5.10.10

La pioggia lì fuori cambia aspetto e senso a seconda di come stai tu quando la guardi. Se già ti piove dentro, è tutta una tristezza, il mondo ti pare cupo e senza via d'uscita. Quando invece un raggio di luce torna a far sorridere le speranze, osservi lo stesso scenario con tutt'altra disposizione d'animo. Finanche le cateratte diventano acqua dissetante, i colori ce li metti tu che è notte, respiri l'aria fresca e scacci anche l'ombra di quelle malinconie che già erano pronte a ghermirti e strizzarti via la gioiosità.
Però non puoi continuare a dipendere da sentimenti altrui, devi ritrovare il tuo canto e lo sai. Purtroppo non ci sono scorciatoie, e per quel passo ce ne sono altri da compiere prima, senza nemmeno la sicurezza del tracciato. Guardarti dentro, sì, ma anche farti guardare da chi sa leggere i colori dell'invisibile. Così dev'essere, per aiutarti a capire e poi tornare a risplendere. Per te, per lei, per loro. Perle azzurre in campo blu, una per petalo, tutte da far risuonare a ciascuna frequenza giusta. Musica, Maestro.

16.4.10

...mi ritrovo una frase da non so dove:
"trasforma la pietra in sorgente d'acqua"

Che cosa è in grado di fare ciò?
L'amore è la risposta facile, ma forse un tantino generica. E poi, si tratta davvero di trasformazione o piuttosto di vivificazione, di ritorno alla vita di un sé dormiente, di una parte che si era dimenticata di essere legata al tutto?

Certo è che a innescare le reazioni sono sempre scintille di memoria, di questa o di altre vite non so, la mia è già abbastanza densa e vasta qui e (all)ora, tanto da costituire talvolta un carico gravoso, seppur sempre ricco e fin troppo prezioso.
Non lasciare che il passato intralci il futuro, dice più o meno l'oroscopo settimanale di un giocoso saggio, ma non mi viene facile.

L'altro giorno un messaggio, non sapevo perché ma mi è uscito dai polpastrelli alla tastiera, così:

oggi è novilunio e da qualche parte in Asia, capodanno
prendo spesso questi momenti di passaggio come stimolo simbolico all'evoluzione
poi in realtà è raro che i cambiamenti avvengano di netto e solo guardandosi indietro a volte uno può discernere l'istante di un clic
clic come una foto come un tic come un autografo con la bic o una puntura con pic
clic come un link
link collegamento legame
link memento memoria storia
di sé
di sé e della scia d'ambra che assomma passato presente e futuro
nell'intervallo vibrazionale tra determinismo e libero arbitrio
tra già scritto e da scrivere


Cerco di mantenermi tranquillo, in attesa di capire meglio come sarà il prossimo cioccolatino. La voglia di gustarne non manca.

1.3.10

Amare, essere amati.

Ciascuno coi suoi errori, ciascuno come è capace.

31.1.10

Tu hai virtù sciamaniche potenti anche a distanza: oggi per la prima volta dopo giorni e giorni mi sono svegliato senza il dolore alla gola. Grazie.

Mi fai ripensare agli effetti benefici dell'amore, a come ti spariva il dolore alle ossa dopo essere stata con me. Meraviglia delle meraviglie quella dei canali aperti, realtà carnale e totale in grado di avvolgere senza annullare.

Grandi le creature dell'universo quando si riscoprono capaci di interezza.

2.7.09

S'ha da morire e rivivere più e più volte, qui in questo esistere, nell'intero come nelle singole cellule, alle quali succede in continuazione e senza far tante storie. Il tempo è ingannevole, pieno di buchi come un groviera o un flipper privo di tasti. I tunnel che lo attraversano sono trasparenti ma non inconsistenti e capita quindi di veder vicino, proprio lì accanto, ciò che invece è ormai da noi separato da una traslucida discontinuità. Viceversa, a trovare il coraggio di tuffarsi, come posta pneumatica attraverseremo anni lustri decenni, giù e su per l'ottovolante similtoboga che delinea passati percorsi vitali. Una questione di prospettiva, prospettiva dinamica, da cogliere con l'euforia della rivelazione, da accogliere col sorriso del ritrovato fanciullo ebbro di sé e del proprio vivere in elettrosintonia con gli altri. Poesia malinconica, cachaça del ricordo, vissuto nel vivendo, commistione d'istanti, coincidentia oppositorum, un qui e ora esteso a raggiera sull'atemporalità estatica, sintesi e collasso, esplosione attutita da un espandersi armonico quasi la luce lambisse come il mare, il mare quando dolce lieve giunge.

