani in aria").
In tali occasioni la condivisione è di fondamentale importanza: comunicare anche verbalmente agli altri le proprie sensazioni è utile per un confronto e spesso per una conferma di quanto è stato avvertito da chi ha partecipato allo scambio energetico, al fluire magico che si instaura tra chi "opera" e chi "riceve" (e scrivo tra virgolette proprio perché quasi sempre di scambio si tratta e non di fruizione passiva).
Il gioco di specchi si manifesta inequivocabile ogniqualvolta ci rendiamo conto che a seconda di chi ci troviamo di fronte sarà toccata una diversa sfaccettatura del nostro complesso essere e che noi stessi sapremo cogliere nel prossimo quelle sfumature che per un motivo o per l'altro ritroviamo nella nostra esperienza personale. Anche per questo potremo aiutando aiutarci.

13.7.02

Mi hanno chiesto:

"Una piccola domanda 'cerebrale' e curiosa: visto che non mi sembra un sito particolarmente 'esoterico', per chi l'hai scritto? Voglio dire, per che tipo di lettore, se hai mai pensato a un target? Penso al lettore 'normale', quello che va su Internet a vedere cosa trova, e m'incuriosisce una sua possibile reazione: probabilmente non capisce niente... sarebbe forse più 'produttivo' se fosse più mirato? Magari sbaglio, non so... tra l'altro non so nemmeno le tue motivazioni, quindi probabilmente sto dicendo solo fesserie... In ogni caso grazie mille della condivisione."

Rispondo dicendo che ho scritto, scrivo soprattutto per me, però l'idea è quella di rivolgermi a persone che sicuramente devono possedere una certa dote di sensibilità, ma non devono essere necessariamente degli iniziati. Credo sia interessante soprattutto costruire ponti comunicativi tra mondi che pur non essendo sovrapposti e nemmeno contigui, in fondo non sono troppo distanti tra loro.

Naturalmente, scrivo anche perché la condivisione raddoppia il piacere. Conscio del fatto che le parole si scelgono da sole i destinatari se le lasciamo fluire non orchestrandole troppo.

12.7.02

L'altro ieri sono andato a fare una procedura a casa di una signora. Mi conosce da anni, ma questo mio approfondimento spirituale la stupisce almeno quanto ha stupito me. Comunque ho constatato che è molto aperta anche a cose non facilmente spiegabili come queste.
La seduta è stata decisamente utile e incoraggiante anche per me: si sono resi visibili risultati fisici immediati (notevole decongestionamento di una caviglia gonfia, arrossata e addirittura annerita in alcuni punti), ma sono stati riscontrati anche altri effetti.
Dopo la seduta, durante la quale per un po' lei si è addormentata, abbiamo chiacchierato tranquillamente: lei mi ha parlato di blocchi e sblocchi della circolazione sanguigna, il che corrisponde a quanto da me avvertito a livello energetico e a quanto ho intuito o desunto riguardo all'aspetto psicologico. Le ho comunicato le mie impressioni e confido che le considerazioni espresse le serviranno come ausilio per avviare un suo processo che la porterà a stare complessivamente meglio.

E tutto questo semplicemente lasciando che le mani si muovano in aria? Sì.

11.7.02

Ogni giorno mi sembra di abbattere piccole barriere, di infrangere qualche tabù.
Oramai muovo le mani in aria su chi potrebbe averne bisogno ogni volta che si presenta un'occasione, esponendomi ai giudizi o al possibile scetticismo altrui senza che questo riesca a bloccarmi.
La prima volta fu su mia nonna, ospedalizzata nel periodo natalizio. Riuscii a farlo raccogliendo un radioso incoraggiamento telefonico che seguiva di pochi giorni la seduta del 13 dicembre 2001 (santa Lucia, metafora di illuminazione e nome a me caro).
Quel giorno, dopo essere stato sul lettino, dissi a V. che sentivo le mani pesanti e lei mi fece mettere a pancia in giù. Dopo qualche movimento in aria, mi toccò entrambi i palmi con la punta delle dita. Alla successiva richiesta di spiegazioni mi rispose: "Ti ho restituito qualcosa che ti apparteneva". Poi scrisse: "Come vedrai sarà semplice unire le mani e lasciarle andare ora".
Sul momento non capii molto bene, ma oggi lascio che si muovano ed è sempre più facile abbandonarsi a ciò che essere deve.

