14.9.03

La gratuità dei gesti, la bellezza del dare e del ricevere senza misura né calcoli o tornaconti si conferma benefica e gratificante non solo negli scambi affettuosi, ma anche nella trasmissione di bene.
Contano presenza, comprensione, essenza. Esserci per l'altra persona, in quel momento, anche se quel momento sarà unico.

Direi che questo mi è successo ieri sera, quando in mezzo al bailamme di tante persone con cui m'intrattenevo piacevolmente, ho incrociato una tipa mai vista prima. Stava per andarsene, ma ci hanno presentati e lì per lì, senza temere di risultare inopportuno o invadente, forte della mia sincerità umana, le ho chiesto se fosse triste e come mai. Di fronte alla sua esitazione (ma non era imbarazzata) ho soggiunto: "Per amore?"
Ora, non so come ho fatto a osare in quel contesto, forse perché ci avevo azzeccato, fatto sta che ho immediatamente ceduto all'istinto di muovere le mie mani innanzi ai suoi occhi e poi di passargliele sopra la testa, come ad aprirle il chakra superiore accompagnandone il flusso conico verso l'alto. Ho concluso con un bacino molto casto e con le parole: "Vai, che sei un fiore". Il tutto con la massima naturalezza.
Probabilmente non ci avrei nemmeno fatto tanto caso se non fosse stato per l'osservazione di una ragazza che dopo avere assistito alla scena e averne colto più che altro l'aspetto marpionesco, ha esclamato: "Non ci posso credere! Tu non la conoscevi, non ci avevi mai parlato, vero? Eppure l'ho vista, si è lasciata andare e ha anche chiuso gli occhi!"

Ieri sera è stata una serata davvero speciale per l'affettuosità di tanti incontri o reincontri, ma quello che ho descritto mi ha lasciato qualcosa di particolarmente bello dentro, proprio per il suo carattere totalmente gratuito. E sono contento di averlo detto anche a voi.

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