23.3.09

Credo di avere aperto i chakra delle mani a una persona, restituendo ciò che mi era stato trasmesso quel lontano dicembre.

Si tratta di una cugina che ho rivisto dopo molti anni, parecchi di più dei pur numerosi gradi di parentela che ci dividono (o ci uniscono, considerato l'affetto reciprocamente riscontrato e custodito forse nell'imprinting familiare che in qualche modo ci accomuna). Per coincidenza (come al solito sorrido in bilico tra casualità e causalità degli accadimenti) in queste settimane ci troviamo a lavorare insieme, con frequentazione quotidiana.
Al primo incontro m'aveva detto, con un curioso "fuori tema": Tu sei uno che sente molto, vero? e avevamo iniziato a parlare di varie esperienze. Dopo alcune chiacchierate con scambi di confidenze e racconti, le ho fatto una procedura al volo, in piedi. L'intento era semplicemente quello di allentare un po' di tensioni, ma a un certo punto le ho chiesto di rivolgere i palmi in avanti e le mie mani sono andate lì. Le muovevo come per togliere pesi, ma non ci avevo fatto molto caso.
Se non che, dopo essere andato a sciacquarmi via gli accumuli energetici, al ritorno lei si è offerta di praticarmi un massaggino a collo e spalle che troppo spesso mi dolgono. Ho accettato di buon grado e ho risposto al suo schermirsi incoraggiandola: Tu sai. In quel momento mi son venuti in mente gli Esseni.
Poco dopo le ho chiesto di aprire i palmi, di puntarli verso di me come se fossero le mani di Iron Man. Immediatamente ha sviluppato un calore abnorme, che l'ha stupita e mi ha fatto sorridere.
Fin dal primo abbraccio avevo notato la potenza delle sue mani, il resto è venuto da sé e ne sono assai contento. M'ha poi riferito che era la prima volta che si sentiva sprigionare quel calore, ma che attraverso le mani aveva sempre sentito molto.

9.3.09

Beh, hai visto, è così: chiami e rispondo. A qualsiasi livello, senza schermarmi.
Stasera, m'è bastato uscire sul balcone e mettermi a guardare le stelle, no, prima la luna e poi quel vago sentore di stelle. Le parole m'han detto "cintura di Orione", ma tu m'avevi chiesto un'immagine e allora ho lasciato che emergesse, proponendosi agli occhi dell'anima.
Pietre preziose, indossate da te. Smeraldi e diamanti, come t'ho scritto. Dicevo che avrei voluto scriverti nell'aria e così è stato, ironia dei desideri e di come s'avverano.
Vite legate da molte vite. Legame che rimane, ma voglio essere aquilone, librarmi fino all'incrocio di quelle scie bianche viste oggi dalla campagna della provincia, nel cielo azzurro intenso, con la mano di un bimbo nella mia, i nostri occhi a ridere in su, nella stessa direzione.
Il mondo è bello da guardare, prezioso più delle pietre, radioso quasi quanto i tuoi occhi quando brillavano. Il mondo è bello da tenere per mano, quando è una mano che ti cerca per davvero, con un semplice gesto in carne e ossa. Com'è naturale che sia, fuori dalle gabbie create dalla paura.

28.10.08

Nuova piccola conferma sulla grande forza dell'amore.
Alla necessità di un massaggio rispondo spostando energie in aria e seguo le mani leggero sulla pelle anziché con l'atteso impastamento convenzionale. L'effetto è sottile, benevolmente benefico in entrambi i sensi (far del bene fa bene anche a chi lo fa). In seguito mi dicono che oltre alla dolenzia di cui si parlava (schiena e spalle) è svanito il mal di testa.
E così anche il subbuglio sembra più lieve, la malinconia lascia il posto all'incanto. Comunicazione multicanale, bella e duratura.

6.9.08

"Sembra non succeda nulla, invece tutto si muove."
Cerco di non dimenticare queste incoraggianti parole (della principessa radiosa) quando per un lungo periodo mi pare che alcuni aspetti evolutivi siano in stagnazione.
Corroboro l'ottimismo rilevando che ho ricominciato a usare (a osare usare) le mani a scopo terapeutico, intervenendo (dopo aver superato l'imbarazzo pubblico) su una donna (amica, ma senza una grande confidenza) che lamentava dolori localizzati ed estendendo poi il trattamento all'intera persona. Come al solito mi sono limitato a seguire le mani, ubbidendo a quel che mi suggerivano. Rilevate altre zone dolenti oltre a quelle dichiarate (i polpastrelli hanno indovinato prima di sfiorare) e trasmessa una generale sensazione di benessere e affidamento.
Scambio di bene lucente, l'ho percepito poi anche nell'abbraccio di congedo.