22.7.04

Dal commento di Tony all'intervento precedente sono sbarcato sul suo Deeario, nel quale ho trovato tra l'altro questa considerazione:

TEMPO
Il nostro concetto di tempo si sta trasformando, passando da ciclico, a continuo. Il ritmo giorno/notte e il susseguirsi delle stagioni si relativizza. Ma il tempo è comunque un'invenzione umana, che serve ad "organizzare" un qualcosa che scorre indipendentemente dalla nostra razionalizzazione.
(2001 d.C. - 23/02/2001)
©2001 Tonyonthenet



Come ho già accennato, mi sto lentamente formando la convinzione che il tempo non sia elemento fondante. È un po' difficile da accettare ragionevolmente, ma basta un flashback sugli istanti passati intensamente per vederli ingigantiti rispetto a periodi lunghissimi vissuti in modo scialbo. Questo sembra deporre a favore della relatività di questa strana categoria mentale che in realtà non potremo mai imbrigliare.

Nel romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo le vicende sono narrate dal punto di vista del gigante indiano il quale, sotto l'effetto dei farmaci, oltre a riferire la distorsione spaziale è vittima di quella temporale, da lui attribuita alla malvagità della capoinfermiera che fa scorrere a suo piacimento le lancette dell'orologio più o meno velocemente.
Nel film questo aspetto è meno evidente, ma a proposito di cinematografia, puntiamo i riflettori sulla cronologia degli eventi: e se vedessimo la vita come un découpage?

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