5.5.04

L'interrogativo sulla possibilità di mandare del bene a distanza ha ricevuto qualche risposta nei commenti (grazie), ma riporto quella pervenutami via e-mail da Federica e la mia replica:

F.: No, guarda, vocenarrante, io non credo proprio che si possa inviare il bene a distanza, non credo nemmeno ci sia bisogno di crederci.
Piuttosto credo nell'enorme potenzialità della nostra suggestione (ti sembrerà freddamente riduzionista, in realtà è enormemente più consolatorio di qualunque religione rivelata...)
Perciò, se so che tu mi pensi, (forse) starò meglio per il solo fatto di saperlo.


v.: Se hai letto l'episodio precedente però resta inspiegabile il perché io quella sera sentissi di "agire" sulla spina dorsale anziché sui polmoni che sapevo malati e il fatto che in seguito mi abbiano comunicato il dolore passato alla schiena (di cui non avevamo mai parlato prima).

Quando le "coincidenze" si ripetono, qualche dubbio sorge a infrangere il razionalismo. O meglio, a infrangere la visione ristretta secondo cui operiamo esclusivamente in modo meccanico e non, per esempio, elettromagnetico.

Non mi attira l'idea di scardinare la ragionevolezza e poi per me è rassicurante riuscire a non negare le convinzioni delle convenzioni scientifiche. Però non voglio nemmeno rimanere ancorato a una visione positivista quando la stessa scienza ha compiuto balzi (quantici) e torsioni (spazio-temporali) ben più difficili da razionalizzare rispetto al tutto sommato semplice reiki.

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