19.7.04

Leggo e riporto dal blog Candido:

La teoria sulla multimensionalità afferma che ci sono più dimensioni di quante ne percepiamo (per inteso le tre dimensioni percepibili sono: altezza, larghezza e profondità), ma come è che non riusciamo a coglierne altre?
Il problema sta proprio nella possibilità di percepire questi universi.
Immaginate di osservare un funambolo su una corda: apparentemente sembra che sia costretto ad andare solo in due direzioni, avanti e indietro (bidimensionalità); dal punto di vista di una formica, la corda può essere sì percorsa in avanti e indietro, ma la formica può anche girarci intorno, possibilità che noi non percepiamo, ma che la corda offre. Infine un microrganismo oltre a queste possibilità potrà anche attraversarla la corda; e così utilizzare una dimensione aggiuntiva.


La percezione è tarpata dalla sua stessa limitatezza convenzionale? È vero che da bambini potevamo cogliere molto di più e che poi da adulti dimentichiamo o seppelliamo?
Oltre alla sfera invisibile o intangibile, penso anche a concetti che -forse giustamente- nella mente infantile rimangono vaghi e irriducibili, concetti che da grandi proviamo a domare con esito assolutamente disorganico e non del tutto convincente, concetti come il tempo, per esempio.

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