10.7.02

Anche il 30 maggio da V. è un giorno da ricordare.
Dopo lunghi e duri discorsi di stampo psicanalitico e qualche lettura illuminante, ho fatto io una doppia seduta a lei, molto intensa a livello spirituale nella prima parte (ho avvertito la sua essenza librarsi un metro sopra il suo corpo) e a livello fisico nella seconda (quando si è messa bocconi sul lettino e anche a 20 cm di distanza sentivo quasi bruciare mano e braccio per la sua emanazione sessuale di Donna - e lei alla fine aveva le gambe stanche "come dopo aver fatto l'amore").
Poi L. si è occupata di me, e dal lettino sono stato gratificato di un vero e proprio bagno di vibrazioni d'amore essenziale o spirituale che dir si voglia.
Sono tornato a casa alle 21 (il mio appuntamento era alle 17). Un pomeriggio portentoso, visto che ero andato lì pieno di dubbi, tra confusione e frustrazione, e ne sono uscito rigenerato, anche per le piacevoli chiacchiere scambiate dapprima con L. e poi con altre persone che ho reincontrato (tra di loro I., quella che il 20 dicembre faceva le carte di luce zen: ovviamente ricordavo il koan che mi aveva fatto pescare, ma non sospettavo che avesse un paio di tette come quelle che le straripavano sotto alla maglietta).

9.7.02

Il 12 aprile fu una giornata memorabile. Sette ore e mezza da V. e una serie di esperienze euforicamente sconvolgenti; in tutto tre sedute senza mai andare sul lettino.
In mattinata vengo invitato a partecipare a una seduta mettendo le mani su una donna che se ne stava sotto una coperta, terrena come l'Africa e a me sconosciuta quanto l'immenso continente. Alla fine mi fa i complimenti: "Hai una bella energia". Dal canto mio, avverto un duplice senso di unità: con me stesso e tra me stesso e il resto dell'universo. L'energia si muove specialmente in zona pelvica, con pulsioni che denotano il risvegliarsi della mia parte femminile.
Passiamo poi il tempo in sei persone, equamente divise per genere sessuale, mangiando parlando leggendo e scavando gli uni negli altri, con serenità e allegra dolcezza.
Dopo varie considerazioni, scoperte e intuizioni, io e A. veniamo designati per occuparci di S., che lamentava mal di schiena e si sentiva a pezzi. La seduta è meravigliosamente benefica per tutti e tre e la condivisione successiva è strabiliante nel confermare che le cose vissute e provocate semplicemente muovendo le mani in aria sono successe veramente. Tra le altre cose, S. si è sentita cullare dai piedi (vicino ai quali ondeggiavo con le mani), ha avvertito un forte calore alla fronte (avevo avvicinato la mia alla sua, inebriandomi mentre sentivo fluire i nostri due sé come se non avessi la parete frontale), rivela di avere appena subìto una delusione sentimentale dalla quale sta uscendo con fatica e dolore (come quello che ho patito fisicamente assorbendolo da lei nel mio braccio sinistro... per il solito gioco degli specchi che si rivela in quasi ogni interazione tra esseri umani).
Infine, prima di sera, una seduta collettiva con 5 persone intorno al lettino su cui stava V.: al momento non mi era sembrato di aver cavato granché da questa esperienza, ma in tarda serata ho avuto modo di verificare come mi si fossero aperti nuovi canali.
Una maggiore sensibilità di cui mi accorgevo dapprima percependo come scia fredda l'aura negativa di un certo personaggio; poi, a notte inoltrata, beandomi di un inopinato incontro con la principessa radiosa: bellissimo per l'intensità degli stupendi scambi energetici alti avvenuti e percepiti (io con malinconia, lei con profonda commozione). "Ti ho trovato molto più avanti", mi dice successivamente. Mi si era annunciata stanca e quasi sul punto di crollare, ma è stato tale il carico vibrazionale che lo splendore ha prevalso (e avvicinando la fronte a lei ho sentito come se mi si avviasse un motore di frigorifero in testa).