21.10.04

non mi basta d'essere amata d'amore mortale,
poiché la morte ha bussato alla mia porta.
l'anima mia ha sete d'Infinito


Perché una persona a un certo punto cambia le sue esigenze, vede spostarsi il mirino dei suoi obiettivi, scopre di avere perso interesse in ciò che prima le sembrava imprescindibile?
Cosa può muoverla a cercare l'essenziale, cosa può aiutarla a riconoscerlo?

Da piccolo sentivo parlare di vocazione (dal latino vocare, chiamare), ma l'ho sempre intesa come fatto estraneo, roba da preti insomma. E la consideravo con una certa diffidenza. Ancora oggi, devo dire, non mi fido pienamente di chi rinuncia al mondo per abbracciare un'uniforme e un credo preconfezionato.

Se però a chiamarti non è l'abito talare, ma la tua consapevolezza di essere umano contenente un diamante che taluni chiamano anima, altri spirito e altri ancora interiorità, la questione si fa più interessante. Quando poi il veicolo di questo messaggio "superiore" si configura in un'attrazione amorosa, la sensibilità per l'argomento va a investire in modo più chiaro e facilmente accettabile la sfera del quotidiano. Non credo che per essere chiamati occorra avere caratteristiche particolari: ciascun essere umano ha in sé la potenza del cosmo, la magia del cuore (pensa a quando uno sguardo è sufficiente ad accendere un sorriso).

Il punto chiave è riconoscersi. Riconoscere sé stessi e il proprio valore, la propria sacralità come individui e come appartenenti a un tutto meraviglioso. Riconoscere l'altro come goccia del tuo stesso mare, come tuo specchio divino. Riconoscimento che spesso si vuole karmico, dunque nuovo incontro dopo altri già verificatisi in precedenti incarnazioni.
Riconoscimento che, a prescindere da queste possibilità o ipotesi, è obiettivamente il fondamento dell'amore autentico, che si dà solo quando si fa largo la consapevolezza della dignità e del valore altrui di fronte al nostro, da pari a pari. Ogni altro rapporto prefigura la disparità. La mancanza di questa fluida accettazione porterà al desiderio di cambiare l'altro e adattarcelo, come farebbe il sarto con un abito.
L'amore invece guarda e con gli occhi del cuore dice: ti amo perché sei tu e non ti vorrei differente da come sei. So che mi ami perché riconosci che io sono io e non mi vorresti cambiare.

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I tre versi riportati sopra non sono parole mie, ma d'una persona che è stata in grado di superare le sofferenze più dure attraversandole e rinascendo a nuova vita.
Succede spesso di dover toccare il fondo per risalire, e solo in quel momento, in una posizione per cui le cose del reale si vedono dal basso, ti accorgi che la luce sta oltre la superficie.
E allora, con una fiducia sconosciuta, verso di essa inizi a guizzare senza nemmeno chiederti da dove prenderai il fiato che ti serve per arrivarci.
Nuoti con le sirene e i tritoni finché riemergi al sole che t'accarezza il viso ancora salato.

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