20.8.03

Ieri ho fatto una procedura a una signora mia vicina di casa. A distanza di un anno e più, sono intervenuto sulla sua caviglia ingrossata (a causa di un neuroma di Morton).
Sebbene gli scettici astanti parlassero di "massaggio", il contatto fisico è stato minimo e le mie mani si sono mosse per lo più in aria, a diversi centimetri dal suo corpo.
Come sempre ho seguito l'istinto, che mi ha indotto a farla mettere seduta e non sdraiata. Ho lavorato abbastanza a lungo intorno al piede sinistro e sulla gamba risalendo fino al ginocchio. A un certo punto, mentre la mia mano sinistra stava più o meno sotto il suo piede, con la mano destra eseguivo veloci movimenti circolari all'altezza del suo inguine. In quel momento lei teneva gli occhi chiusi e sembrava quasi assopita, io invece li avevo aperti e mi stupivo nel vedere il suo piede muoversi velocemente in modo più o meno circolare.
Poi ho lasciato gli arti inferiori per passare le mani intorno alla sua sfera sinistra, soffermandomi su viso, collo e testa e quindi ridiscendendo dalla parte destra fino a terra. Prima di concludere, l'ho indotta a staccarsi dallo schienale del divano e le ho sfiorato la schiena (sempre a una certa distanza dal corpo fisico).

Alla fine abbiamo parlato un po' per confrontare le impressioni, che coincidevano riguardo al riattivarsi della circolazione sanguigna, o meglio a una sensazione di "flusso" come ha detto lei. Una considerazione che non ho espresso esplicitamente per delicatezza nei confronti del marito presente è che mi pareva palesarsi una costrizione o repressione della sua femminilità, intesa come carica sessuale della parte sinistra (il fatto di essere sovrappeso non aiuta di certo). Due cose però le ho dette: la prima è che non deve separare la sua identità personale dal disturbo che sta colpendo una parte del suo corpo, ma deve considerarsi una, unica e intera; l'altra è che qualsiasi intervento dall'esterno (che si tratti di medicina "ufficiale" o di altri tipi di aiuto) può essere soltanto un ausilio per facilitare un processo interno a lei che la porterà a compiere i passi necessari a migliorare.

Quest'ultimo punto, a pensarci bene, vale per qualsiasi tipo di relazione: dal rapporto amoroso all'educazione dei figli, dall'apprendimento tecnico al progresso spirituale, non serve compiere un'azione al posto di qualcun altro, tutt'al più sarà possibile illuminare la via da percorrere.

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