24.6.03

Silvia mi segnala un brano tratto da un'antologia di testi sufici. Leggiamolo insieme:
> > > [] < < <
Il linguaggio simbolico

Tutto quello che si vede nel mondo visibile, è come un riflesso del sole di questo mondo...
Quando queste parole immaginose sono intese dall'orecchio dei sensi a tutta prima designano oggetti sensibili.
Infinito è il mondo spirituale: come possono coglierlo parole definite?
Come possono i misteri contemplati nella visione estatica venire interpretati da parole?
Quando i sufi trattano di quei misteri, li traducono con immagini, poiché gli oggetti dei sensi sono come ombre di quaggiù, e questo mondo è come un fanciullino appena nato, e come la nutrice quello al di là: io credo che in principio tali parole furono assegnate, nel loro impiego originale, a quei misteri.
E solo dopo venne dato un senso agli oggetti dall'uso della gente: che sa in effetti il volgo intorno a quei misteri?
E quando la ragione ha volto lo sguardo verso il mondo, ha trasferito certe parole che di là venivano.
L'uomo saggio si pone a considerare l'analogia, quando volge lo spirito ai misteri e alle parole.
Benché non sia dato raggiungere analogia perfetta, l'uomo, nondimeno, continua senza posa a cercarla.
In questo campo nessuno può giudicarti...
< < < [] > > >

Nessun commento: